Cos’è e come funzionerà l’Unione del Risparmio e degli Investimenti


Savings and Investments Union (SIU), ovvero Unione del Risparmio e degli Investimenti: è il nome del piano per l’unione dei mercati dei capitali, una misura proposta da Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea e considerata sempre più urgente dalla Commissione. L’obiettivo del progetto, legato al piano di difesa ReArm, è sviluppare un mercato unico di capitali, garantire ai risparmiatori opportunità di rendimento più elevate, fornire alle imprese finanziamenti aggiuntivi, finanziare la transizione verde, attrarre investimenti globali e sottrarsi alla dipendenza dagli Stati Uniti.

“L’Europa ha tutto ciò che serve per prendere il comando nella corsa alla competitività – ha scritto Ursula von der Leyen su X –. Questo mese, la Commissione presenterà il Savings and Investments Union. Trasformeremo i risparmi privati in investimenti necessari. E lavoreremo con i nostri partner istituzionali per farlo decollare”. “Proporremo ulteriori possibilità e incentivi affinché gli Stati membri decidano se utilizzare i programmi della politica di coesione per aumentare la spesa per la difesa – ha aggiunto la presidente della Commissione presentando a Bruxelles i cinque punti del piano per riarmare l’Europa –. Gli ultimi due ambiti di azione mirano a mobilitare il capitale privato accelerando l’Unione del Risparmio e degli Investimenti”.

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Cosa prevede l’Unione del Risparmio e degli Investimenti

I provvedimenti al centro del progetto trapelati finora prevedono una forte accelerazione sull’integrazione economica, l’unione bancaria e le politiche commerciali e industriali. La SIU vuole innanzitutto rimuovere le barriere fiscali tra Stati per gli investimenti transfrontalieri e facilitare gli investimenti in equity di banche, assicurazioni e fondi pensione, con sconti patrimoniali per chi investe nei programmi legislativi. È intenzione della Commissione riformare il regolamento EuVECA sui fondi europei di venture capital per rendere più allettante questo segmento e semplificare il Listing Act (il pacchetto normativo per far diventare i mercati dei capitali europei più attraenti per le imprese e facilitare l’accesso al capitale per le Pmi) con oneri ridotti al minimo. In questo modo, si potrà aumentare la liquidità e l’offerta di capitale alle società quotate.

Centrali nella SIU saranno i conti di risparmio e di investimento. Per promuovere i conti deposito, la Commissione adotterà una serie di misure di alfabetizzazione finanziaria destinate agli Stati membri. Il piano è aumentare i rendimenti dei risparmi e spronare gli investitori retail a contribuire al finanziamento delle priorità europee, investendo in specifici strumenti finanziari collegati a determinati progetti. Nel caso della difesa, se non verranno finanziati nuovi eurobond per il piano ReArm, non è da escludere l’ipotesi di una tassazione speciale sul risparmio privato o di un prelievo forzoso. Nelle sue relazioni con gli altri enti, l’esecutivo intende spronare Parlamento e Consiglio a raggiungere un accordo sulla Retail Investment Strategy, ovvero l’ambiziosa riforma del quadro normativo per garantire un mercato sicuro e un valore migliore agli investitori al dettaglio.

 

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Dalle misure sul risparmio alle cartolarizzazioni

L’Unione del Risparmio e degli Investimenti è pronta ad adottare nuove regole sulle cartolarizzazioni, negli ultimi quindici anni oggetto di una regolamentazione particolarmente restrittiva. Per alleggerire i bilanci degli istituti di credito e sostenere le imprese, la semplificazione si concentrerà su un trattamento prudenziale di favore per banche e assicurazioni e sulla revisione della due diligence e della trasparenza. A questa strategia si aggiungono una supervisione dei mercati con poteri di controllo europei (la vigilanza sarà ancora più unificata, con il trasferimento di alcuni compiti nazionali a livello Ue) e la pubblicazione di un report sulla competitività del settore bancario.

Per il lancio del SIU, sarà fondamentale lo sviluppo di due asset decisivi. La Commissione vuole spingere sullo sviluppo del CMDI (Crisis Management and Deposit Insurance), il quadro per la gestione delle crisi e l’assicurazione dei depositi, e sull’implementazione e il rafforzamento dell’EDIS (European Deposit Insurance Scheme), il fondo europeo di garanzia dei depositi e pilastro dell’unione bancaria. Quest’azione congiunta andrà di pari passo con le proposte per l’adozione del 28esimo regime fiscale per le startup e le Pmi europee, promossa dal movimento EU Inc per un diritto commerciale senza confini riconosciuto in tutta l’Unione.

 

Le raccomandazioni dell’Efama

Alla luce delle dichiarazioni di Ursula von der Leyen, l’Efama (European Fund and Asset Management Association) ha diffuso un comunicato con una serie di raccomandazioni fondamentali per la Savings and Investments Union. L’associazione di categoria che rappresenta il settore della gestione dei fondi e del risparmio in Europa individua quattro aree principali sulle quali la Commissione dovrà intervenire per contribuire a ripristinare la competitività europea. In primis, mobilitare i risparmi dell’Ue in modo più efficace, semplificando il percorso degli investitori, migliorando l’educazione finanziaria, preservando l’accesso alla consulenza professionale, incrementando i risparmi pensionistici, utilizzando incentivi fiscali, istituendo semplici conti di risparmio nazionali e rivedendo il Pepp  (Pan-European Personal Pension Product), il prodotto pensionistico europeo.

La seconda area chiave è rendere più accessibili gli investimenti alle aziende dell’Ue, rivitalizzando il mercato delle cartolarizzazioni e promuovendo l’uso di Eltif di nuova generazione (i fondi europei per gli investimenti a lungo termine) e di fondi di investimento alternativi loan-originating. Il terzo punto è promuovere una maggiore integrazione del mercato e l’efficienza nei mercati dei capitali, riducendo la duplicazione dei report, aumentando la coerenza normativa comunitaria, fornendo a prezzi ragionevoli un nastro consolidato (Consolidated Tape) di qualità per migliorare la trasparenza e la disponibilità dei dati, affrontando le problematiche relative ai costi sempre crescenti e all’affidabilità dei dati di mercato e ESG e rimuovendo il gold plating (l’introduzione di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle normative europee) e le barriere fiscali agli investimenti transfrontalieri. La quarta e ultima raccomandazione è dare priorità a una maggiore convergenza della vigilanza, in particolare lo scambio di dati tra le diverse autorità.





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