Rodrigo Duterte è stato arrestato per crimini contro l’umanità


Le indagini della Corte

Jam STA ROSA / AFP – Morti per droga , Filippine

Le accuse contro Duterte

  • “Quando diventerò presidente, ordinerò alla polizia e ai militari di trovare queste persone e di ucciderle”. Come candidato alla presidenza, Duterte afferma il 16 marzo 2016 che sradichera’ la droga nelle Filippine uccidendo cosi’ tanti spacciatori da provocare un boom per le imprese funebri.
  • “Se conoscete dei tossicodipendenti, uccideteli voi stessi, perché farli uccidere dai loro genitori sarebbe troppo doloroso”. Ore dopo il giuramento come presidente, Duterte va in una baraccopoli di Manila e invita i residenti a uccidere i vicini tossicodipendenti il 30 giugno 2016.
  • “Questa campagna spara-uccidi rimarrà fino all’ultimo giorno del mio mandato. Non mi interessano i diritti umani, credetemi”. Un Duterte impenitente giura di non mollare, mentre il bilancio delle vittime della sua guerra alla droga si avvicina a quota 1.000 il 6 agosto 2016.
  • “Sarei felice di massacrarli”. Il 30 settembre 2016 Duterte ha stimato che nelle Filippine ci sono tre milioni di tossicodipendenti, aggiungendo che li vorrebbe tutti morti. Un anno dopo, ha dichiarato che la cifra era cresciuta a quattro milioni nonostante il suo giro di vite “Lo facevo (uccidere) personalmente solo per dimostrare ai ragazzi che se posso farlo io, potete farlo anche voi”.
  • Il 12 dicembre 2016 Duterte si vanta di aver ucciso dei sospetti quando era sindaco della citta’ meridionale di Davao. “Se commetti corruzione, chiunque tu sia, ti farò volare in elicottero a Manila e ti butterò fuori. L’ho già fatto in passato, perché non dovrei farlo di nuovo?”. Duterte allude a un crimine passato per spiegare come prenderà misure drastiche contro la droga e la corruzione il 27 dicembre 2016. Dispiaciuto? Non mi dispiace.
  • “Volete spaventarmi minacciando di farmi sbattere in prigione? Corte penale internazionale? Stronzate”. Il 28 novembre 2016 Duterte si è infuriato per il severo avvertimento del procuratore della CPI Fatou Bensouda, secondo cui chiunque inciti alla “violenza di massa” nelle Filippine è “potenzialmente perseguibile” presso il tribunale mondiale.
  • “Non me ne frega niente di essere perseguito dalla CPI. Faccia pure. Sarebbe un piacere andare in prigione per il mio Paese. Sarebbe un grande onore per me, anche se non mi faranno diventare un eroe, morire per il mio Paese”. Il 20 settembre 2017 Duterte si sottrae nuovamente a un potenziale processo.



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