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24 Marzo 2025
il progetto Cities di Confcommercio


Non solo crollo delle nascite: la crisi demografica del nostro Paese colpisce anche i negozi. Centri svuotati e serrande abbassate: è questa la triste fotografia scattata dall’ultimo Rapporto di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne presentato oggi e intitolato “Demografia d’impresa nelle città italiane”.

Secondo l’analisi, la desertificazione commerciale sta divorando le nostre città e trasformando il tessuto urbano in uno scenario spettrale di negozi chiusi e servizi in fuga. Negli ultimi dodici anni, infatti, hanno cessato l’attività quasi 118 mila imprese, un’emorragia che minaccia la vitalità economica e sociale. L’allarme è univoco: se non si interviene subito, il rischio è quello di città sempre più povere, meno sicure e incapaci di offrire qualità della vita ai cittadini.

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Per il rapporto, il fenomeno della desertificazione commerciale si rende particolarmente evidente nelle regioni del Nord Italia. Ad Ancona, Gorizia, Pesaro, Varese e Alessandria, circa un terzo dei negozi ha cessato l’attività. A differenza del Mezzogiorno, dove alcune città (tra cui Crotone, Frascati, Olbia, Andria e Palermo) hanno mostrato maggiore resilienza.

Le cause di questa crisi sono molteplici. Tra queste, innanzitutto l’impennata delle vendite online, ma anche quella dei discount e dei supermercati. Anche la contrazione del settore dei servizi – con  la  riduzione del 35,5% degli sportelli bancari tra il 2015 e il 2023 – è stata significativa. 

Tra tante ombre, comunque, anche qualche luce. Lo studio evidenzia infatti anche una crescita per alcuni settori, come le farmacie; i negozi di telefonia; le attività di alloggi, con il relativo boom degli affitti brevi (a differenza degli alberghi tradizionali, per cui si si registra un calo); l’incremento delle imprese a titolarità straniera (di oltre il 40 percento) – a differenza di quelle italiane, incrementate solo di tre punti percentuali. 

Per contrastare il fenomeno, Confcommercio ha lanciato il progetto “Cities”, con cinque azioni chiave che potrebbero contribuire all’inversione della tendenza. Per l’associazione le mosse da cui ripartire sarebbero: il riconoscimento delle economie di prossimità come servizio di interesse pubblico;  la riattivazione degli spazi commerciali sfitti; il miglioramento della mobilità e della logistica urbana; la promozione del partenariato pubblico-privato; il sostegno al terziario grazie a sgravi fiscali e finanziamenti di nuove attività. 

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A rimarcare l’importanza di questa strategia, il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che ha affermato che la desertificazione commerciale “minaccia vivibilità, sicurezza e coesione sociale delle nostre città. Occorre sostenere le attività di vicinato e il nostro progetto Cities punta a riqualificare le economie urbane con il contributo di istituzioni e imprese. Senza commercio di vicinato, non c’è comunità”.  Salvare la vitalità e l’identità dei nostri centri, insomma, è possibile solo grazie a un impegno condiviso.







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