Di Daniele Trabucco Belluno, 12 marzo 2025 – Il grande Papa san Pio X, pontefice dal 1903 al 1914, si distinse per la sua strenua difesa della dottrina cattolica in un’epoca segnata da profonde trasformazioni culturali e politiche.
Tra le molte battaglie che portò avanti, spicca la sua ferma difesa del diritto naturale classico, un pilastro della filosofia morale cristiana che egli considerava essenziale per contrastare le derive moderniste e relativiste.
La sua azione in questo ambito si riflette chiaramente in diverse Encicliche, nelle quali riaffermò con forza i principi immutabili della legge naturale contro gli attacchi di chi cercava di ridurre la morale a un costrutto storico o sociale.
Uno dei documenti più significativi in questo senso è l’Enciclica Pascendi Dominici Gregis (1907), nella quale Pio X condanna il modernismo, un complesso di errori che tendeva a minare le fondamenta della fede cattolica. In essa, il Papa ribadisce che la verità morale e religiosa non è frutto di un’evoluzione soggettiva o storica, ma è radicata nella natura stessa dell’uomo e nell’ordine stabilito da Dio.
Ogni tentativo di ridurre la religione a un’esperienza puramente individuale e mutevole, scollegata da un ordine oggettivo, è per Pio X un attacco diretto al diritto naturale, che invece è universale e valido per tutti i tempi e i popoli. Sulla stessa linea è la Vehementer Nos (1906), con la quale il Papa risponde alle politiche anticlericali della Terza Repubblica Francese.
In questo testo, Pio X difende il diritto della Chiesa a esercitare il proprio ruolo nella società, opponendosi alla separazione forzata tra Stato e Chiesa imposta dalla legge francese del 1905. Il pontefice denuncia il tentativo dello Stato di negare il fondamento naturale e divino della religione, riducendola a una questione puramente privata.
Il diritto naturale classico, secondo Pio X, esige che la religione abbia un ruolo pubblico e che la società riconosca un ordine morale superiore, indipendente dalla volontà mutevole dei governi. Anche nell’Enciclica Notre Charge Apostolique (1910), indirizzata ai vescovi francesi per condannare il movimento del Sillon, Pio X ribadisce la necessità di fondare la società su principi perenni e non su ideologie politiche effimere.
Il Papa critica l’idea di una democrazia fondata su una concezione relativista della verità, affermando invece che la giustizia sociale deve basarsi sul diritto naturale e sulla legge divina.
Egli denuncia l’illusione di poter costruire una società giusta senza Dio, ammonendo che il vero progresso umano non può prescindere dai principi morali immutabili.
L’opera di san Pio X si pone, dunque, come un baluardo contro le tendenze filosofiche e politiche che, in nome della modernità, cercavano di scardinare le basi del diritto naturale. Il Papa comprese che la negazione di questo diritto portava inevitabilmente a un relativismo morale e a una società priva di riferimenti stabili. Con le sue Encicliche e con tutta la sua azione pastorale, egli riaffermò la verità perenne che la legge morale non è un’invenzione umana, ma un riflesso dell’ordine divino, scritto nel cuore di ogni uomo e riconoscibile dalla ragione. La sua eredità, ancora oggi, rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per chiunque voglia difendere la verità e la giustizia autentica nella società.
(*) Autore – prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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