
PESARO – La Biosfera resterà in piazza del Popolo, almeno per i prossimi 3 anni. La decisione non è più solo un annuncio dato dal sindaco Andrea Biancani nell’ultimo consiglio comunale, ma è stata messa nero su bianco pochi giorni fa dalla giunta comunale approvando uno specifico atto d’indirizzo «sull’interesse dell’Amministrazione comunale di mantenere per ulteriori 3 anni l’attuale localizzazione del geode in piazza del Popolo» per cui ora si dovrà provvedere a ottenere «le autorizzazioni necessarie per il mantenimento».
Basterà per placare le polemiche sollevate dal centrodestra, soprattutto negli ultimi mesi, sui costi di manutenzione e di attivazione per l’installazione? La Biosfera è un’eredità di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024 e rientra tra i progetti di sperimentazione di tecnologie digitali innovative che sono stati portati avanti dalla Cte Square, la Casa delle tecnologie emergenti la cui esperienza doveva concludersi a fine dicembre e che invece è stata prorogata ancora di un anno fino al prossimo 31 dicembre dal Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il beneficiario
Tra l’altro per la creazione della Casa delle tecnologie emergenti il Comune di Pesaro è risultato beneficiario di un bando ministeriale da 11 milioni per portare avanti la realizzazione di progetti di ricerca e di sperimentazione che in questo periodo hanno coinvolto imprese, start up e giovani.
Nell’ultimo consiglio comunale è stato il sindaco Andrea Biancani a preannunciare le intenzioni del Comune: «La Biosfera è diventata ormai simbolo della città e resterà in piazza». L’intervento del primo cittadino ha preceduto la votazione, con l’approvazione a maggioranza, della delibera sulla “Variazione al Piano triennale degli acquisti di forniture e servizi 2025-2027 e aggiornamento Dup 2025-2027” che prevede un impegno di 104mila euro, distribuiti in due anni (2026-2027) per la manutenzione e la creazione di due nuovi contenuti per la Biosfera. «Rimarrà in piazza del Popolo – ha poi proseguito Biancani – ho già inviato una lettera alla Soprintendenza per far sì che possa rimanere nel cuore della città con anche il suo palco attorno, dove sarà possibile continuare ad organizzare eventi culturali. Questo perché ormai è diventata un simbolo ed è anche classificata come scultura digitale, un oggetto di design e una forma d’arte contemporanea paragonata alle bellezze che vantiamo nel nostro patrimonio culturale, certamente non un semplice schermo che riproduce immagini. Quello è già presente sulla facciata del Comune ed è disponibile per la promozione e sponsorizzazione del territorio, aziende, attività o eventi».
La manutenzione
La manutenzione dell’installazione artistica, nel 2024 e 2025, è stata appunto sostenuta economicamente dalla Cte. «Una qualsiasi piccola mostra organizzata in città quanto pensate possa costare? – aveva poi chiesto retoricamente il sindaco all’opposizione – Con 50mila euro organizziamo solo una piccola mostra perché questi sono i costi alti della cultura, soprattutto della cultura di spessore che cerchiamo di proporre noi ai nostri turisti e cittadini».
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