La chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri rappresenta un’emergenza sanitaria e sociale che richiede risposte immediate e soluzioni concrete. Nel corso di un incontro tenutosi presso la sede della Comunità Montana Vallo di Diano a Padula, esponenti politici, sanitari e rappresentanti delle istituzioni locali, hanno discusso strategie per contrastare la disposizione del Ministero della Salute che impone la soppressione delle strutture con meno di 500 parti annui, una decisione che, se attuata, priverebbe interi territori di un servizio essenziale, costringendo le gestanti a spostamenti lunghi e potenzialmente rischiosi per raggiungere il presidio più vicino. In passato, la Regione Campania aveva evitato la chiusura attraverso deroghe richieste al Governo centrale, spesso respinte ma successivamente superate con assunzioni di responsabilità diretta. Tuttavia, la situazione attuale appare più complessa e critica rispetto agli anni precedenti.
Secondo Franco Picarone, Presidente della Commissione Bilancio e componente della Commissione Sanità regionale, la Campania ha già fornito ampie dimostrazioni delle criticità orogeografiche e logistiche dei territori interessati, ma si trova ora di fronte a un’imposizione stringente da parte del Governo centrale: “Non si tratta più solo di un diniego burocratico, bensì di un ricatto. La questione Punti Nascita non può essere vincolata all’uscita dal Piano di Rientro, che la Campania ha già le carte in regola per superare, con dieci bilanci consecutivi approvati”.
Un’eventuale permanenza nel Piano di Rientro avrebbe ripercussioni drammatiche sul sistema sanitario regionale, bloccando finanziamenti essenziali e penalizzando i cittadini. Per questa ragione, il Consiglio regionale ha recentemente votato all’unanimità contro la chiusura dei quattro Punti Nascita a rischio.
Nel corso della riunione è stata avanzata la proposta di redigere un documento congiunto da parte dei sindaci dei territori coinvolti, che la Regione Campania potrà integrare nella richiesta al Governo centrale. Tra i punti cardine del documento emergono, la distanza superiore ai 60 minuti tra un presidio ospedaliero e alcuni comuni; il basso tasso di parti cesarei, indicativo di un’assistenza di qualità; un elevato indice di attrazione dei pazienti; la presenza di un ospedale in un’area interna con difficoltà di accesso; l’attivazione del Servizio di Trasporto in Emergenza Neonatale (STEN), fondamentale per garantire sicurezza alle nascite.
All’incontro hanno preso parte numerosi esponenti istituzionali, tra cui i consiglieri regionali Tommaso Pellegrino e Corrado Matera, il Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano Vittorio Esposito, la Presidente del GAL Vallo di Diano Angela D’Alto, il Presidente facente funzioni della Provincia Giovanni Guzzo, il sindaco di Sapri Antonio Gentile e il sindaco di Polla Massimo Loviso, che ha ribadito la necessità di “agire con tempestività e presentare un documento tecnico efficace”.
Il dibattito ha evidenziato non solo le implicazioni politiche, ma anche le difficoltà operative affrontate quotidianamente dal personale sanitario. Il Direttore Sanitario dell’ospedale di Polla, Luigi Mandia, ha sottolineato come i Punti Nascita di Polla e Sapri rappresentino un riferimento essenziale per un’ampia comunità: “La politica ha sempre esercitato un’influenza sulla sanità, ma qui non si tratta di giochi di potere. Chiudere questi reparti significa compiere un atto di inciviltà che non possiamo accettare”.
Anche i responsabili dei reparti di Pediatria e Ostetricia, Teodoro Stoduto e Francesco de Laurentiis, hanno denunciato le condizioni critiche in cui sono costretti a operare: turni massacranti, carenze di organico e un costante rischio di sovraccarico del personale. “Non è possibile lavorare in un reparto con solo due medici – ha dichiarato Stoduto – serve un piano di potenziamento del personale oltre alla difesa del Punto Nascita”.
De Laurentiis ha poi posto l’accento sull’arbitrarietà del limite dei 500 parti annui imposto dal Decreto Balduzzi: “Chi esegue 490 parti non è considerato competente, mentre chi ne fa 501 lo è? Questo numero non è stato stabilito sulla base di criteri scientifici, ma per logiche accademiche e di accentramento”.
In chiusura, il Presidente della Comunità Montana Vittorio Esposito ha sottolineato l’importanza di un’azione coordinata e decisa: “Non possiamo limitarci a discutere, dobbiamo assumerci la responsabilità di portare a casa un risultato concreto”. Il destino dei Punti Nascita di Sapri e Polla resta incerto, mentre il tempo a disposizione per scongiurarne la chiusura si assottiglia rapidamente.
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