Donazione sangue a rischio? © foto. AntonMatyukha
C’è una notizia apparentemente piccola, un progettino pensato, dichiarato ed in parte realizzato nel servizio sanitario toscano, che non dà nell’occhio.
Il progetto, non solo non riguarda quelle cose che fanno vibrare il cuore dell’uditorio dei semplici cittadini, ma può passare inosservato anche alla maggior parte dei medici, competenti e responsabilmente partecipi, di questa regione: riguarda il servizio trasfusionale e genera preoccupanti concreti interrogativi sull’efficacia, l’efficienza, e la rispondenza alla vita di ciò che alla fine si realizzerebbe.
Sorgono dubbi anche riguardo al futuro di tutta la sanità fiorentina e di altro.
Il servizio trasfusionale è da sempre la “cenerentola” degli ospedali: è poco citato sulla stampa a parte le notizie tipo “manca il sangue” o “muore per una trasfusione sbagliata” e suscita scarso interesse nei lettori. Per questo questa notizia non è arrivata ad un più ampio pubblico. Cerchiamo di dare alcune spiegazioni perché la materia è veramente per iperspecialisti.
La trasfusione del sangue è nella grande maggioranza dei casi, per quanto riguarda i problemi di compatibilità tra ricevente e donatore, relativamente semplice da realizzare. Alcune volte però trovare sangue compatibile per una certa persona si fa complicato e difficile e richiede una competenza ed una tecnologia che non può essere disponibile ovunque: va concentrata.
Queste situazioni sono legate a trasfusioni e gravidanze multiple, a processi autoimmuni ed a malattie ereditarie dei globuli rossi: situazioni che si concentrano nei policlinici universitari.
Altro motivo di grande difficoltà può essere legato all’appartenenza del paziente ad un gruppo etnico diverso da quelli che storicamente sono presenti nella penisola: le loro molecole di gruppo sanguigno possono avere delle grandi diversità rispetto alle nostre, generando problemi ardui da superare: tali situazioni si concentrano negli ospedali che accolgono pazienti da zone in cui maggiormente si concentra la popolazione extraeuropea immigrata.
Sottolineo di nuovo che, procurare sangue compatibile in queste situazioni può essere molto complicato ed abbisogna di un’organizzazione ben strutturata a monte: il bisogno trasfusionale può essere anche urgente, con 30 minuti di tempo per soddisfarlo.
La Regione Toscana ha previsto allo scopo due tipi di struttura.
In primis l’officina trasfusionale (OT), in numero di una per area vasta (Firenze, Pisa e Siena), che ha per compito primario la lavorazione del sangue donato, ma come compito aggiuntivo quello di un primo screening.
Il secondo livello d’indagine è il Laboratorio di Immunoematologia di Riferimento (LIR), uno per Regione, attrezzato per affrontare i casi più complicati.
Tali strutture non possono essere collocate ovunque né possono essere moltiplicate più di come è stato previsto, in primo luogo per problemi di efficacia terapeutica ed in secondo luogo per problemi di economicità: vanno collocate là dove si concentrano gli ammalati per poter fornire nel più breve tempo possibile la trasfusione vitale alla maggioranza di loro.
Dunque, le sedi ospedaliere in cui abbiamo a che fare molto più frequentemente con questi problemi in Toscana, sono il complesso delle due aziende ospedaliero universitarie che si trovano affiancate nella località di Careggi: l’A.O.U. Careggi e l’A.O.U. Meyer.
La complessità degli ammalati che sono accolti in queste strutture e, nel caso del Meyer, le problematiche dei bambini eritrocitopatici cronici che vi sono curati, indicano la località di Careggi come sede ideale.
Detti ospedali sono anche le strutture di alta specializzazione di riferimento della provincia di Firenze, di Prato e di Pistoia, dove sono accolti circa il 50% degli immigrati toscani.
Stante questi dati, oggettivi e direi intuitivi anche per i non addetti ai lavori, invece, le OT per l’area vasta centro fiorentina, è stata prevista nell’ospedale Nuovo San Giovanni di Dio a Torre Galli, la cui casistica non è minimamente paragonabile con quella di Careggi ed il LIR Toscano all’A. O. U. Pisana a Cisanello-Pisa, che non ha certo una pediatria a livello internazionale come il Meyer; la quantità dei migranti nell’area Vasta nord ovest poi, è circa la metà di quella fiorentina.
Già i casi complicati di Careggi, quando non si è capaci di affrontarli in loco, vengono inviati a Torregalli ed a Pisa.
Tutto questo genera tutta una serie di inefficienze accompagnate da un aumento dei costi ma soprattutto determina il rischio d’inefficacia terapeutica; in parole semplici, cresce il rischio di non trasfondere per tempo un paziente, causandogli un danno o addirittura il suo decesso.
Questa problematica è stata recentemente l’oggetto di un documento da parte dell’UDC, di un’interrogazione all’assessore regionale alla sanità da parte della Lega e di una risposta da parte dell’Assessore medesimo.
La risposta è a mio parere non esaustiva proprio sul perché siano state scelte queste due sedi di Torregalli e Pisa: infatti viene solo ripetuto che in passato i responsabili, hanno preso questa decisione, senza dare una motivazione.
Se questo progetto andasse avanti si rischierebbe un depotenziamento degli stabilimenti ospedalieri di Careggi, non solo per le terapie attuali, ma anche per tutte le tecniche terapeutiche future che prevedano l’uso di cellule staminali donate, manipolate e reinfuse.
Il campo è vastissimo e le potenzialità terapeutiche enormi.
E’ possibile che questa scelta inneschi un depotenziamento di tutta la sanità fiorentina e della città in generale.
Dobbiamo domandarci perché, nonostante la Regione Toscana abbia invitato per tre volte, tre successivi direttori generali di Careggi ad accogliere dette strutture, si sia sempre avuta una risposta negativa nonostante ci fossero – e ci siano ancora – gli spazi disponibili allo scopo: ad esempio il complesso di Monna Tessa, a Careggi, ben posizionato per poter servire efficacemente i pazienti dell’AUO Careggi e Dell’AUO Meyer. Siamo ancora in tempo a porre rimedio a questa stortura ed a far nascere a Careggi sia l’OT dell’area vasta centro che il LIR
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