EVENTI, Commonwealth Day 2025. A Londra e a Roma due celebrazioni contestuali


Nel suo discorso pronunziato in occasione della celebrazione del Commonwealth Day 2025, rivolgendosi alla «famiglia di 56 paesi», Re Carlo III, sovrano del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, ha sottolineato la necessità di restare uniti soprattutto «in questi tempi di incertezza». Già, poiché quella che attraversa il Commonwealth, e l’umanità in generale, è davvero una fase marcatamente proteiforme caratterizzata da mutamenti epocali i cui effetti non sono sempre e del tutto prevedibili.

UNA FAMIGLIA CHE DEVE CAMMINARE ASSIEME

Tuttavia, come per altro sottolineato anche dall’ambasciatore del Kenya in Italia, Fredrick Matwang’a, nel corso del suo intervento alla celebrazione che, contestualmente quella londinese, ha avuto luogo a Roma, «il Commonwealth è una famiglia formata da membri dalle variegate differenze di vario genere, culturale, sociale, dello sviluppo economico, eccetera, famiglie che però per il comune interesse devono camminare assieme». Ma cosa potrà essere oggi il Commonwealth di fronte alle sfide poste dai profondi e repentini cambiamenti del mondo che sono in atto?

PROTEIFORMITÀ DI UN MONDO INTERCONCONNESSO

Con i suoi cinquantasei Stati membri, dei quali Regno Unito e Canada ne costituiscono elementi chiave, il Commonwealth esprime una vasta rete diplomatica che pone nelle condizioni di meglio operare in una realtà globale (seppure forse meno globalizzata di qualche tempo fa) sempre più interconnessa, anche e soprattutto alla luce delle problematiche emergenti relative a istruzione, intelligenza artificiale ed etica digitale. E qui, nel corso dell’evento di Palazzo Valentini, l’accento è stato posto sulle relazioni, attuali e potenziali, tra Commonwealth e Santa Sede, in vista di un loro ampliamento.

COMMONWEALTH E SANTA SEDE

Commonwealth e Santa Sede, ovvero due modelli di leadership globale radicati nella storia e, giocoforza, aperti alle sfide sia del presente che del futuro. Entrambe organizzazioni capillarmente radicate in quei continenti del domani (si pensi alle missioni cattoliche), riguardo ai quali è auspicabile una crescita il più ordinata e sostenibile possibile, laddove sono rinvenibili anche iniziative umanitarie e mediazioni congiunte. Infatti, una delle modalità di intervento concordato potrebbe essere quella dell’esercizio di pressioni di natura diplomatica, oltreché la costituzione di gruppi di mediazione al fine di risolvere le crisi.

CARLO III E IL PONTEFICE

In quest’ultimo caso, le eventuali road map proposte e successivamente condivise dalle parti in causa sarebbero il frutto del lavoro comune posto in essere fianco a fianco da religiosi e diplomatici. In fondo, il Vaticano ha da sempre svolto un ruolo fondamentale nel quadro del dialogo interreligioso e nell’aiuto ai rifugiati. Questo nel solco delle consolidate relazioni tra Commonwealth e Santa Sede, in particolare tra Oltre Tevere e Londra. Dunque, il Giubileo 2025 costituisce una occasione per rinforzare i rapporti in essere sui piani ecumenico, politico e dell’amicizia. Di tali opportunità ne potranno discutere personalmente (stante le condizioni di salute del Pontefice) Papa Francesco e Re Carlo III in occasione della visita di quest’ultimo a Roma, prevista per il prossimo 9 aprile.

A702 – EVENTI, COMMONWEALTH DAY 2025: A LONDRA E A ROMA DUE CELEBRAZIONI CONTESTUALI. Nella capitale britannica la famiglia reale ha preso parte all’evento assieme al primo ministro Keir Starmer. Re Carlo III ha pronunziato il proprio discorso rivolgendosi «alla famiglia di cinquantasei Paesi» che celebravano «lo spirito duraturo del Commonwealth».
Si tratta dell’appuntamento annuale che vede la partecipazione di milioni di persone in tutti i Paesi un tempo parte dell’Impero di Sua Maestà, dunque Africa, Asia, Caraibi, Americhe, Pacifico ed Europa. Tuttavia, non è qualcosa che interessa esclusivamente l’anglosfera o parte di essa, poiché, ad esempio, quest’anno giubilare nel corso del pomeriggio del 10 marzo a Palazzo Valentini, (sede della Città Metropolitana di Roma Capitale), uno degli aspetti oggetto di trattazione che ha ricevuto maggiore rilievo è stato quello della cooperazione tra Commonwealth e Santa Sede. Tema ispiratore il richiamo alla coesione sulla base dei successi del passato: Together We Thritiene, cioè, insieme abbiamo trionfato. All’evento romano hanno preso parte: GIANNI LATTANZIO (segretario generale dell’Istituto per la Cooperazione con i Paesi esteri e il Networking), MARIANO ANGELUCCI (consigliere di Roma Città Metropolitana e presidente della Commissione Turismo, Moda e Relazioni internazionali di Roma Capitale), ELISABETTA TRENTA (già ministro della Difesa della Repubblica Italiana), EDWARD L. MURA (Euro Pacific Legal Group  e The Commonwealth Club of Rome), MIMMO MUOLO (giornalista, vaticanista del quotidiano “Avvenire”), MATTEO LUIGI NAPOLITANO (docente di Storia delle relazioni internazionali presso Università Molise); a seguire si sono alternati gli interventi dei componenti il panel dei diplomatici degli Stati membri del Commonwealth, inoltre, nel corso dell’evento è stato trasmesso un videomessaggio di saluto di Sua Maestà GIORGIO III (sovrano del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord) ed è stato letto in Aula consiliare un messaggio di saluto inviato dall’onorevole FABIO PORTA (parlamentare della Repubblica eletto nel Collegio degli italiani all’estero).
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