Contratto fantasma in Liguria, Toti e Giampedrone sotto accusa


La Liguria torna al centro della cronaca nazionale con un’indagine che coinvolge due figure di spicco della politica regionale: l’ex presidente Giovanni Toti e l’attuale assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone.

Entrambi sono indagati per truffa ai danni dello Stato, un’accusa che ruota attorno a un presunto contratto ‘fantasma’ stipulato con soldi pubblici. Al cuore della vicenda c’è Davide Marselli, gestore dello stabilimento balneare San Marco di Ameglia, che secondo la procura non avrebbe mai svolto le mansioni per cui è stato pagato, in cambio – si ipotizza – di favori personali come l’accesso gratuito allo stabilimento per i due politici.

L’inchiesta, partita dalla procura di La Spezia e ora nelle mani del pm Andrea Ranalli a Genova, si inserisce in un contesto di tensioni politiche e giudiziarie che da mesi tengono banco in Liguria. Solo poche settimane fa, Toti ha patteggiato una pena per corruzione, commutata in lavori socialmente utili.

Il contratto sotto accusa: un favore mascherato da lavoro?

Tutto ruota attorno al rapporto tra Toti, Giampedrone e Davide Marselli, un nome che non è nuovo agli inquirenti. Secondo quanto emerso, Marselli avrebbe beneficiato di un contratto – prima come collaboratore a progetto (co.co.co.) e poi come dipendente regionale – che gli avrebbe fruttato oltre 80 mila euro lordi in dieci anni. La procura spezzina contesta che Marselli, assunto formalmente come “addetto alla segreteria politica” di Giampedrone, non abbia mai svolto alcuna attività concreta per la Regione Liguria. In cambio, sostiene l’accusa, Toti e Giampedrone avrebbero goduto di accessi gratuiti allo stabilimento balneare San Marco, un lido situato ad Ameglia, in provincia di La Spezia, di proprietà dello stesso Marselli.

La Guardia di Finanza, che ha condotto approfondite verifiche, ha stimato che la cifra percepita da Marselli corrisponderebbe a quanto i due politici avrebbero “risparmiato” frequentando gratuitamente lo stabilimento e il suo ristorante.

La difesa si mobilita: “Accuse infondate”

La reazione di Toti e Giampedrone non si è fatta attendere. L’ex governatore, tramite il suo legale Stefano Savi, ha respinto con forza le accuse. “In riferimento alle indiscrezioni sull’inchiesta – ha dichiarato Savi – il mio assistito è letteralmente trasecolato. Ogni presenza di Toti e della sua famiglia allo stabilimento balneare, per altro usato da moltissimo tempo, e negli ultimi anni in modo sempre più sporadico, è stata regolarmente pagata dallo stesso Toti o da un suo familiare”.

L’avvocato ha poi aggiunto un’osservazione pungente: “Appare singolare che i pagamenti, per lo più fatti con strumenti tracciabili, non siano stati riscontrati vista la mole di indagini che lo hanno coinvolto”.

Toti stesso è intervenuto sulla questione del contratto, difendendo l’operato di Marselli: “Per quanto riguarda l’attività di supporto politico per cui Marselli era retribuito, ritengo sia stata svolta con scrupolo oltre che passione ed era nota a tutti. Peraltro, la posizione di staff politico ricoperta da Marselli con un contratto ritenuto regolare dalla Regione, lo accomuna alla situazione di altre decine di persone con un simile contratto”. Una linea difensiva che punta a normalizzare la vicenda, presentandola come una prassi amministrativa comune.

Anche Giampedrone ha scelto di replicare con fermezza. “Non sono a conoscenza di alcun procedimento a mio carico, se non per aver letto, con non poco stupore, le agenzie di stampa che mi riguardano”, ha scritto in una nota ufficiale. “Se la vicenda verte sul contratto di lavoro di un collaboratore territoriale di segreteria politica, non vedo alcun profilo illecito, trattandosi di un contratto predisposto e verificato puntualmente, come per tutti gli altri collaboratori con la stessa mansione, dagli uffici regionali”.

L’assessore ha poi aggiunto: “Se poi l’ipotesi di reato è quella di avere anche un rapporto di amicizia con quel collaboratore e di aver frequentato un ristorante di uno stabilimento balneare, mi risulta tutto ancora più paradossale”. Giampedrone ha già conferito mandato all’avvocato Stefano Pellegrini per la sua difesa, annunciando di voler proseguire il suo lavoro “con lo stesso impegno di sempre” e dichiarandosi disponibile a collaborare con la magistratura.

Un passato che pesa: Toti e gli scandali pregressi

Questa non è la prima volta che Giovanni Toti finisce nel mirino della giustizia. Poco più di un anno fa, l’ex governatore è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, che lo vedeva coinvolto in presunti scambi di favori con l’imprenditore Aldo Spinelli. Tra le accuse, quella di aver agevolato pratiche amministrative – come la concessione della spiaggia di Punta dell’Olmo e il rinnovo del Terminal Rinfuse – in cambio di finanziamenti al suo comitato elettorale. Dopo un periodo agli arresti domiciliari, Toti ha patteggiato una pena di due anni e tre mesi, commutata in 1.620 ore di lavori socialmente utili presso la Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), dove sta attualmente scontando la condanna.

L’attuale indagine sembra riallacciarsi a quel filone investigativo. Il fascicolo su Marselli, infatti, sarebbe stato aperto a Spezia in concomitanza con l’inchiesta che nel 2024 portò agli arresti domiciliari di Toti.

Reazioni politiche: “Una stagione da archiviare”

La notizia ha scatenato un’ondata di reazioni nel panorama politico ligure. Selena Candia, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) in consiglio regionale, non ha usato mezzi termini: “Liguria ancora una volta umiliata da Toti e dal suo fidato assessore Giampedrone, di nuovo alla ribalta nazionale per le indagini che li riguardano. Battere Piciocchi a Genova è l’unica strada per spazzare questa stagione politica devastante per la nostra regione”.





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