di Vincenzo Diocleziano
Dopo che Perugia si è affermata come una delle città benchmark nella digitalizzazione, il completamento del progetto Bul (Banda ultra larga), annunciato martedì mattina nella sede del Museo della Scienza di Perugia, conferma l’Umbria come una delle regioni italiane all’avanguardia in questo settore. Con il completamento dell’infrastrutturazione delle cosiddette “aree bianche”, sono stati cablati 77 comuni della regione con tecnologia Ftth (Fiber to the Home), garantendo connessioni ultraveloci a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
Il progetto Il Piano Bul, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e gestito da Infratel Italia, ha l’obiettivo di fornire connettività ultraveloce ai territori meno serviti dalle iniziative private. Open Fiber, vincitrice dei bandi pubblici, ha realizzato e gestisce in concessione l’infrastruttura, che resta di proprietà dello Stato. L’intervento ha portato alla realizzazione di oltre 2.100 chilometri di fibra ottica in Umbria, raggiungendo oltre 117mila abitazioni e 336 sedi della Pubblica amministrazione, tra cui scuole, ospedali e municipi. «La chiusura del piano Bul in Umbria segna un passo avanti per la digitalizzazione, garantendo connettività ultraveloce a cittadini, imprese e PA. Grazie alla collaborazione tra istituzioni e operatori, si riduce il digital divide, assicurando pari accesso ai servizi digitali anche nelle aree più periferiche», ha affermato Pietro Piccinetti, amministratore delegato di Infratel Italia. La rete garantisce velocità fino a 10 Gigabit per secondo, favorendo servizi innovativi come telemedicina, smart working, monitoraggio del territorio e gestione intelligente dell’illuminazione pubblica.
INCLUSIONE DIGITALE, AL POST NUOVI SERVIZI PER I CITTADINI
I dati Open Fiber, nata nel 2017 con l’obiettivo di portare la fibra ottica direttamente nelle case degli italiani, secondo quanto spiegato martedì ha trasformato l’Umbria «in un modello virtuoso». Con oltre 130 milioni di euro investiti, di cui 63 milioni nelle aree nere (ad alta densità abitativa) e 68 milioni nelle aree bianche (meno popolate), la regione oggi vanta 132mila unità immobiliari coperte nelle città di Perugia, Terni e Foligno, e 117mila nelle zone rurali. «Il Piano Bul nasce per garantire ai piccoli comuni le stesse opportunità di connettività delle grandi città italiane. Questa infrastruttura è essenziale per abbattere il digital divide e contrastare lo spopolamento dei borghi, veri tesori del nostro Paese» ha spiegato Giuseppe Gola, amministratore delegato di Open Fiber.
Educazione digitale La vera sfida, oggi, non è più solo tecnologica, ma culturale. Nonostante i progressi, l’Italia è ancora indietro rispetto alla media europea nell’adozione della fibra ottica. Mentre in nazioni come la Spagna il 90% delle utenze è connesso in fibra, in Italia si ferma al 27%. In Umbria, i numeri sono leggermente migliori, con 31% nelle aree nere e 10% in quelle bianche, ma c’è ancora molta strada da fare. È qui che entrano in gioco iniziative per incentivare l’educazione digitale digitale, tra i quali spicca il progetto DigiPass, un’iniziativa per l’alfabetizzazione digitale che punta a formare circa 33mila persone. «Abbiamo già raggiunto 18mila utenti, ma l’obiettivo è far conoscere queste opportunità a chi ha più difficoltà», ha spiegato il vicepresidente della Regione Tommaso Bori. Il progetto si rivolge in particolare alle fasce più deboli della popolazione: anziani, donne e residenti nelle aree rurali.«Stiamo lavorando con associazioni della terza età e sindacati pensionati per avvicinare il digitale a chi non lo conosce», ha aggiunto. «E puntiamo sulle aree montane e rurali, come Norcia, candidata a capitale Europea della cultura, dove il DigiPass è già operativo».
DigiPass mobile Una delle novità più interessanti è il DigiPass mobile, un servizio che porta l’educazione digitale direttamente nelle piazze e nei centri sociali. «L’idea è semplice: se le persone non vengono da noi, andiamo noi da loro», ha evidenziato l’assessore del comune di Perugia Andrea Stafisso. «Stiamo stringendo accordi con associazioni locali per organizzare eventi e dimostrazioni pratiche. Vogliamo far capire che la fibra non è solo velocità, ma opportunità concrete per il territorio».
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