Un’attesa convulsa quella di Mirafiori e dei suoi 10mila lavoratori, di cui metà, cioè gli operai, in cassa integrazione da mesi. Tante le date in agenda: domani il nuovo incontro del tavolo presso il ministero delle Imprese per il rilancio della produzione, il 19 marzo l’audizione del presidente John Elkann in parlamento. In quella sede probabilmente si affronterà anche il tema di una possibile riconversione di una parte dell’automotive verso la difesa in seguito al piano ReArm Europe varato dalla Ue.
E ancora: il 21 marzo la manifestazione di Movimento 5Stelle e Alleanza Verdi Sinistra davanti a Mirafiori. il 28 marzo lo sciopero generale per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici e per il 29 Forza Italia ha convocato un incontro sul settore al Mauto, con il ministro e segretario del partito Antonio Tajani.
E mentre Elkann annuncia nuovi investimenti nella finanza e negli stabilimenti brasiliani di Stellantis, Mirafiori langue: la produzione della 500 ibrida non arriverà prima di novembre e manca un piano per il rilancio di Maserati.
Uno scenario che preoccupa i sindacati. La Uil sottolinea che il Piemonte nel 2024 ha richiesto più di 50 milioni di ore di cassa integrazione, con un aumento di oltre il 60 per cento rispetto al 2023. E Fiom Cgil lancia una raccolta firme per chiedere l’integrazione dei salari degli operai in cig. “Noi non vediamo oggi i risultati annunciati dall’azienda e dal Governo – spiega Michele De Palma, segretario generale di Fiom Cgil -perché vediamo aumentare la cassa e pensiamo che vada fatto un piano di ricerca, sviluppo e produzione”.
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