1 Aprile 2025
Fondi europei, la cesenate Francesca Lucchi (PD): “Il Governo vuole accentrarli, ma l’Emilia-Romagna ha dimostrato di saperli trasformare in crescita e sviluppo”


L’Emilia-Romagna chiude la programmazione dei Fondi europei 2014-2020 con il pieno utilizzo delle risorse e risultati tangibili sul territorio. A evidenziarlo è la consigliera regionale originaria di Cesena Francesca Lucchi, che sottolinea come la Regione abbia già impegnato oltre la metà delle risorse previste anche per la nuova programmazione 2021-2027, con 1,087 miliardi di euro attivati su FSE+, FESR e Fondo di Sviluppo e Coesione.

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“Abbiamo trasformato i fondi europei in progetti concreti, capaci di generare occupazione, innovazione e servizi per cittadini e imprese – afferma la consigliera eletta nelle fila del PD –. Non possiamo accettare che un Governo a trazione centralista voglia depotenziare questo modello virtuoso accentrando la gestione delle risorse”.

La preoccupazione arriva mentre a Roma migliaia di cittadini e amministratori locali hanno partecipato alla mobilitazione “Piazza per l’Europa”, per difendere l’autonomia gestionale delle Regioni nella programmazione europea.

Nel territorio cesenate, in particolare, l’impatto dei fondi europei è stato significativo: oltre 2 milioni di euro destinati a progetti per la resilienza climatica, l’accessibilità al trasporto pubblico e la pianificazione urbana sostenibile. Nei Comuni dell’Unione Valle Savio, esclusa Cesena, il solo PNRR digitale ha portato risorse per oltre un milione di euro attraverso otto bandi già finanziati, con altre candidature in arrivo su SUAP e SUE. A questi si sommano fondi da PSR, FESR e ATUSS/STAMI.

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“I numeri parlano chiaro – prosegue Francesca Lucchi –: oltre 850mila persone coinvolte in percorsi di formazione e welfare, 2.800 imprese sostenute per innovazione e internazionalizzazione, investimenti attivati per 887 milioni di euro. Una strategia che ci ha resi leader in Europa per coesione e competitività”.

Secondo la consigliera, un eventuale accentramento della gestione dei fondi rischierebbe di rallentare i tempi, allontanare le risorse dai reali bisogni dei territori e compromettere progetti già avviati. “L’Europa è una leva fondamentale per la crescita, ma deve restare vicina alle comunità. Nessuno conosce meglio dei territori le proprie necessità. Il Governo – conclude Lucchi – non usi l’Europa come pretesto per togliere voce alle Regioni, ma la valorizzi come opportunità di sviluppo condiviso”.





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