TORINO\ aise\ – Dal 22 marzo al 29 giugno prossimi, Palazzo Falletti di Barolo a Torino ospitererà la mostra “Norman Parkinson. Always in Fashion”, dedicata al fotografo che in oltre 56 anni di carriera ha raccontato grazie ai suoi scatti innovativi le trasformazioni che il mondo della moda ha vissuto nel corso del Novecento.
Le 80 opere esposte, selezionate da Terence Pepper, per oltre 40 anni curatore alla National Portrait Gallery di Londra, testimoniano le idee e lo stile rivoluzionario con cui l’artista ha interpretato la moda femminile, plasmando le modalità estetiche attraverso le quali l’haute couture è stata comunicata per più di quattro decenni.
Un ampio e complesso percorso, intrapreso da Parkinson negli anni ’30 e proseguito fino alla morte nel 1990, che gli ha permesso di immortalare la maggior parte delle evoluzioni stilistiche del secolo: dalla Gran Bretagna degli anni ’30 alle mode austere della seconda guerra mondiale, dal New Look parigino degli anni ’50 alla Swinging London degli anni ’60, fino al glamour e allo sfarzo degli anni ’70 e ’80.
Fasi storiche che il fotografo ha approcciato sempre con un taglio unico e innovativo, arrivando a ribaltare alcuni stilemi fondamentali del genere e traghettando la fotografia di moda nel futuro. Emblematico il momento, a inizio carriera, in cui ha portato le modelle fuori dall’ambiente statico, serio e controllato dello studio fotografico per immortalarle nel mondo reale, dal contesto quotidiano delle città a quello suggestivo di luoghi lontani ed esotici. Un approccio dinamico e spontaneo che ha velocemente attirato le attenzioni di numerose riviste di moda, tra cui Harper’s Bazaar, Vogue e Town & Country, collaborazioni che lo hanno presto portato al riconoscimento internazionale.
Un lavoro fuori dagli schemi, quello di Parkinson, che l’esposizione testimonia passo passo, attraverso le opere chiave della sua parabola artistica. Fondamentale in questo percorso, per esempio, la fotografia scattata nel 1939 a Pamela Minchin, in cui la modella viene immortalata per Harper’s Bazaar in un costume da bagno di Fortnum & Mason mentre salta a mezz’aria sulla spiaggia dell’Isola di Wight, in Inghilterra. Dell’immagine, Parkinson stesso disse: “Questo scatto mi ha confermato che per il resto della mia vita sarei stato un fotografo. Ero assolutamente sbalordito dalla sua magia”.
Gli anni ’40 e ’50 rappresentano per l’autore l’inizio di una lunga fase di collaborazione con Vogue, segnata dall’introduzione nei suoi scatti di elementi narrativi che suggeriscono una storia dietro l’immagine, come accade in Young Velvets (Young Velvets, Young Prices, New York, Vogue, 1949), che raffigura quattro modelle che indossano un cappello sullo sfondo dei grattacieli di New York. Sempre in questo periodo compaiono gli scatti dedicati alla sua musa per eccellenza, la moglie Wenda Parkinson, che divenne una delle modelle più importanti dell’epoca. Iconico il ritratto di Audrey Hepburn, scattato nel 1955 a Villa Rolli in Italia in una fattoria sui Colli Albani di Cecchina, durante le riprese di Guerra e Pace di King Vidor. Fotografata per la rivista Glamour, l’attrice indossa uno splendido abito da cocktail pomeridiano di Givenchy della sua collezione primavera estate 1955.
Con l’avvento degli anni ’60 e ’70, Parkinson riesce a reinventare il suo stile tenendo il passo delle nuove generazioni di fotografi e modelle, espressioni di un nuovo stile di vita. L’autore si indirizza verso nuove collaborazioni, su tutte il lavoro con la rivista The Queen, con cui riesce a elevare giovani modelle come Jerry Hall e Iman allo status di superstar, o a immortalare alcuni idoli musicali del tempo quali i Rolling Stones e i Beatles, ma anche stilisti come Yves St Laurent, Hubert de Givenchy, Jean Muir e Zandra Rhodes.
Gli anni ’80 sono caratterizzati dal conferimento al fotografo del riconoscimento di Comandante dell’Impero britannico da parte della Regina d’Inghilterra, legittimazione reale che contribuisce a garantirgli la commissione di una nuova serie di ritratti per una grande mostra retrospettiva alla National Portrait Gallery di Londra.
La mostra è promossa da Ares, Terra Esplêndida e Iconic Images. (aise)
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