È il giorno dei giorni per il nome della nuova Capitale italiana della Cultura 2027. La regione Puglia si presenta all’ultima tappa delle dieci finaliste, con ben tre città, Alberobello, Brindisi e Gallipoli che hanno lavorato per diversi mesi per redigere e presentare il dossier con la candidatura a questo prestigioso titolo assegnato ogni anno dal Ministero della cultura sulla scorta della valutazione dei progetti da parte di una commissione di sette esperti nella gestione dei beni culturali.
Le città in corsa
La “Capitale italiana” verrà proclamata stamattina dal ministro della Cultura Alessandro Giuli attraverso un annuncio dato nel corso di una cerimonia ufficiale che si terrà alle 11.30 nella sala Spadolini del Ministero, alla presenza della giuria di selezione e dei rappresentanti delle città candidate. In corsa per il titolo, ricordiamo, ci sono Alberobello con il progetto dal titolo ‘Pietramadre’, Brindisi con ‘Navigare il futuro’, Gallipoli con ‘La bella tra terra e mare’, e poi ancora Aliano (Basilicata) con ‘Terra dell’altrove’, La Spezia (Liguria), Pompei (Campania), Pordenone (Friuli-Venezia Giulia), Reggio Calabria (Calabria), Sant’Andrea di Conza (Campania), e Savona (Liguria). Alla città vincitrice sarà assegnato un contributo di un milione di euro per attuare il programma culturale presentato all’interno del dossier di candidatura. E dopo la proclamazione, il titolo di Capitale italiana della Cultura sarà formalmente conferito dal Consiglio dei ministri con propria delibera, dietro proposta del ministro della Cultura, che accoglierà la raccomandazione della giuria di selezione. Terminerà così il lungo iter per l’assegnazione della qualifica quella di “Capitale 2027” che si pone il più ampio obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale italiano, favorendo lo sviluppo delle città italiane attraverso la cultura.
Cresce dunque l’attesa e la trepidazione per le tre città pugliesi finaliste che sono arrivate alla finale portando con sé una forte carica di entusiasmo e passione. “Pietramadre” è il nome del progetto presentato dal comune di Alberobello, insieme al comune di Noci, Castellana Grotte e Polignano a Mare il cui filo conduttore è la pietra, rappresentata dai celebri muretti a secco, Patrimonio immateriale dell’Unesco. I promotori del dossier sono riusciti a costruire delle relazioni strette con le associazioni, i cittadini, le imprese e con le altre comunità, con i sindaci che hanno compiuto tutti insieme questo viaggio. “Navigare il futuro” – invece – è il dossier presentato dalla città di Brindisi, “crocevia di terre e anime” il cui simbolo è il faro, inteso come guida ma anche visione del futuro. Si tratta di un progetto innovativo, che vede la fruizione della cultura al centro ma con una funzione di produzione culturale legata all’innovazione e alla transizione energetica. Mentre a Gallipoli con “La bella tra terra e mare”, il comune intende valorizzare il patrimonio meno conosciuto della città, come quello delle corti, e allo stesso tempo, valorizzare il rapporto strettissimo con il mare, «un sogno possibile e la visione di una città unita che guarda al futuro con entusiasmo e determinazione». Finora, l’unica città pugliese ad aggiudicarsi il titolo di Capitale italiana della cultura è stata Lecce nel 2015. A chi toccherà dieci anni dopo? «Con tre città finaliste su dieci, la nostra regione ha portato sul tavolo del Ministero la forza di un territorio che sogna, progetta e prova a costruire il suo futuro attraverso la cultura – ha detto alcuni giorni fa l’assessora regionale alla Cultura Viviana Matrangola, intervenuta a Roma durante la presentazione dei dossier -. Grazie a candidature molto ricche e rappresentative delle bellezze e della storia del nostro territorio, Alberobello, Brindisi e Gallipoli si giocano una sfida importante». Essere Capitale della Cultura, infatti, «non è solo un riconoscimento simbolico, ma è un’occasione di trasformazione concreta del territorio perché si può generare crescita, innovazione e una nuova consapevolezza del proprio patrimonio. E queste città hanno dimostrato di avere la visione, l’energia e il coraggio per farlo».
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