Inchiesta urbanistica, Beppe Sala: «Ho ritenuto un atto dovuto prendere le distanze dal Salva Milano, ma non è una resa»


di
Redazione Milano

Il sindaco in consiglio comunale: «Attendiamo cosa farà il Parlamento. Un conto sono i singoli episodi di corruzione e un altro sono le politiche urbanistiche attuate secondo noi legittimamente a Milano»

«Ho ritenuto un atto dovuto prendere le distanze dal Salva Milano ma non è una resa». Lo ha spiegato il sindaco di Milano Beppe Sala, lunedì pomeriggio, in apertura di Consiglio comunale. «D’ora in poi ci metteremo in attesa per capire cosa il Parlamento vorrà fare e lo faremo senza intervenire – ha aggiunto -. Io stesso ho fatto continui richiami alla necessità di stringere i tempi, a questo punto non aprirò più bocca sul tema». 

«Mi pare che sia la politica che si stia arrendendo – ha aggiunto Sala -, se in 12 mesi non si riesce a fare una norma così è difficile convincere la gente dell’efficacia della azione politica. Si può dire sì o no – ha proseguito – ma ci deve essere un tempo per tutto, per la discussione e per la decisione e a volte sembra che la politica non conosca questa regola basilare». 




















































Poi il sindaco Sala ha rimarcato il fatto che ora il Parlamento dovrà agire. «A chi dice, “E quindi adesso?” dico: “Prego”, il Parlamento è chiamato a legiferare e faccia quel che ritiene senza che noi faremo alcun richiamo». «Le leggi che governano la materia urbanistica sono di difficile interpretazione, la legge madre è del 1942 e questo dice tutto. Il Parlamento non può evitare di prenderne atto – ha detto Sala -. Questo in sintesi è il mio messaggio: temete che abbiamo voluto fare un favore a qualcuno? Allora date una interpretazione restrittiva ma la materia è male regolamentata: come è possibile che Milano possa applicare le regole per oltre 10 anni e solo dopo essere fermata?». «In questi anni abbiamo vinto in sedi giudiziarie più volte a seguito di ricorsi che sono stati presentati ed è un fatto – ha concluso -. La giustizia farà il suo corso, se ci sono illeciti spero vengano sanzionati con fermezza e il Comune sarà parte civile quando sarà il caso».

«Fino a una settimana fa non ritenevamo di avere violato la legge e non lo riteniamo nemmeno ora», ha detto ancora Sala. «La nostra avvocatura continuerà a difendere le nostre ragioni. Gli interventi oggetto dell’indagine per il momento restano legittimi sul piano amministrativo – ha ricordato -, i permessi di costruire e le Scia non sono stati annullati neppure dai giudici penali. Se venissero annullati vedremo se potranno essere sanati con le norme generali». «Continueremo nel confronto con la procura nelle sedi giudiziarie. In altri procedimenti il Comune interverrà anche come parte civile, alla luce dell’ultima ordinanza cautelare del Gip che ipotizza singoli casi di corruzione – ha proseguito -. Deve esser chiaro però che un conto sono i singoli episodi di corruzione che vanno contrastati e sanzionati senza alcuna tolleranza e accertati con sentenza definitiva. Un altro conto sono le politiche urbanistiche attuate secondo noi legittimamente a Milano, che hanno consentito di risanare siti dismessi e hanno fatto di Milano la città che più si è rigenerata nella fase post industriale».

«Lavoreremo per il nuovo Pgt. Sarà un lavoro partecipato a cui chiediamo di intervenire alle varie anime della città. L’ho detto con chiarezza all’assessore Tancredi: non bisognerà aver fretta», ha dichiarato Sala. «Sarà un Pgt che guarda avanti, valorizzerà ancora di più i nostri 88 quartieri, consoliderà una politica poderosa sull’housing sociale e rafforzerà il piano Casa. Rimane il fatto che è nostro dovere fare proposte chiare alla città, il che piacerà a qualcuno e ad altri meno».

A proposito delle dimissioni di Bardelli, Sala ha dichiarato: «Venerdì l’assessore Bardelli è venuto da me e mi ha manifestato la sua indisponibilità a continuare nell’incarico che gli avevo affidato. Mi dispiace molto. Questi mesi a mio giudizio, e non credo solo a mio giudizio, ha fatto un lavoro molto buono». «Il messaggio Whatsapp incriminato non mi ha certo fatto piacere ma non voglio nemmeno dargli un valore che esorbiti dal contesto – ha precisato poi il primo cittadino – . Se fosse resa pubblica la messaggistica di tutti noi per un anno di fila, non credo che non si verificherebbero situazioni di grave imbarazzo. Non appartengo alla categoria degli scagliatori della prima pietra ma è evidente che i tempi che viviamo ne sono estremamente affollati. Tempi che si caratterizzano sempre di più per carenza di persone che fanno e si prendono la loro responsabilità ma per eccesso di giudici del lavoro altrui». Sala ha anche «apprezzato» il fatto che Bardelli si sia presentato nell’Aula di Palazzo Marino «per l’ultimo atto del suo percorso con la giunta milanese», formalizzando le dimissioni.

Sala è stato interrotto a più riprese da alcuni «buu» del pubblico e anche dal capogruppo di FdI, Riccardo Truppo, con il quale il primo cittadino ha avuto un battibecco. Al termine del dibattito i consiglieri di Fratelli d’Italia, che avevano anche organizzato un presidio all’esterno di Palazzo Marino, si sono alzati in piedi e hanno raggiunto il centro dell’Aula mostrando i cartelli «Dimissioni». «Lei fuori di qua può permettersi di urlare fin che vuole che mi devo dimettere – ha replicato Sala -, questa è la dimostrazione dell’impreparazione di chi fa politica. Evidentemente Truppo non conosce l’educazione». Il culmine è stato raggiunto quando Fdi Truppo ha preso dei documenti dai banchi della giunta e li ha buttati in un cestino, affermando: «Questo è tutto lavoro inutile, questa è l’immagine del modello Milano». A quel punto la presidente dell’aula Elena Buscemi ha chiesto di interrompere la seduta per cinque minuti.

10 marzo 2025 ( modifica il 10 marzo 2025 | 18:43)



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