Registrati alla nuova sezione Dossier BolognaToday
Dalla Motor Valley alla “Circular Valley”. E’ questo il progetto del’ad di Hera, Orazio Iacono, che a Imola di ha inaugurato Fib3r, impianto all’avanguardia che rigenera la fibra di carbonio su scala industriale. Il progetto, partito con la sperimentazione nel 2012, è il primo nel suo genere e tratta appunto i compositi in fibra di carbonio, riducendo l’impatto ambientale. Qui entrano scarti a fine vita ed esce fibra di carbonio rigenerata, leggera e resistente come quella vergine, pronta per essere riutilizzata in un ciclo potenzialmente infinito in vari settori strategici del Made in Italy. Ad oggi, si prevede che Fib3r produrrà 160 tonnellate di fibra di carbonio riciclata ogni anno, con un risparmio energetico del 75% rispetto alla fibra vergine. Hera accelera così verso l’economia circolare del futuro, a partire dal nome scelto, all’insegna delle tre R: ‘recover’, ‘reduce’, ‘reuse’. La fibra recuperata potrà poi a sua volta essere impiegata nell’automotive, nell’aerospaziale, nella nautica, nell’arredo, fino al tessile e alla moda.
L’ad di Hera: “Nel suo genere Fib3r è il primo impianto in Europa”
“Nel suo genere Fib3r è il primo impianto in Europa per il riciclo della fibra di carbonio, con l’obiettivo di promuovere filiere corte e circolari, in linea con la nostra strategia di rendere i nostri territori più competitivi e resilienti- sottolinea Iacono- il recupero della fibra di carbonio non solo consente di ridurre l’impatto ambientale di questi scarti, ma crea anche nuove opportunità di mercato in settori strategici dell’industria. Investire in infrastrutture circolari di questo tipo significa aumentare la resilienza delle filiere produttive, ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche e, al contempo, creare valore attraverso modelli di business sostenibili”.
Con oltre 100 impianti all’avanguardia e cinque nuove strutture in corso di realizzazione, prosegue l’ad, “abbiamo consolidato nel tempo la più grande e moderna piattaforma impiantistica del Paese per il trattamento e recupero di materia, rafforzando il nostro ruolo di operatore di riferimento nel settore e di motore dell’economia circolare in Italia”. Un impegno che emerge anche dal Piano industriale 2024-2028 della multiutility, con investimenti per due miliardi di euro destinati alla rigenerazione delle risorse.
Lo stabilimento e le sue caratteristiche
Lo stabilimento è stato realizzato con un contributo di 2,2 milioni da parte di Bruxelles e grazie ad un impegno di Hera di 8 milioni di euro. La struttura è stata messa a punto da Herambiente, che da tempo aveva iniziato a sperimentare il processo di recupero delle fibre di carbonio, in collaborazione con il dipartimento di Chimica industriale dell’Università di Bologna e con l’azienda ravennate Curti Costruzioni Meccaniche, che ha reso disponibile la sua conoscenza e il suo impianto pilota per la modellizzazione della soluzione studiata. Dopo tre anni di sperimentazione, il Gruppo Hera, forte delle proprie competenze in ambito ingegneria e trattamento rifiuti, ha sviluppato industrialmente il progetto e realizzato appunto l’impianto Fib3r, per riciclare materiali compositi e contribuire a colmare il gap tra la domanda e l’offerta di fibra vergine, riducendo l’impatto ambientale.
In questo senso, sono già in corso delle partnership tra Herambiente e le aziende della complessa filiera del carbonio: è il caso di Leonardo, che ha avviato attraverso la Divisione Aerostrutture un progetto di recupero delle fibre di carbonio di rinforzo dei compositi a matrice polimerica utilizzati per la costruzione di parti di aeromobili. Tra le parti che verranno ‘riciclate’ c’è anche lo stabilizzatore dei turboelica Atr, la fusoliera e lo stabilizzatore orizzontale del Boeing 787 e i piani di coda dell’Airbus A220.
Un confronto sulla sostenibilità
L’inaugurazione è stata anche l’occasione un confronto sul futuro della fibra di carbonio, tra innovazione e sostenibilità. Dopo i saluti istituzionali di Marco Panieri, sindaco di Imola, e di Irene Priolo, assessora regionale all’Ambiente, ha aperto i lavori Iacono, seguito dall’ad di Herambiente Andrea Ramonda. All’appuntamento hanno partecipano rappresentanti del mondo industriale e accademico, come Davide Abate chief technologies and infrastructures officer Ferrari, Roberto Frassine presidente Assocompositi, Loris Giorgini direttore del Dipartimento di Chimica industriale dell’Università di Bologna, Raffaella Luglini chief sustainability officer Leonardo. E ancora, Horacio Pagani, fondatore delle Pagani automobili, Andrea Rangone docente di Entrepreneurship and digital Business innovation al Politecnico di Milano, Ferruccio Resta presidente Fondazione Bruno Kessler Fbk.
Iscriviti al canale Whatsapp di BolognaToday
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link