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l’intervista
Il dirigente a “I fatti del calcio” su L’altro Corriere tv: «Il patron affronta tutte le situazioni col sorriso e sa di essere fortunato»
Pubblicato il: 11/03/2025 – 11:52
COSENZA «Cosenza è una piazza molto importante, fare il direttore, il giocatore o l’allenatore lì dà un curriculum sempre notevole perché c’è una tifoseria di una certa rilevanza. Si tratta di una piazza che ha fatto grossi campionati. Perdere la serie B sarebbe qualcosa di troppo importante, sarebbe un peccato. Basta guardare le squadre di serie C per capire quanto tempo e sforzi finanziari impiegato per risalire. Quando arrivi a certi livelli devi fare di tutto per mantenerli. Tra la B e la C c’è un abisso». A dirlo ieri sera nel corso della puntata de “I fatti del calcio”, programma sportivo condotto da Giuseppe Milicchio in onda su L’altro Corriere tv (canale 75), è stato l’ex responsabile dell’area tecnica del Cosenza calcio Massimo Cerri in serie C proprio con l’attuale proprietà e che quindi conosce bene il patron Eugenio Guarascio. «Mi sembra difficile che Guarascio abbia l’intenzione di vendere la società – ha ammesso Cerri – ma bisogna anche dire che sono molti anni che guida il Cosenza. Uno stress nervoso lo avrà subito anche lui in questi anni, ma lui affronta tutte le situazioni, anche quelle più difficili, col sorriso e dice che quando ha dovuto prendere delle decisioni importanti è sempre stato fortunato nella sua vita. Io gli auguro di prendere la decisione giusta, che magari può essere proprio una proposta valida dall’acquirente. Non sappiamo in che termini è stata fatta la trattativa (con Alfredo Citrigno, leggi qui la nostra intervista, ndr), sicuramente il Cosenza in B ha un valore, in ne avrebbe un altro. Ora deve mantenere la categoria e obiettivamente il calendario non gli è molto amico, però ci sono quattro scontri diretti. Se veramente Belmonte e Tortelli hanno rianimato la squadra, si può cominciare già dal derby a fare risultato e poi a proseguire. Il calcio ci ha riservato sempre delle grosse sorprese. Ma obiettivamente la vedo dura. Ci sono squadre nelle zone basse della classifica che è difficile trovare tutti gli anni, parlo della Sampdoria, della Salernitana, del Frosinone». (redazione@corrierecal.it)
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