26 Marzo 2025
“Lavoratori e imprese locali devono decidere sulla riconversione Enel di Cerano”


Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del segretario generale del sindacato Failm, Claudio Capodieci

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Per la Failm, la chiusura della centrale a carbone di Cerano rappresenta una svolta epocale per Brindisi. Tuttavia, è fondamentale che questa transizione sia gestita in modo partecipato, coinvolgendo le imprese locali e i lavoratori del territorio. Non possiamo accettare che le scelte vengano imposte dall’alto, senza ascoltare chi ha contribuito per decenni alla crescita industriale ed economica della città. Il commissario straordinario, pur essendo uno strumento utile, deve collaborare con Brindisi, non limitarsi a decidere su Brindisi. Le decisioni devono essere condivise con chi vive e lavora qui, perché il territorio deve essere al centro del cambiamento.

Le 50 manifestazioni di interesse

Il futuro di Brindisi dipende dalla nuova industrializzazione legata alle 50 manifestazioni di interesse per la riconversione della centrale di Cerano. Questa è un’opportunità da non perdere, ma rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata se non verranno adottate politiche realmente inclusive per il territorio.

Non possiamo accettare che la transizione venga gestita esclusivamente da multinazionali o grandi gruppi esterni, i quali, pur investendo nella zona, potrebbero ignorare le reali esigenze della comunità brindisina. Il rischio concreto è che questi soggetti sfruttino gli incentivi pubblici senza garantire occupazione stabile ai lavoratori locali né continuità occupazionale a chi oggi opera nell’indotto della centrale.

Le aziende locali, che hanno contribuito in modo determinante alla crescita di Brindisi, devono avere un ruolo centrale nella riconversione e beneficiare concretamente delle opportunità che essa offre.

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Filiera locale: un imperativo per la riconversione

Una delle priorità assolute della Failm è garantire che l’intera filiera produttiva resti ancorata al territorio. Le imprese locali non solo devono partecipare alla nuova industrializzazione, ma devono essere messe nelle condizioni di rimanere protagoniste nella catena del valore. Non possiamo permettere che l’industria brindisina venga svalutata a favore di investitori esterni, creando una filiera che esclude le realtà locali. La filiera industriale deve rimanere a Brindisi, creando lavoro stabile e assicurando che i benefici della riconversione siano distribuiti equamente tra le imprese locali e i lavoratori brindisini.

Bonifica centrale: Enel coinvolga le imprese locali

Un aspetto fondamentale della riconversione riguarda la bonifica della centrale di Cerano, che non può essere ignorata. Enel deve assumersi la responsabilità di questo processo, garantendo il coinvolgimento diretto delle aziende locali e dei lavoratori brindisini. La bonifica rappresenta un’opportunità per creare occupazione stabile e qualificata. È essenziale che le imprese del territorio, specializzate nel settore, siano protagoniste in questo percorso, garantendo sicurezza, sostenibilità ambientale e sviluppo economico. Inoltre, i lavoratori locali devono essere adeguatamente formati e coinvolti per assicurare che le nuove attività siano sostenibili e inclusive per la comunità.

I lavoratori brindisini non sono un numero

A causa della chiusura della centrale, centinaia di lavoratori, sia diretti che dell’indotto, vivono oggi nell’incertezza. Per la Failm, questa situazione è inaccettabile. La transizione deve prevedere un percorso chiaro di riqualificazione e reinserimento per tutti i lavoratori, garantendo contratti stabili e salari adeguati. Non possiamo accettare che i lavoratori locali vengano esclusi dalle nuove opportunità o che si crei un mercato del lavoro precario, privo di tutele e garanzie.

Le richieste per una transizione giusta e partecipata

Coinvolgimento delle imprese locali: le aziende del territorio devono avere una quota garantita nelle nuove commesse e negli investimenti, con un ruolo centrale nella riconversione della centrale di Cerano.

Priorità ai lavoratori brindisini: la transizione deve garantire che i lavoratori attualmente impiegati nella centrale e nell’indotto siano riqualificati e reinseriti nei nuovi settori industriali, evitando esclusioni e precarizzazione del lavoro.

Formazione e reinserimento: è necessario un piano di formazione strutturato per tutti i lavoratori affinché possano adattarsi alle nuove attività industriali, con garanzie e tutele occupazionali concrete.

Trasparenza e regole chiare: la gestione della transizione deve avvenire con totale trasparenza, attraverso un tavolo di confronto permanente tra istituzioni locali, parti sociali e imprese, per monitorare ogni fase del processo.

Evitare il ripetersi degli errori del passato: non possiamo accettare accordi come quello sottoscritto al Mimit su Eni Versalis, che ha escluso il coinvolgimento di numerose parti sociali e decine di migliaia di lavoratori dell’indotto. Le decisioni devono essere condivise con tutti i lavoratori, attraverso le loro rappresentanze sindacali legittime.

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