Quattro punti di vantaggio sul terzultimo posto, la trasferta di Roma contro l’ex Claudio Ranieri all’orizzonte, due punti nelle ultime quattro partite che hanno dato risposte contrastanti, il pragmatismo che ha vinto sulla possibilità di provare a ottenere qualcosa in più. Il Cagliari di Davide Nicola approccia le ultime dieci giornate di Serie A con sentimenti opposti, da una parte una relativa tranquillità data dalla classifica, dall’altra un ultimo periodo che ha creato pesantezza nell’ambiente tra ritiro pre e fischi post pareggio casalingo contro il Genoa.
Occasioni e stile
Risposte contrastanti sono anche quelle che danno i dati delle prime ventotto giornate di campionato in casa Cagliari. La maggior parte a riflettere la posizione in classifica dei rossoblù, ma con alcune eccezioni che aprono scenari su ciò che sarebbe potuto essere e non è stato o sulle difficoltà riscontrate in quello che Nicola ama definire come il percorso. Uno su tutti lascia l’amaro in bocca, quello degli xG, ossia degli expected goals (gol attesi), dai quali dipende anche quello degli xG Pts, la classifica “virtuale” se l’atteso combaciasse con la realtà. Il Cagliari è infatti la squadra con il maggiore differenziale negativo in tutta la Serie A tra reti attese e reti segnate, 26 quelle realizzate e 33 quelle attese, un meno sette che significa anche meno sette punti rispetto alla classifica “possibile”. Un dato che è spiegabile attraverso un altro, quello della percentuale di tiri in porta sul totale. I rossoblù sono ultimi per rapporto tra conclusioni effettuate e conclusioni nello specchio, un 25,8% che racconta le difficoltà avute durante la stagione nel tramutare in gol le occasioni create. In una classifica che vede l’Atalanta al primo posto con il 36,1% e il Lecce, che precede il Cagliari in penultima posizione, con il 27,2%. E chissà che tutto questo non possa dipendere da uno stile di gioco che premia i lanci e i cross rispetto alla costruzione, l’attesa rispetto all’aggressività. Perché la squadra di Nicola è terza in tutto il campionato per lanci completati (164, dietro solo al Monza con 178 e al Torino con 169) e nella stessa posizione per numero di cross (585, dietro Lazio con 610 e Inter con 586), ma allo stesso tempo è ultima per passaggi filtranti (17 come la Fiorentina) e ultima anche per cambi di gioco, ossia per passaggi di oltre 32 metri in orizzontale (41).
Inversione
I dati che saltano però maggiormente all’occhio sono quelli relativi alla fase difensiva. Partendo da uno che spiega meno la strategia di Nicola, ma che comunque ha avuto un suo peso nelle ventotto gare di campionato. Il Cagliari è infatti assieme al Torino la seconda squadra che ha subito più gol da azioni di calci d’angolo (7) dietro al solo Monza (8). Sono però altri i dettagli che raccontano una gestione improntata al blocco basso “conservativo” e, di conseguenza, alle difficoltà di creare situazioni di gioco che possano sorprendere l’avversario di turno. Ad esempio quante volte i rossoblù hanno prodotto un tentativo di tiro dopo un’azione difensiva: soltanto cinque le occasioni in cui è successo, dato che pone il Cagliari al penultimo posto davanti al solo Monza (3). Ancora più indicativo il dato sui contrasti nella trequarti offensiva, indicatore che racconta quanto gli uomini di Nicola “pressino” alti e quanto, invece, restino maggiormente in attesa. I rossoblù sono all’ultimo posto nella speciale graduatoria con appena 36 contrasti in 28 gare. Un valore che spiega su quanto il Cagliari lasci giocare l’avversario di turno è quello dei PPDA (passaggi concessi per azione difensiva), con Deiola e compagni che sono al penultimo posto in Serie A per numeri di passaggi concessi agli avversari prima di un intervento che ne blocchi il possesso. Solo il Parma fa peggio dei rossoblù, con i ducali che segnano un dato di 16,75 e il Cagliari di 14,29. Un valore che aumenta di significato “negativo” se si guarda ad altri parametri come quello del Field Tilt – ossia la percentuale di possesso palla nell’ultimo terzo offensivo – nel quale i rossoblù di Nicola sono al quintultimo posto in Serie A con il 39% (dietro Empoli con 33, Verona con 35, Lecce con 36 e Genoa con 37) e come quello dei tiri da ripartenze che segna il solco con il citato Parma. Perché la squadra ora di Cristian Chivu e prima di Fabio Pecchia è sì in testa nei PPDA, ma allo stesso tempo lo è nei tiri da ripartenze (33), dato che evidenzia quanto quella dei gialloblù sia una strategia per aspettare e cogliere di sorpresa l’avversario, mentre il Cagliari sì concede, ma senza poi prendere alle spalle. La scelta di Nicola di un calcio più conservativo nelle ultime quattro giornate è confermata anche dai dati. Non solo una questione di avversari (è quasi ovvio concedere il possesso a squadre come Atalanta, Juventus e Bologna), perché anche contro il Genoa e in casa i rossoblù hanno segnato un valore di PPDA sopra la media stagionale (14,41 contro 14,29), così come considerando soltanto gli ultimi quattro turni di Seria A il valore è stato di 16,41, mentre nelle precedenti ventiquattro gare la media è stata di 13,96. E restando sulle ultime quattro giornate la conferma di un Cagliari meno sfacciato arriva anche da altri confronti. Quello delle azioni da tiro, con una media generale (incluse le ultime quattro gare) che è di 20,75 a partita e che relativa soltanto alle sfide dall’Atalanta al Genoa scende a 10 a gara; quello del numero di tiri totali, con la media totale di 11,75 che è diventata nelle ultime quattro partite di 5,5; infine quello degli xG, con 1,18 di media totale e 0,43 nelle ultime quattro.
Matteo Zizola
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