1 Aprile 2025
Riforma Terzo Settore 2025: Cosa Cambia per le Onlus e i Nuovi Regimi Fiscali!


ONLUS E TERZO SETTORE, IN ARRIVO UNA “RIVOLUZIONE” DAL 1 GENNAIO 2026

Siamo vicini al termine di un percorso lungo otto anni iniziato con la legge delega del 2016: questo è l’ultimo anno per le Onlus così come le abbiamo conosciute finora: la riforma del Terzo Settore portata avanti dal Governo Meloni dovrebbe entrare in vigore, senza imprevisti, a partire dal 1 gennaio 2026. Questa riforma introdurrà nuovi regimi fiscali per tutte le organizzazioni e le aziende del settore non profit con scopi di interesse generale. Secondo quanto riportato da “Il Sole 24 Ore”, che fa riferimento alle ultime evoluzioni politiche nazionali e internazionali, la riforma sarà operativa dal 2026 per i più di 17.000 enti coinvolti i quali dovranno adottare una “nuova identità”.



Una lettera inviata all’inizio di marzo dalla Commissione Europea ha confermato all’Italia la approvazione definitiva della riforma fiscale collegata al Terzo Settore, in particolare per quanto riguarda le esenzioni fiscali erogate dallo Stato che non saranno considerate aiuti di Stato, e quindi saranno accettate dall’Unione Europea. Inoltre, ci saranno importanti novità riguardo i titoli di solidarietà (per “incoraggiare” gli investimenti esterni nelle imprese del Terzo Settore) e per il nuovo sistema fiscale che trasformerà il mondo delle Onlus dopo oltre 28 anni.



I regimi fiscali vantaggiosi per le entità del Terzo Settore saranno attuati da gennaio, eliminando la denominazione di “Onlus” e offrendo ai 17.462 enti coinvolti la possibilità di iscriversi al Registro Unico del Terzo Settore oppure trasferire il patrimonio accumulato grazie alle varie agevolazioni Onlus a un’entità con finalità simili. Gli enti avranno tempo per decidere fino al 31 marzo 2026, come spiega Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore: «gli enti non-profit ora potranno partecipare con le loro attività al soddisfacimento dell’interesse generale della comunità, beneficiando di agevolazioni che non saranno più considerate aiuti di Stato nell’UE».



LE NOVITÀ DELLA RIFORMA (DURATA 8 ANNI) SUI NUOVI REGIMI PER LE ONLUS

Ci sono ancora alcuni aspetti che l’Agenzia delle Entrate dovrà chiarire entro queste scadenze per poter dare il via libera definitivo alla riforma sul Terzo Settore: prima di tutto, è necessario definire «il rapporto tra i costi e i ricavi delle attività svolte dagli ETS», come sottolineato ancora dal Forum. Inoltre, il punto cruciale dell’IVA per le Onlus che si trasformeranno in nuove imprese sociali è ancora da risolvere: la portavoce del Terzo Settore indica che è necessaria una modifica legislativa per evitare «il rischio di un’aliquota del 22% su alcuni servizi».

Le implicazioni della riforma, oltre a interessare il settore dell’educazione e il supporto alle famiglie, coinvolgono principalmente il settore sanitario: ospedali USA, case di riposo, alcune parrocchie, Ong, ma anche comitati della Croce Rossa, Caritas e altri enti di solidarietà. Secondo le anticipazioni di “Il Sole 24 Ore” sulla riforma del Terzo Settore, il passaggio al Registro Unico dovrebbe essere la scelta naturale per molti di questi enti che negli anni passati hanno atteso l’iscrizione per comprendere le dinamiche fiscali future.

I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate saranno decisivi, rappresentando l’ultimo passo essenziale prima dell’approvazione finale della riforma. Come sottolinea Monica Poletto, coordinatrice del tavolo del Forum, il regime fiscale delle Onlus era molto favorevole per diverse attività, includendo anche alcune esenzioni regionali (come in Lombardia) dall’IRAP. È quindi cruciale comprendere le future indicazioni dell’erario riguardo le esenzioni e il nuovo regime fiscale, ma rimane comunque un’importante opportunità per gli enti di passare a un ruolo pienamente riconosciuto nel Terzo Settore.

Tags: Governo Meloni

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