Puglia al 16°posto nella classifica regionale


La Puglia si posiziona al 16° posto nella classifica che misura l’efficacia e la capacità di risposta del sistema di welfare delle Regioni italiane.

Il dato emerge dalle classifiche del “Welfare Italia Index 2024” – strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione e consente di identificare, a livello regionale, i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire – realizzato da “Welfare, Italia”, Think Tank nato su iniziativa del Gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti (TEHA).

Il Welfare Italia Index viene presentato analiticamente all’interno del Rapporto Annuale del Think Tank “Welfare, Italia”, disponibile sul sito di Welfare Italia.

Il Welfare Italia Index è basato su 22 Key Performance Indicator che misurano dimensioni di input (ovvero indicatori di spesa – pubblica e privata – in welfare che raffigurano quante risorse sono allocate in un determinato territorio: ad esempio l’ammontare allocato tramite Fondo Sanitario Nazionale rapportato sul totale della popolazione regionale o l’assegno pensionistico medio mensile degli over 65) e dimensione di output (ovvero indicatori strutturali che rappresentano il contesto socio-economico in cui si inserisce la spesa in welfare: ad esempio il tasso di disoccupazione o la quota di famiglie in povertà).

Indicatori di spesa

La Puglia ottiene un punteggio di 73,1 per gli indicatori di spesa, posizionandosi al 13° posto a livello nazionale.

La Puglia mantiene il 4° posto nazionale per spesa pubblica per consumi finali per l’istruzione e la formazione che, nel 2024, ha raggiunto il 5,6% del PIL regionale (la media nazionale è pari al 3,6%).

Per quanto riguarda le politiche del lavoro, la Puglia si attesta al 5° posto, con una spesa pari al 3,5% del PIL, rispetto alla media nazionale del 2,6%.

La Regione si posiziona al 15° posto per la spesa media regionale per utente fruitore degli asili nido (5.614 euro rispetto  agli 8.057 euro della media nazionale) e al 4° posto per quanto riguarda l’importo medio di Assegno di inclusione (614 euro rispetto alla media nazionale di 618 euro).

La Puglia occupa il 19° posto per spesa sanitaria pubblica pro-capite (2.169 euro contro la media nazionale di 2.329 euro) e l’ultimo per spesa sanitaria privata pro-capite (412 euro rispetto alla media nazionale di 604 euro).

Indicatori strutturali

Per quanto riguarda gli indicatori strutturali la Puglia registra un punteggio di 49,7 (in una scala da 1 a 100), confermando il 18° posto del 2023.

Con riferimento agli indicatori strutturali legati all’area sanitaria, la Puglia si posiziona al 15° posto per stato di salute della popolazione e per l’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

Sul fronte del lavoro, la Regione si posiziona al 18° posto sia per tasso di disoccupazione, pari  all’11,6% e in miglioramento rispetto al 12,1% del 2023, sia per la quota di giovani NEET tra i 15 e i 34 anni che non studiano né lavorano (Not in Education, Employment, or Training) pari al 25,3% rispetto a una media nazionale del 18%, che per la percentuale di cittadini inattivi, pari al 57,1% a fronte del 50,1% della media nazionale.

La Puglia registra un miglioramento per quanto attiene il tasso di partecipazione a forme pensionistiche complementari, guadagnando una posizione rispetto al 2023 e attestandosi al 17° posto con un valore del 30%, sebbene inferiore alla media italiana del 36,9%.

Un segnale positivo arriva dal tasso di dispersione scolastica, che scende al 12,8%, in calo rispetto al 14,6% dell’anno precedente. Questo progresso consente alla Regione di risalire al 15° posto, rispetto al 17° dell’anno scorso, anche se il dato rimane ancora superiore alla media nazionale del 10,5%.

Infine, la Puglia si colloca al 17° posto sia per numero di posti asilo nido autorizzati ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni, con un valore pari a 18 rispetto alla media nazionale di 26,1, sia per l’indice di deprivazione abitativa, che misura l’affollamento delle abitazioni, che si attesta a 2,6, lievemente al di sopra della media italiana di 2,5.



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