A Bruxelles si stanno discutendo proposte per indebolire le regole di compensazione in vigore da vent’anni, che tutelano i viaggiatori europei per ritardi superiori a tre ore
I passeggeri aerei in Europa godono di alcune delle migliori tutele al mondo. Ma l’Unione europea sta pensando di indebolire queste misure, lasciando i viaggiatori a bocca asciutta.
L’attuale regolamento, noto come EU261,** è in vigore dal 2005 e fornisce ai passeggeri un risarcimento e assistenza nel caso in cui il loro viaggio non vada come previsto. Una revisione di queste regole è stata discussa dal 2013, ma è riemersa questa settimana in quanto Bruxelles è ancora una volta sotto pressione da parte delle compagnie aeree e dei gruppi di pressione.
Ciò potrebbe implicare delle modifiche al ritardo che deve accumulare un volo per avere diritto a un risarcimento.
Attualmente, i passeggeri devono arrivare a destinazione con almeno tre ore di ritardo perché l’UE261 sia applicabile. Una nuova proposta guidata dalla Polonia, che attualmente detiene la presidenza del Consiglio dell’Ue, potrebbe vedere questa soglia innalzata ad almeno cinque ore.
“Questi cambiamenti sarebbero estremamente dannosi per i consumatori”, afferma Coby Benson, avvocato specializzato in risarcimenti a seguito di voli in ritardo presso Bott & Co, sottolineando che l’attuale soglia di tre ore incentiva le compagnie aeree a operare in modo puntuale. “Se la soglia venisse innalzata a cinque ore, le compagnie non subirebbero alcuna sanzione per i ritardi prolungati e quindi i disagi dei passeggeri aumenterebbero”.
Cos’è il Regolamento EU261 e come protegge i passeggeri
Il Regolamento (CE) n. 261/2004, comunemente chiamato EU261, è un atto dell’Unione Europea che stabilisce i diritti dei passeggeri aerei in caso di ritardi, cancellazioni e imbarco negato. Garantisce il diritto al risarcimento, all’assistenza e al rimborso quando i piani di viaggio vengono stravolti.
L’EU261 si applica a qualsiasi volo in partenza da un aeroporto dell’Ue, indipendentemente dalla nazionalità della compagnia aerea, e ai voli in arrivo negli aeroporti europei se operati da una compagnia aerea comunitaria. Non copre i voli diretti in Europa con compagnie aeree non Ue o i voli non europei che hanno uno scalo in Europa.
Il regolamento riguarda tutti gli Stati membri più Islanda, Norvegia e Svizzera. Il Regno Unito ha adottato gli stessi criteri per il risarcimento, con la legge denominata UK261.
Attualmente, i passeggeri hanno diritto a un risarcimento se subiscono un ritardo superiore a tre ore, se il volo viene cancellato entro 14 giorni dalla partenza e se è stato loro negato l’imbarco perché il volo era in overbooking.
Il risarcimento non è dovuto per “circostanze straordinarie”, che comprendono condizioni meteorologiche estreme, restrizioni del traffico aereo, scioperi che non coinvolgono il personale della compagnia aerea e instabilità politica.
L’importo del risarcimento dipenderà dalla durata del ritardo e dalla distanza del volo. L’importo massimo pagabile per ogni singola richiesta di risarcimento è di seicento euro, il che implica un volo di oltre 3.500 chilometri e un ritardo di almeno quattro ore.
“L’importanza di viaggiare in modo affidabile e sicuro per i consumatori è stata evidenziata dal caos aereo delle ultime estati e dalla pandemia di coronavirus”, ha dichiarato a Euronews Travel Karolina Wojtal, responsabile del Centro europeo dei consumatori (Ecc) in Germania. “Troppo spesso i passeggeri si trovano ad affrontare voli cancellati o in ritardo”.
Secondo i dati della società di risarcimenti Skycop, nel 2024 quasi il due per cento delle partenze dagli aeroporti dell’Ue ha subito ritardi significativi o è stato cancellato. Tra giugno e agosto, i mesi di maggiore affluenza, più di sessantamila voli sono stati interrotti al punto da essere coperti dall’EU261. Secondo le stime di Skycop, il conto totale ammonta a due miliardi di euro di risarcimenti per i passeggeri.
Quali sono le modifiche alle compensazioni attualmente in esame
Le modifiche attualmente in discussione sono le stesse proposte nel 2013. Tra queste, l’introduzione di un sistema di compensazione strutturato per i ritardi, passando dall’attuale soglia di tre a cinque ore per il corto raggio, nove ore per il medio raggio e fino a dodici ore per i voli più lunghi.
“Una simile revisione indebolirebbe in modo significativo i diritti dei passeggeri, innalzando le soglie di risarcimento”, afferma Reinhold Schranz, responsabile del Centro europeo dei consumatori in Austria. “Ciò porterebbe a una situazione in cui quasi l’85 per cento dei passeggeri interessati non avrebbe più diritto a un risarcimento, dal momento che la maggior parte dei ritardi registrati è compresa tra le due e le quattro ore”.
Airlines4Europe, un’associazione di compagnie aeree che rappresenta il settanta per cento del traffico aereo europeo, sostiene che l’estensione del ritardo tollerato a cinque ore porterebbe in realtà un maggior numero di passeggeri a raggiungere le loro destinazioni. Secondo l’associazione “sarebbe un forte incentivo per le compagnie aeree a risolvere eventuali ritardi prima di raggiungere la soglia” ed evitare la cancellazione del volo.
Tuttavia, Schranz avverte che i passeggeri potrebbero subire un aumento dei ritardi se le protezioni venissero indebolite. “Poiché la compensazione per le cancellazioni rimane dovuta indipendentemente dalla durata del ritardo, le compagnie aeree potrebbero essere incentivate a ritardare i voli piuttosto che cancellarli per evitare di pagare la compensazione”, ha aggiunto.
Le compagnie aeree dovrebbero pagare ai passeggeri un risarcimento maggiore?
Nonostante il valore reale dei risarcimenti cambi a causa dell’inflazione, gli importi pagati in base all’UE261 non sono cambiati in vent’anni.
AirAdvisor, una società che si occupa di risarcimenti, sostiene che è necessario riformare l’EU261 per mantenere il suo valore per i consumatori.
“La quota di risarcimento prevista dall’EU261 è ferma da vent’anni e l’inflazione ne ha eroso il valore”, afferma Anton Radchenko, Ceo di AirAdvisor. “Se le autorità di regolamentazione dell’Ue non adeguano queste tariffe, non riusciranno a incentivare le compagnie aeree o a fornire un risarcimento significativo ai passeggeri. In questo momento, i passeggeri potrebbero anche non preoccuparsi di chiedere un risarcimento per importi inferiori a 250 euro”.
Molte compagnie aeree sono completamente contrarie all’UE261, in particolare gli operatori low-cost e a corto raggio. Con i passeggeri che pagano anche solo venti euro per un volo con Ryanair, la compagnia aerea può trovarsi con le tasche vuote se decine di persone chiedono un risarcimento per un ritardo.
“Pensiamo che gli importi siano sproporzionati”, ha dichiarato a IndependentPhilip Meeson, Ceo di Jet2. “Pensiamo che sarebbe un’ottima idea rivedere le regole e renderle proporzionate”.
L’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) chiede da tempo una revisione delle regole. “Sono un pasticcio”, afferma il direttore generale Willie Walsh. “Costano alle compagnie aeree cinque miliardi di euro all’anno e non fanno nulla per migliorare alcuni degli aspetti del trasporto aereo che funzionano peggio o per migliorare l’esperienza di volo”.
Per l’Ecc in Germania, l’attenzione è rivolta al mantenimento degli standard esistenti piuttosto che all’aumento degli importi da pagare. La direttrice Karolina Wotjal sottolinea che le soglie temporali sono fondamentali per far scattare il pagamento e che, se queste venissero modificate, anche importi di risarcimento più elevati non aiuterebbero i consumatori, poiché un numero minore di persone potrebbe fare richiesta.
“I consumatori considerano l’esistenza di forti diritti dei passeggeri un successo per l’Ue“, afferma Wotjal. “Ridurre i loro diritti in questo momento politico non è affatto un buon segnale”.
Quando cambieranno le regole sui risarcimenti
Con le nuove proposte presentate e in discussione, la strada da percorrere per ottenere qualsiasi cambiamento del regolamento è ancora lunga. È probabile che le discussioni continuino nei prossimi mesi e che i risultati passino al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio, che dovranno entrambi approvare il testo finale.
Quando il Regno Unito è uscito dall’Ue, aveva la possibilità di non seguire più le direttive dell’Unione. Tuttavia, ha adottato l’UE261 nel diritto britannico e i passeggeri del Regno Unito possono godere delle stesse protezioni per i voli dei loro vicini europei.
Se la regola dovesse cambiare nell’Ue, non cambierebbe naturalmente nel Regno Unito. Tuttavia, come osserva Benson, “resta da vedere se il governo britannico cercherà di seguire l’esempio e di allineare volontariamente la nostra legge a quella europea”.
Per ora, la regola delle tre ore rimane in vigore, quindi i viaggiatori che subiscono ritardi possono ancora chiedere un risarcimento. Ma l’esito delle discussioni a Bruxelles potrebbe avere un impatto su larga scala nei confronti dei diritti dei passeggeri in Europa.
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