Il presidente ad interim della Siria, Ahmed al Sharaa, e il comandante delle Forze democratiche siriane (Fds, coalizione di milizie a maggioranza curda sostenuta dagli Stati Uniti), Mazloum Abdi, hanno firmato un accordo che sancisce l’integrazione delle Fds nelle istituzioni statali. L’annuncio arriva in un momento di particolare tensione per la Siria, che da giorni sta assistendo agli scontri più violenti da quando, l’8 dicembre scorso, è stato destituito il regime dell’ex presidente Bashar al Assad. L’intesa di Damasco con le forze curde, bersaglio delle milizie legate alla Turchia dai tempi della guerra civile siriana, potrebbe contribuire a ricomporre un quadro fortemente critico in cui i massacri contro la popolazione alawita (si contano almeno 1.225 morti civili) fanno temere un ritorno della violenza settaria nel Paese.
Ieri i due leader Al Sharaa e Abdi hanno annunciato l’accordo, che prevede anche un cessate il fuoco in tutto il territorio, garantendo il diritto di tutti i siriani alla rappresentanza e alla partecipazione e assicurando il ritorno di tutti gli sfollati nelle loro città e la loro protezione. L’accordo prevede inoltre il sostegno allo Stato siriano nella lotta contro i gruppi rimasti fedeli al regime di Al Assad e il rifiuto di incitamenti alla divisione. Lo scorso febbraio, la leadership delle Forze democratiche siriane aveva annunciato la fusione delle sue istituzioni militari e di sicurezza con le istituzioni di sicurezza dell’Amministrazione autonoma, in preparazione della loro integrazione nella struttura dell’esercito siriano.
L’accordo raggiunto ieri “rappresenta una reale opportunità per costruire una nuova Siria che comprenda tutte le sue componenti e garantisca rapporti di buon vicinato”, ha commentato Abdi sul suo profilo X. “In questo periodo delicato, stiamo lavorando insieme per garantire una fase di transizione che rispecchi le aspirazioni del nostro popolo alla giustizia e alla stabilità. Ci impegniamo a costruire un futuro migliore che garantisca i diritti di tutti i siriani e risponda alle loro aspirazioni di pace e dignità”, ha aggiunto Abdi.
Il governo siriano ha inoltre annunciato di aver firmato un accordo con una delegazione drusa della provincia meridionale di Suwayda per integrare la comunità nelle istituzioni dello Stato. Inoltre, una fonte del ministero della Difesa siriano ha riferito all’agenzia di stampa irachena “Shafaq” che le Fds consegneranno alla leadership post Assad il campo di Al Hol, in cui vivono migliaia di persone tra miliziani dello Stato islamico e loro familiari. La stessa fonte ha aggiunto che le Fds trasferiranno gradualmente tutte le aree sotto il loro controllo alla nuova amministrazione, nonché la gestione della sicurezza nella zona di confine con l’Iraq.
L’accordo tra le Forze democratiche siriane e le autorità di Damasco rappresenta una “tappa positiva verso una soluzione negoziata e pacifica per l’unificazione della Siria” e “l’integrazione dei curdi al processo di transizione politica”, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri francese, affermando che Parigi “ha contribuito” alla firma insieme agli Stati Uniti. “La Francia continuerà i suoi sforzi per facilitare il dialogo tra le autorità siriane di transizione e i suoi partner curdi del nord-est della Siria”, ha aggiunto il portavoce. Anche l’Arabia Saudita e la Giordania hanno accolto con favore il raggiungimento dell’intesa. Secondo quanto riferito da una fonte ufficiale turca ai media internazionali, Ankara – altro attore importante nel panorama regionale e in particolar modo nel contesto siriano – è “cautamente ottimista” e aspetta di vedere in che modo sarà attuata l’intesa.
La Turchia considera le Fds un’organizzazione terroristica, sostanzialmente equiparata al braccio siriano del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Inoltre Ankara, che controlla ancora ampie fasce di territorio nel nord della Siria, ha ripetutamente chiesto il disarmo e lo scioglimento delle Unità di protezione popolare (Ypg), che guidano le Fds, oltre all’espulsione di tutti i combattenti non siriani dal Paese. Secondo un funzionario turco anonimo, l’accordo tra Damasco e le forze curde non ostacolerà la determinazione di Ankara a combattere il “terrorismo” e le Ypg non dovrebbero unirsi alle istituzioni siriane in blocco, ma piuttosto essere integrate rompendo la loro catena di comando. L’accordo in Siria arriva pochi giorni dopo l’annuncio di Abdullah Ocalan, lo storico leader del Pkk detenuto in carcere da 25 anni sull’isola turca di Imrali, del cessate il fuoco con Ankara, dopo più di 40 anni di conflitto che ha causato 40 mila morti.
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