Se avete intenzione di accendere un mutuo per comprare casa e fino a oggi siete stati titubanti per via dei tassi di interesse troppo alti, forse è arrivato il momento di fare un giro nei diversi istituti di credito e valutare l’offerta migliore tra fisso e variabile. In un trend che da un anno e mezzo è (per fortuna) in discesa, da oggi entra in vigore anche il nuovo taglio di 25 punti base sui tre tassi di interesse di riferimento annunciato la settimana scorsa dalla Banca Centrale Europea (Bce) che dal 2, 75% passa al 2, 50%.
Un accorgimento che – spiegano gli analisti – favorirà ulteriormente la riduzione dei tassi di interesse praticati sui mutui dalle banche alle famiglie con un impatto significativo sulle rate e risparmi che variano sulla base dell’importo finanziato e alla durata del prestito. Il tasso fisso medio potrebbe arrivare, a breve, attorno al 2, 65%, decisamente più contenuto rispetto al 4% praticato fino a circa un anno fa. L’effetto dell’abbassamento dei tassi sulle rate mensili di chi ha il variabile è progressivamente maggiore all’aumentare della durata del mutuo: su un prestito da 100. 000 euro a 20 anni – secondo la federazione autonoma dei bancari italiani (Fiba) – la rata si ridurrà di 76 euro al mese, mentre per lo stesso importo a 30 anni il risparmio sarà di 81 euro. Per un finanziamento di 250. 000 euro a 30 anni, invece, la riduzione mensile arriva a 203 euro, pari a oltre 2. 400 euro annui. Inoltre, con il costo del denaro più basso, potrebbe proseguire la risalita dei prestiti per la casa, spingendo la ripresa iniziata nella seconda parte del 2024. «Da maggio a dicembre – è il calcolo della Fabi – i prestiti per la casa sono aumentati di 5, 3 miliardi di euro, in crescita dell’1, 3% dai 420, 8 miliardi di maggio ai 426, 1 miliardi di dicembre».
Intanto, proprio ieri Bankitalia ha reso noti i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie che si sono collocati al 3, 50% (era il 3, 55% a dicembre) . «Il calo dei tassi di interesse sui mutui registrato da Bankitalia per il mese di gennaio è una buona notizia per le famiglie che hanno accesso un finanziamento per l’acquisto della prima casa, mentre si attende che sul mercato dei finanziamenti si rifletta l’ultimo taglio dei tassi deciso dalla Bce», spiegano dal Codacons, commentando i dati diffusi della Banca d’Italia.
Eppure non è tutto oro quel che luccica. Anzi. «Se da un lato la riduzione dei tassi può rappresentare un segnale positivo, dall’altro il problema del costo del credito in Italia resta serio e ben lontano dall’essere risolto – spiega Francesco Tanasi, segretario Nazionale del Codacons -. Il calo dell’1,37% nei tassi praticati sui mutui rispetto al 2023 è ancora insufficiente a riequilibrare la situazione economica di milioni di famiglie che hanno visto raddoppiare o triplicare le proprie rate a causa dell’impennata dei tassi di interesse avvenuta negli ultimi anni. Il rischio concreto è che molte famiglie in difficoltà non riescano a sostenere il peso dei finanziamenti e si trovino costrette a vendere la propria abitazione o a rinunciare a investimenti essenziali». Il Codacons, infatti, sottolinea come, nonostante il calo dei tassi ufficiali, le banche italiane continuino ad applicare spread elevati, mantenendo il costo del denaro più alto rispetto ad altri Paesi europei. Inoltre, il tasso d’interesse sui mutui rimane superiore al 3, 5%, un livello ancora oneroso, specialmente in un contesto di inflazione persistente e aumento generale del costo della vita. Nel frattempo, Tanasi invita i cittadini a monitorare attentamente le condizioni dei propri mutui e a valutare «eventuali possibilità di surroga o rinegoziazione con le banche» per ottenere condizioni più favorevoli.
Ma a oggi cosa conviene fare per chi ha in corso un mutuo o lo deve accendere? Chi sta pagando un variabile ha alle spalle il peggio. Più complicato – spiegano gli esperti – dare un consiglio a chi il mutuo lo deve avviare per scegliere tra fisso e variabile. Negli ultimi tre anni c’erano pochi dubbi, visto che il fisso costava meno. Ai valori di inizio marzo, invece il costo delle due tipologie di finanziamento è quasi equivalente. In linea di massima il fisso andrebbe preferito sempre, ma se si opta per questa tipologia di mutuo bisognerebbe prima informarsi se il tasso proposto è quello definitivo o se verrà determinato al termine dell’istruttoria. Per non avere brutte sorprese.
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