Brave New World – La recensione


Dopo il successo delle pellicole precedenti che lo vedevano protagonista, Captain America torna sul grande schermo con un film che cerca di recuperare le atmosfere del passato, ma senza convincere del tutto. Il nuovo capitolo targato Marvel, Captain America: Brave New World (2025), che vede il debutto di Julius Onah alla regia di un cinecomic del Marvel Cinematic Universe, segna il ritorno di Anthony Mackie nei panni del soldato a stelle e strisce, dopo aver già ricoperto il ruolo nella miniserie The Falcon and the Winter Soldier (2021).

Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World – Cast e Trama

Captain America: Brave New World presenta un cast particolarmente ricco. Accanto ad Anthony Mackie, troviamo Danny Ramirez, Shira Haas, Xosha Roquemore, Carl Lumbly, Giancarlo Esposito, Liv Tyler, Tim Blake Nelson, che torna a interpretare Samuel Sterns dopo L’incredibile Hulk (2008), e Harrison Ford. Quest’ultimo eredita il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, alias Red Hulk, dal compianto William Hurt.

La narrazione riprende da dove si era interrotta con The Falcon and the Winter Soldier, in cui Sam Wilson (Anthony Mackie) ha lasciato il ruolo di Falcon per diventare il nuovo Captain America. Questa scelta lo porta ad affrontare dubbi e timori su sé stesso e sulla sua capacità di onorare l’eredità di Steve Rogers (Chris Evans). La sua determinazione verrà messa alla prova in una corsa contro il tempo per proteggere gli equilibri mondiali, minacciati da una misteriosa figura del passato che trama nell’ombra. Per salvare il suo paese, e il mondo intero, Sam dovrà affrontare le sue paure, accettare pienamente la sua nuova identità e impugnare lo scudo con convinzione.

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Captain America: Brave New World – La Recensione

Con Captain America: Brave New World si torna a una narrazione più terrestre e umana, dopo un periodo in cui l’MCU si è concentrato su spazio, multiverso e regno quantico. Il film mette al centro non più le grandi battaglie cosmiche o il caos generato dai mondi alternativi, ma il conflitto interiore del protagonista. Sul piano stilistico vi è dunque un ritorno alle atmosfere thriller e di spionaggio che avevano già riscosso ampi consensi con Captain America: The Winter Soldier e Civil War.

Tuttavia, nonostante le buone premesse e alcune idee interessanti, Captain America: Brave New World fatica a mantenere una coesione narrativa solida, lasciando la sensazione di un’occasione solo parzialmente sfruttata. Se da un lato le sequenze d’azione risultano dinamiche e ben coreografate, il ritmo si rivela altalenante nel cuore della narrazione.

Si passa da momenti adrenalinici a lunghi dialoghi che, pur funzionali alla storia, finiscono per rallentarne l’andamento. Il film riesce a esprimere il meglio di sé soprattutto nell’inizio e nel finale, lasciando invece qualche incertezza nella parte centrale.

Captain America: Brave New WorldCaptain America: Brave New World

L’MCU torna a mettere ordine nella sua continuity

Dopo anni di stasi narrativa, Captain America: Brave New World tenta finalmente di risanare alcune incongruenze rimaste in sospeso nel Marvel Cinematic Universe, rispondendo a diverse critiche sollevate dai fan più attenti. Uno degli esempi più eclatanti è il riferimento al gigantesco Celestiale emerso dalla Terra alla fine di Eternals (2021), un evento di enorme portata mai menzionato nei successivi prodotti Marvel, nonostante le sue implicazioni globali. Qui, finalmente, la questione viene ripresa e diventa un elemento chiave della trama: il corpo del Celestiale si rivela la fonte di una nuova lega metallica, l’Adamantio. Questo materiale, ben noto ai fan degli X-Men, è considerato persino più resistente del Vibranio e scatena una competizione tra diverse nazioni, inclusi gli Stati Uniti. Una vera e propria corsa all’oro che porta a forti tensioni e rischia di degenerare in conflitti armati.

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Harrison Ford raccoglie l’eredità di William Hurt offrendo un’interpretazione convincente del generale Ross, assumendo un ruolo centrale nella vicenda. Il recasting viene persino giustificato con un’autoironica battuta scambiata con Sam Wilson (Anthony Mackie), in cui Ross afferma di aver dovuto rinunciare ai suoi iconici baffi come compromesso per vincere le elezioni.

Captain America: Brave New WorldCaptain America: Brave New World

Sam Wilson e la sfida di essere Captain America

Captain America: Brave New World riporta in scena personaggi già noti, con alcune nuove aggiunte. Anthony Mackie riesce a trasmettere in modo credibile le emozioni di Sam Wilson, un uomo che affronta le proprie insicurezze e si interroga sulla sua capacità di essere all’altezza del ruolo di Captain America. A differenza di Steve Rogers, Sam non possiede abilità sovrumane e deve spesso confrontarsi con i propri limiti. Una scena significativa in questo senso è il dialogo con il suo fidato compagno Joaquin Torres (Danny Ramirez), già apparso in The Falcon and the Winter Soldier.

Il loro confronto riesce a dissipare i dubbi che molti fan avrebbero potuto avere su Sam come degno erede di Steve Rogers: non cerca di essere il suo successore in senso stretto, ma di onorarne l’eredità combattendo con i mezzi che ha a disposizione. Anche senza poteri, Sam Wilson incarna i valori di Captain America, diventando un simbolo di speranza per gli altri. L’elemento umano è dunque centrale in questo nuovo capitolo del franchise, che mette da parte il lato più fantastico e sovrannaturale per concentrarsi sulla determinazione e la resilienza del protagonista.

Captain America: Brave New WorldCaptain America: Brave New World

Hulk Rosso brilla, mentre gli altri restano nell’ombra

Se l’approfondimento del protagonista risulta particolarmente efficace, lo stesso non si può dire per i personaggi secondari, che, pur avendo un grande potenziale, finiscono per risultare meno incisivi.

Un esempio è Ruth Bat-Seraph, interpretata da Shira Haas, la cui presenza nel film non lascia davvero il segno, nonostante le sue ottime capacità combattive come ex Vedova Nera e un passato da assassina che avrebbe potuto offrire spunti narrativi interessanti.

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Anche l’antagonista soffre di un trattamento simile. Captain America: Brave New World costruisce un mistero intorno alla sua identità, ma per chi ha seguito i vari rumor o il cast, era già chiaro che si trattasse di Samuel Sterns / Il Capo, interpretato nuovamente da Tim Blake Nelson dopo L’incredibile Hulk (2008). Il personaggio torna nel MCU con un aspetto diverso rispetto alla versione fumettistica, pur mantenendo intatta la sua caratterizzazione mentale.

Sebbene rappresenti una minaccia concreta e funzioni nella storia, nella parte finale del film viene sacrificato a favore del tanto discusso combattimento tra Sam Wilson e Hulk Rosso. Quest’ultimo, realizzato con una CGI convincente, merita più spazio, ma riesce comunque a valorizzare la versione distruttiva di Hulk. Se in Avengers: Endgame la presenza del Professor Hulk poteva avere un senso, col tempo questa interpretazione ha finito per stancare, privando il personaggio della sua lotta interiore con Bruce Banner e riducendolo a una mera spalla comica.

Hulk Rosso rappresenta quindi una boccata d’aria fresca, restituendo al personaggio il senso di minaccia e distruzione che lo contraddistingue. Si spera che, con la crescente attenzione al pericolo del multiverso, Hulk possa tornare alle sue origini.

Captain America: Brave New World – Conclusioni

Da un punto di vista tecnico, Captain America: Brave New World offre un buon comparto visivo, con inquadrature curate e scene d’azione ben coreografate. Particolarmente riuscito è il design del nuovo costume di Captain America, che riesce a bilanciare l’eredità di Sam Wilson come Falcon con l’iconico scudo di vibranio. Inoltre, per compensare la mancanza di poteri del protagonista, il film introduce il supporto della tecnologia del Wakanda.

Se da un lato il costume e le sequenze di combattimento risultano curati, la CGI continua a mostrare alcune incertezze. Sebbene migliori rispetto ai capitoli più recenti del franchise.

Pur con i suoi limiti, Captain America: Brave New World riesce comunque a intrattenere e offrire spunti interessanti. Il ritorno a toni più seri e il recupero di elementi dimenticati dell’MCU sono scelte apprezzabili, ma non bastano a rendere il film davvero memorabile.

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