
I Gal dell’Isola alzano la voce contro un sistema di finanziamento che li costringe all’indebitamento per poter portare avanti i progetti di sviluppo rurale.
L’AssoGal, che riunisce i 17 Gal della Sardegna, si unisce alla richiesta di supporto già avanzata dal GalPa del Nord Sardegna, denunciando una situazione finanziaria ormai divenuta insostenibile.
«Non è pensabile che per portare avanti le nostre attività, con risorse che ci vengono riconosciute dall’Europa, dobbiamo ricorrere all’indebitamento delle nostre organizzazioni, alla stipula di garanzie personali da parte dei presidenti, che non ricevono alcun compenso per la loro attività», dichiara l’associazione in una nota.
Al centro della protesta c’è il meccanismo che impone ai Gal di anticipare le spese per i progetti solo attraverso polizze fideiussorie o prestiti bancari.
Una condizione che, secondo la presidente di AssoGal Sardegna, Mariella Amisani, sta mettendo in ginocchio il sistema: «I continui ritardi ci obbligano a un accesso al credito macchinoso e antieconomico. I Gal versano in una situazione finanziaria drammatica: in molti casi gli stipendi ai dipendenti sono bloccati, così come i pagamenti ai fornitori e ai professionisti incaricati dello sviluppo delle strategie».
In alcuni casi, denuncia Amisani, i prestiti concessi dalle banche ai Gal sono stati ottenuti solo dietro garanzie personali dei presidenti, con tassi di interesse superiori al 10% e costi non rendicontabili. Inoltre, poche compagnie assicurative si dicono disponibili a coprire finanziariamente organizzazioni prive di patrimonio.
Da qui la richiesta di un intervento immediato alla Regione. A partire dal riconoscimento dei Gal e dei GalPa come organismi di diritto pubblico, con accesso a strumenti finanziari dedicati senza bisogno di garanzie personali o prestiti bancari. E poi l’istituzione di un fondo annuale per garantire l’operatività delle strutture tecniche che gestiscono i programmi di sviluppo.
I finanziamenti in questione provengono dall’Unione Europea e sono destinati a strategie di sviluppo rurale già approvate. La nuova programmazione 2023-2027, sottolinea Amisani, richiede una gestione diversa: «Siamo chiamati a una sfida importante per i territori rurali, con il coordinamento di strategie di sviluppo locale che coinvolgono anche il Fondo Sociale Europeo Plus, mirato a formazione e occupabilità. I Gal coprono un’area di oltre 290 Comuni sardi e interessano circa 500 mila abitanti: servono risposte concrete».
Una possibile soluzione potrebbe arrivare dall’audizione prevista a breve presso la Commissione Bilancio della Regione. Nel frattempo, l’AssoGal annuncia un incontro con tutti i rappresentanti dei Gal, i soci, le imprese e le istituzioni coinvolte per discutere della vertenza. «Non possiamo permettere che la macchina dello sviluppo locale si fermi per mancanza di strumenti adeguati», conclude Amisani.
(Unioneonline/Fr.Me)
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