La carica dei “moderni eccellenti” da ABC-ARTE


Alcuni moderni eccellenti nelle arti loro, ABC-ARTE Genova-Milano
Fun fact: anche gli artisti concettuali usano le mani. ABC-ARTE ha riunito a Genova quattro personalità decisamente capaci, per quattro versioni di un’unica idea di arte. In cui pensare fa rima con fare

L’artista come artigiano del pensare e del fare pratico, una via di mezzo tra il Michelangelo del «Si dipinge col cervello e non con le mani» e l’elogio della «Dotta mano» di Vasari. Quello che, più contemporaneamente parlando, potrebbe corrispondere ad un “homo faber concettuale” in stile Merz. E ad “artista” e “artigiano” nella stessa frase, Francesco Bonami ha sicuramente abbandonato il gruppo.
Siamo stati da ABC-ARTE a visitare una collettiva di mestiere e concetto. A quattro teste e otto mani, dal titolo perfetto per i viziosi degli anacronismi lessicali, prestato da una citazione di Giovanni Paolo Lomazzo: Alcuni moderni eccellenti nelle arti loro. In ordine di apparizione i nostri “moderni eccellenti” sono Salvatore Cuschera, Tomas Rajlich, Marco Tirelli e Jerry Zeniuk. A breve passeremo sotto lente le specificità di ciascuno, non prima però che lo spirito del tempo ci abbia messo in guardia: quattro uomini, dopo un podio tutto al maschile a Sanremo. Procediamo prima che qualcuno lamenti una certa “puzza di patriarcato” (essere nell’età della ragione avendo una connessione internet ha anche dei lati positivi, tipo permettervi di recuperare uno dei mitici siparietti Fanelli/Lundini se non avete colto la citazione).

Alcuni moderni eccellenti nelle arti loro, ABC-ARTE Genova-Milano

Iniziamo con Cuschera, che lavora il ferro dedicandosi a volumi possenti anche nelle piccole dimensioni, sempre controbilanciati dai vuoti che sono chiamati a contenere. C’è da dire che Cuschera veste benissimo questo contesto espositivo: Della terra e del cielo e Infinita dimensione non sono solo i titoli che vanno ad identificare due pezzi in mostra, ma il perfetto esempio di lavori in cui il contenuto concettuale è espresso in piena collaborazione con un’abilità tecnico-artigianale. Una storia che si ripete anche quando l’artista piega e fa levitare a parete le lamiere di una Sinfonia di pieghe, esempio di scultura andata oltre una percezione ancestrale della scultura stessa. Proprio questa capacità di mettere mano – teorica e fisica – ad un’oggettualità terrena in prospettiva ultraterrena, rende il fare di Cuschera particolarmente sintonico con un pezzo, o più che pezzo un masterpiece datato 1994, di Rajlich. Trecento per duecentottanta centimetri di un indaco in estasi ascensionale, tra l’incidenza di una materia sparsa con volitiva coscienza sulla tela e l’accidentalità incontrollabile dell’acrilico che piove verso il basso, lasciando quei pochissimi centimetri di tela nuda che servono a dare un senso, una distanza tra epifania visiva e pura maestria nel gestire tutti gli elementi della propria pittura.

Alcuni moderni eccellenti nelle arti loro, ABC-ARTE Genova-Milano

Altra capacità gestionale è quella di Tirelli, che lavora a livello maniacale sempre. Qui lo ha fatto soprattutto per ottenere una fila di tre Untitled del 2021, che lavorano sulla forza visuale dell’opera d’arte giocando sulla dissimulazione tecnica: una perizia rappresentativa (solidarizziamo con la signora a cui il chief Antonio Borghese ha dovuto confermare che no, non si tratta di fotografia) spalanca orizzonti surreali in tecnica mista che aprono la mente, mentre una sottostante riquadratura di gesso su tavola simula l’impressione di una stampa, corroborata da una texturizzazione di sfumatura e chiaroscuro imparentata all’utilizzo dell’acquatinta in calcografia. Se l’arte visiva è campo di un fare pensato e pensante, Tirelli ne è il miglior testimonial.
Jerry Zeniuk è l’ultimo dei nostri fantastici quattro, artista che della riflessione sull’esecuzione dell’opera pare averne fatto bandiera. Bandiera a pois ovviamente, dei cerchi da cui traspare un interesse analitico alle relazioni cromatico-spaziali possibili in pittura: colore ad olio e tela, l’opera d’arte alla Zeniuk è un processo di cui si possono valutare i passaggi, le varie mutazioni che portano l’artista alla chiusura (del cerchio verrebbe da dire). È così che la forma circolare si allarga in palesi mandate successive, bellamente cancellata oppure modificata attraverso sfumature quasi chiaroscurali, in una sala che offre una varietà di pezzi e una costante: l’essere di fronte ad una pittura agita non meno che pensata. E se proprio Zeniuk dice che «I pittori sono artisti concettuali» chi siamo noi per contraddirlo?

Alcuni moderni eccellenti nelle arti loro, ABC-ARTE Genova-Milano

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