
Un “rospo” che si può ingoiare, per senso di responsabilità. Purché sia l’ultimo e si metta dunque mano da subito a quelle riforme che potranno evitare altri conti in rosso, con la necessità di dover mettere di nuovo le mani in tasca alle imprese e alle famiglie.
L’incontro con le associazioni di categoria
Questa la reazione delle associazioni di categoria regionali (CNA Umbria – Confartigianato Imprese Umbria – Confindustria Umbria – Confapi PMI Umbria – Confcommercio Umbria – Confesercenti regionale dell’Umbria – Confcooperative Umbria – Legacoop Umbria – Confagricoltura Umbria) al termine della riunione in cui la presidente della Giunta regionale Stefania Proietti e l’assessore al Bilancio Tommaso Bori hanno illustrato le ragioni che hanno portato all’adozione urgente, venerdì scorso, della manovra fiscale, con l’aumento da quest’anno dell’Irpef e dal 2026 dell’Irap e del bollo auto.
Saltando anche le prime fasi della concertazione con le parti sociali, è stata la giustificazione che l’esecutivo ha dato alla tardiva convocazione. Ma soprattutto, aprendo all’introduzione di modifiche e integrazioni prima della sua approvazione in Consiglio regionale che deve avvenire entro il 15 aprile se si vogliono modificare le aliquote in via ordinaria, secondo i tempi fissati dalla Finanziaria.
Rispetto alla riunione di lunedì con i sindacati, dopo che questi avevano chiesto un incontro urgente appreso dai giornali della manovra, il clima questa mattina (mercoledì) è stato più disteso. Anche perché le associazioni di categoria avevano avuto il modo di verificare l’impatto degli aumenti su imprese e famiglie ed anche di formulare proposte di parziale rimodulazione.
Evitare il commissariamento, ma anche riforme
Le associazioni hanno comunque espresso preoccupazione, in una nota congiunta, “perché, se da un lato commissariare la sanità significherebbe ridurre ulteriormente i servizi essenziali rivolti alla collettività, mettendo in difficoltà tutti, a partire dalle persone più fragili, dall’altro lato l’aumento della tassazione è una soluzione nefasta in un momento in cui l’economia rischia di entrare in recessione, la crescita è vicina allo zero, gli investimenti privati registrano il segno meno e i consumi, già fermi, rischiano un’ulteriore compressione a fronte della riduzione dei redditi disponibili dei cittadini. Pertanto l’aumento delle addizionali e le riforme strutturali per noi rappresentano due facce della stessa medaglia, non può esservi l’una senza che vi sia l’altra”.
Proposte per migliorare la manovra
Per le associazioni la prima cosa da fare entro la prima decade di aprile è migliorare la manovra fiscale deliberata dalla Giunta. “Ma se vogliamo evitare che si creino nuovi buchi di bilancio e soprattutto se vogliamo rendere l’Umbria più attrattiva nei confronti di nuovi residenti, a partire dai giovani altamente scolarizzati, la seconda cosa da fare – hanno sostenuto le associazioni – è quella di avviare subito e portare a compimento in breve tempo una serie di riforme strutturali che contribuiscano a rendere l’Umbria più competitiva”.
Crescita delle imprese
Allo stesso tempo, a giudizio delle associazioni datoriali andrebbero riviste le politiche di sviluppo regionali, che dovrebbero avere come asse portante la crescita dimensionale di tutti i tipi di imprese, attraverso il pieno utilizzo delle risorse europee del FESR, FSE+ e CSR, ma anche con un forte processo di semplificazione normativa regionale e comunale. Ad oggi lo sportello unico per le attività produttive in alcuni comuni continua ad essere una chimera.
Concertazione
“Tutto ciò – scrivono ancora le associazioni – è necessario che passi per un forte processo di concertazione con le parti sociali, anche attraverso la cosiddetta co-progettazione. Partendo da una criticità è necessario lavorare assieme per creare un contesto favorevole all’attrazione di nuove imprese, investitori e talenti, stimolando la crescita di un ecosistema dinamico e competitivo. Questo processo innescherebbe effetti moltiplicatori sull’economia regionale, con un incremento dell’occupazione, dell’innovazione e della produttività. Ne deriverebbero – concludono i rappresentanti delle associazioni d’impresa – maggiori entrate fiscali e contributive, risorse fondamentali per sostenere politiche di sviluppo economico e sociale e per rafforzare i servizi pubblici e lavorare la qualità della vita dei cittadini”.
Concertazione che la presidente Proietti, come annunciato nella successiva conferenza stampa, si impegna a mantenere, attraverso incontri periodici “per mostrare come vengono spesi questi soldi”. Perché è apparso evidente anche ai rappresentanti di categoria che l’occasione colta dalla Giunta, al di là dei conti in rosso della sanità, è quella di poter avere un extragettito da utilizzare anche per altre misure.
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