Nexi (Hellmann & Friedman, CDP) ottiene da pool di 25 banche rifinanziamento da 2,9 mld euro al 2030 e rimborsa due prestiti da 1,9 mld


di Sergio Governale

La paytech europea Nexi quotata a Piazza Affari, che ha come soci diversi investitori di private equity, di cui i primi sono Hellmann & Friedman e CDP Equity, si rifinanzia con un maxi-prestito da 2,9 miliardi di euro ottenuto da un pool di venticinque banche, con cui rimborserà integralmente il term loan da un miliardo di euro con scadenza al 2026 e quello da 900 milioni con scadenza al 2027 (si veda qui il comunicato stampa).

Nell’operazione Mediobanca, Intesa Sanpaolo attraverso la Divisione IMI Corporate & Investment Banking (si veda qui il comunicato stampa) e Unicredit hanno ricoperto il ruolo di global coordinator, con il primo gruppo bancario che ha rivestito anche il compito di documentation agent e il secondo quello di facility agent.

Più nel dettaglio, il finanziamento comprende due term facilities per un valore totale di 1,9 miliardi di euro con scadenza bullet nel 2030 e una linea di credito rotativa RCF committed da un miliardo, anch’essa con scadenza 2030. Che il gruppo avesse avuto il via libera delle banche all’operazione era stato anticipato già alla fine dello scorso febbraio occasione della presentazione dei conti 2024 (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli investitori), che si erano chiusi con un debito finanziario netto di 4,971 miliardi (in calo dai 5,223 miliardi di fine settembre e dai 5,262 miliardi di fine 2023), corrispondenti a una leva di 2,7 volte (2,4 volte, escludendo il programma di share buy-back eseguito nell’anno), in calo dalle 2,8 volte a fine settembre e dalle 3 volte a fine 2023,  raggiungendo lo status di investment grade per Fitch Ratings a fine anno. Il debito include anche 100 milioni di euro incassati nell’anno da Cassa Depositi e Prestiti e altri 220 milioni di euro di finanziamenti ottenuti dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) lo scorso settembre, per sviluppare e gestire progetti finalizzati alla modernizzazione dei pagamenti digitali in Europa e per finanziare iniziative specifiche che sfruttino le competenze di Nexi Digital, polo europeo di innovazione tecnologica creato in collaborazione con Reply, azienda italiana leader in Europa nella trasformazione digitale (si veda qui il comunicato stampa di allora). Il tutto a fronte di ricavi superiori a 3,5 miliardi (+5,1% dal 2023), un ebitda di oltre 1,86 miliardi (+7,1%).

Ricordiamo poi che lo scorso novembre si è conclusa la vendita per 127,5 milioni di euro del business eID nei Paesi nordici al gruppo pubblico francese IN Groupe (si veda qui il comunicato stampa), il cui accordo vincolante era stato firmato nel novembre 2023 (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre a maggio è stata finalizzata l’acquisizione per 30,8 milioni delle attività di merchant acquiring, ossia quelle relative ai pagamenti con le carte, di Cassa di Risparmio di Bolzano (Sparkasse) e della sua controllata Banca di Cividale, annunciata a fine 2023 (si veda qui il comunicato stampa di allora).

La generazione di cassa derivante dalla combinazione di crescita, leva operativa e finanziaria ha consentito al gruppo di progredire sia nella riduzione del debito e della leva finanziaria sia nel ritorno di capitale agli azionisti, chiamati a deliberare in assemblea, il prossimo 30 aprile (si veda qui il comunicato stampa), un ritorno di capitale di 600 milioni di euro, di cui 300 milioni da pagarsi come dividendi (destinati ad aumentare nel tempo) e altri 300 milioni attraverso un programma di acquisto di azioni proprie (si veda qui il comunicato stampa).

Tornando al rifinanziamento, il ceo del gruppo Paolo Bertoluzzo ha commentato: “Questa nuova revolving credit facility rappresenta un aumento significativo rispetto alla linea precedente da 350 milioni di euro e ciò riflette la notevole crescita di Nexi avvenuta negli ultimi anni e consente di allineare il gruppo con i suoi principali competitor nel settore e con le società italiane investment grade”.

“Inizialmente previsto come un rifinanziamento da 2 miliardi di euro delle ipo facilities in scadenza nel 2026, l’offerta ha ricevuto un notevole interesse da parte del mercato, essendo stata ampiamente oversubscribed, ancora una volta a conferma della forte fiducia nei confronti della strategia e della solidità finanziaria di Nexi. Ciò ha pertanto consentito a Nexi di aumentare l’importo del finanziamento a 2,9 miliardi che, in aggiunta alla liquidità già disponibile in bilancio, consente di coprire la maggior parte delle scadenze del debito fino al 2027”, si legge nella nota della paytech.

Il finanziamento estende la vita media del debito da circa 2,4 anni a 3,4 anni. In particolare, il finanziamento include un’opzione di estensione della term facility da 900 milioni, consentendo ulteriore flessibilità nel diluire le scadenze del debito al 2030. “Tale finanziamento conferma l’approccio disciplinato nella gestione del debito che ha da sempre caratterizzato Nexi e consente di rafforzare ulteriormente una struttura del debito ben diversificata e bilanciata. Allo stesso tempo, il gruppo conferma il già annunciato impegno a mantenere lo status di investment grade e il focus a ridurre progressivamente la leva finanziaria, anche gestendo con largo anticipo le scadenze del proprio debito. Nell’ottica di una prudente e sana gestione finanziaria, Nexi continuerà a valutare ogni possibile futura opportunità per ottimizzare ulteriormente la propria struttura finanziaria”, ha aggiunto la società.

“Questo finanziamento non solo migliora in maniera significativa la nostra flessibilità finanziaria, ma dimostra anche la grande fiducia da parte del mercato nei confronti della strategia e dell’eccellenza operativa di Nexi. Questo traguardo è una conferma del nostro impegno a mantenere un approccio rigoroso nella gestione del debito e lo status di investment grade”, ha commentato il group cfo Bernardo Mingrone.

Il titolo Nexi a Piazza Affari

Se il business è in crescita, il titolo Nexi però continua a soffrire. In Borsa ha chiuso ieri in calo dell’1,35% a 5,128 euro, pari a una capitalizzazione di 6,3 miliardi di euro. Ma Nexi aveva chiuso il 2023 attorno a 7,4 euro per azione e nel luglio 2021 aveva toccato un picco a oltre 19 euro. Non a caso lo scorso maggio è stato varato il già citato programma di buyback fino a 500 milioni, da eseguirsi entro il 31 ottobre 2025 da Morgan Stanley & Co. International, per un numero massimo di azioni ordinarie pari al 20% del capitale, incluse le azioni proprie già in portafoglio (si veda altro articolo di BeBeez).

L’azionariato di Nexi, come detto, è ancora in prevalenza in mano a fondi di private equity. Primo azionista è, infatti, il fondo Hellmann & Friedman con il 21,19%, seguito da CDP con il 18,25%, che un mese fa ha rilevato il 3,78% da Poste Italiane in cambio del 9,81% di TIM (si veda qui il comunicato stampa). Ci sono poi con quasi il 9,86% Mercury UK HoldCo, la holding che raggruppa  le partecipazioni dei fondi di private equity Advent International, Bain Capital e Clessidra, che prima della quotazione a Piazza Affari della paytech ne erano azionisti di riferimento (si veda altro articolo di BeBeez). Nelll’azionariato appaiono poi Eagle (AIBC) & CY sca con quasi il 6,47% e poi AB Europe (2,14%) e Neptune BC (1,15%), veicoli attraverso i quali hanno reinvestito in Nexi Bain Capital,  Advent International e GIC (fondo sovrano di SIngapore), che come Hellman&Friedman erano soci di riferimento della danese Nets, che il 1° luglio 2021 è stata fusa per incorporazione in Nexi (si veda qui il comunicato stampa). L’azionariato della paytech si è poi ulteriormente evoluto in coincidenza con la fusione con la SIA (si veda altro articolo di BeBeez). Il principale azionista di SIA era infatti CDP Equity, con l’82,8%, affiancata da Poste Italiane con il 17,2%. A seguito della fusione, efficace da inizio 2022 (si veda qui il comunicato stampa), entrambe si erano ritrovate socie di Nexi.  Ricordiamo infine che Clessidra partecipa a Mercury UK HoldCo attraverso Fides, controparte di un contratto collar con Unicredit, nell’ambito di un rifinanziamento del veicolo del fondo italiano, a seguito del quale la banca ha ricperto parte della sua posizione lunga su Nexi, collocando la scorsa estate circa l’1,1% del capitale della paytech tramite un accelerated book-building (si veda altro articolo di BeBeez).

 



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