L’automazione dei processi aziendali sta guadagnando terreno in Italia, con le grandi imprese che guidano l’adozione di tecnologie avanzate. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation del Politecnico di Milano, il 40% delle grandi aziende italiane utilizza già sistemi di Robotic Process Automation (RPA), posizionando l’Italia al terzo posto tra i principali paesi europei analizzati. Questo dato evidenzia una crescente consapevolezza dell’importanza dell’automazione per migliorare l’efficienza operativa.
Tuttavia, l’adozione non è uniforme in tutti i settori tecnologici: mentre il 56% delle aziende ha implementato soluzioni di workflow automation per gestire attività manuali e ripetitive, solo il 38% utilizza tecniche più avanzate come il process mining o la process intelligence. Quest’ultimo dato suggerisce che c’è ancora un ampio margine di miglioramento nell’utilizzo di strumenti analitici per ottimizzare i processi aziendali.
La vera sfida si presenta nell’ambito dell’Intelligent Process Automation, dove l’intelligenza artificiale gioca un ruolo cruciale: solo il 23% delle grandi aziende italiane ha integrato l’AI nei propri processi di automazione, collocando l’Italia all’ultimo posto tra i paesi europei esaminati. Questo ritardo nell’adozione dell’AI per l’automazione dei processi potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per la competitività delle aziende italiane nel panorama internazionale.
Nonostante ciò, i settori più all’avanguardia nell’implementazione di queste tecnologie includono finanza, servizi alle imprese, utility, telecomunicazioni e manufacturing, suggerendo che alcuni settori stanno guidando l’innovazione.
Le soluzioni più diffuse
Le soluzioni più diffuse in questo ambito sono l’Intelligent Document Processing, che permette di estrarre informazioni da dati non strutturati, l’RPA conversazionale e le logiche decisionali intelligenti. Questi strumenti stanno dimostrando di essere particolarmente efficaci nel migliorare la flessibilità e l’efficienza dei processi aziendali, soprattutto in aree come il customer service, dove il 28% delle aziende che utilizzano l’Intelligent Process Automation ha concentrato i propri sforzi.
La situazione è notevolmente diversa per le piccole e medie imprese (PMI), dove l’adozione di tecnologie di automazione dei processi rimane limitata: solo il 9% utilizza soluzioni RPA e meno dell’1% ha sperimentato l’uso dell’AI per l’automazione.
Tuttavia, il mercato sta evolvendo con l’emergere di soluzioni più accessibili e adatte alle esigenze delle PMI, promettendo di ridurre i costi e le competenze necessarie per l’implementazione di queste tecnologie. Questo potrebbe portare a una democratizzazione dell’automazione dei processi, consentendo anche alle aziende più piccole di beneficiare dei vantaggi offerti da queste innovazioni.
L’adozione dell’Intelligent Process Automation: sfide e opportunità
L’implementazione dell’Intelligent Process Automation (IPA) nelle aziende italiane presenta una serie di sfide e opportunità significative. Secondo l’Osservatorio Intelligent Business Process Automation, il 51% delle grandi aziende italiane ha già adottato qualche forma di Business Process Automation, ma solo l’8% ritiene di averla implementata su larga scala. Questo dato evidenzia un gap tra l’adozione iniziale e l’implementazione completa, suggerendo che molte aziende si trovano ancora in una fase di sperimentazione o di adozione parziale.
L’adozione per aree aziendali
Le aree aziendali che hanno visto la maggiore penetrazione dell’automazione tradizionale sono l‘amministrazione, finanza e controllo (76%), seguite dalle operations (65%) e dagli acquisti (61%).
Tuttavia, quando si tratta di Intelligent Process Automation, il quadro cambia: il customer service emerge come l’area di maggiore applicazione (28%), seguito dalle operations (22%) e dall’amministrazione, finanza e controllo (18%).
Questa differenza nella distribuzione dell’adozione tra automazione tradizionale e intelligente suggerisce che le aziende stanno riconoscendo il potenziale dell’AI in aree ad alto impatto sul cliente e sulle operazioni core. Una delle sfide principali identificate dalla ricerca è la capacità di governare la trasformazione in atto.
Come sottolineato da Giovanni Miragliotta, responsabile scientifico dell’Osservatorio, le aziende devono navigare in un’offerta tecnologica in rapida evoluzione, evitando l’esplosione della complessità e dei costi. Questo richiede una strategia ben ponderata che bilanci l’innovazione con la gestione del rischio e della complessità organizzativa. Un’altra sfida cruciale è l’identificazione corretta dei processi in cui l’intelligenza artificiale può portare valore reale. Non tutti i processi aziendali beneficiano allo stesso modo dell’automazione intelligente, e le aziende devono essere in grado di valutare criticamente dove l’IPA può offrire i maggiori ritorni sull’investimento.
Inoltre, c’è una significativa sfida culturale: la Process Automation non è più una questione puramente IT, ma richiede un approccio trasversale che coinvolge diverse funzioni aziendali. La democratizzazione dello sviluppo, mantenendo al contempo un governo centralizzato delle iniziative, è cruciale per evitare la creazione di nuove inefficienze.
Nonostante queste sfide, le opportunità offerte dall’IPA sono considerevoli. Il 45% delle aziende che attualmente non utilizzano l’AI nell’automazione prevede di introdurla nei prossimi 12 mesi, indicando un forte interesse e una crescente consapevolezza del potenziale di queste tecnologie.
Tra le aziende già attive nell’Intelligent Process Automation, il 62% pianifica di ampliare il numero di processi automatizzati, mentre il 47% intende integrare maggiormente l’AI e la Process Intelligence. Questi dati suggeriscono che le aziende italiane stanno riconoscendo il valore strategico dell’IPA e stanno pianificando investimenti significativi in questo settore.
Tuttavia, emerge anche un campanello d’allarme: solo il 12% delle aziende cita la formazione come una priorità, e solo il 7% menziona la creazione di una roadmap dedicata all’automazione a livello aziendale. Questa mancanza di focus sulla formazione e sulla pianificazione strategica potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per il successo a lungo termine delle iniziative di IPA.
Competenze e organizzazione per l’automazione dei processi
L’implementazione efficace dell’automazione dei processi nelle aziende italiane richiede un approccio strutturato allo sviluppo delle competenze e all’organizzazione interna. Secondo i dati dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation, tra le grandi aziende che hanno avviato almeno una sperimentazione di automazione dei processi, il 43% ha definito figure di riferimento interne, mentre il 40% ha istituito un vero e proprio team dedicato.
Questo indica una crescente consapevolezza dell’importanza di avere competenze specializzate in-house per guidare le iniziative di automazione.
Tuttavia, solo il 17% delle aziende si affida esclusivamente a risorse esterne, suggerendo una preferenza per lo sviluppo di competenze interne. Questa tendenza riflette la necessità di una profonda comprensione dei processi aziendali specifici, che spesso può essere meglio sviluppata internamente.
In termini di formazione, il 54% delle organizzazioni ha attivato programmi specifici per sviluppare competenze tecniche e di analisi dei processi. Questo investimento nella formazione è fondamentale per espandere la platea di persone coinvolte nell’automazione e per garantire che l’organizzazione possa sfruttare appieno il potenziale di queste tecnologie.
Tuttavia, è importante notare che attualmente, la maggior parte delle persone dedicate all’automazione proviene principalmente dall’area IT. Questo potrebbe rappresentare una limitazione, considerando che l’automazione dei processi richiede una comprensione approfondita non solo degli aspetti tecnologici, ma anche dei processi di business e delle dinamiche organizzative.
I profili professionali
Per quanto riguarda i profili professionali, in un’azienda su due sono presenti esperti di analisi e ottimizzazione dei processi. La presenza di Data scientist o esperti verticali, come specialisti di User experience o di Robotic Process Automation, è ancora limitata. Questa disparità suggerisce che molte aziende potrebbero non essere completamente attrezzate per sfruttare le tecnologie più avanzate di Intelligent Process Automation, che richiedono competenze specifiche in ambiti come l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale.
Un aspetto positivo emerge dal fatto che il 74% delle aziende ha implementato un sistema di monitoraggio dei benefici raggiunti attraverso l’automazione.
Le metriche più utilizzate includono
- la riduzione dei costi operativi tramite risparmio di tempo su attività manuali (62%)
- il miglioramento della qualità dei processi (48%)
- la riduzione dei tempi di completamento (45%).
Questo focus sulla misurazione dei risultati è fondamentale per giustificare gli investimenti in automazione e per guidare il continuo miglioramento delle iniziative. Tuttavia, la ricerca evidenzia anche alcune lacune significative nell’approccio organizzativo all’automazione dei processi. In particolare, la scarsa attenzione alla formazione (citata solo dal 12% delle aziende) e alla creazione di una roadmap dedicata all’automazione a livello aziendale (menzionata solo dal 7%) rappresentano punti critici.
Queste carenze potrebbero ostacolare la capacità delle aziende di scalare efficacemente le loro iniziative di automazione e di integrarle pienamente nella strategia aziendale complessiva. Per superare queste sfide, le aziende italiane dovrebbero considerare di adottare un approccio più olistico allo sviluppo delle competenze e all’organizzazione per l’automazione dei processi. Ciò potrebbe includere la creazione di team cross-funzionali che combinino competenze IT, di business e di analisi dei dati, l’implementazione di programmi di formazione più ampi e strutturati, e lo sviluppo di una strategia di automazione a lungo termine allineata con gli obiettivi aziendali complessivi.
Il ruolo delle startup nell’innovazione dell’automazione intelligente
Le startup stanno emergendo come attori chiave nell’ecosistema dell’automazione intelligente, portando innovazione e agilità in un settore in rapida evoluzione. Secondo i dati dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation, a livello internazionale sono state identificate 312 startup che propongono soluzioni di automazione basate su avanzate capacità di intelligenza artificiale.
Queste giovani imprese hanno dimostrato una notevole capacità di attrarre investimenti, raccogliendo complessivamente 2,3 miliardi di dollari, con un finanziamento medio di quasi 9 milioni di dollari per startup.
La loro agilità e capacità di innovazione le rendono particolarmente adatte a tradurre le opportunità offerte dai modelli di AI e Generative AI in applicazioni concrete e in piattaforme che ne facilitino la governance per le aziende. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui molte grandi aziende faticano a integrare pienamente l’AI nei loro processi di automazione, come evidenziato dal fatto che solo il 23% delle grandi aziende italiane utilizza attualmente l’Intelligent Process Automation.
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