
Firenze, 1 aprile 2025 – La giunta toscana fa tappa in Mugello per fare il punto su dissesti, danni da maltempo e lavori. Ieri, il presidente della Regione, Eugenio Giani, e i suoi assessori hanno lasciato la tradizionale sede in Palazzo del Pegaso, nel cuore di Firenze, per trasferirsi a Casaglia, piccolo paese mugellano, alla presenza dei sindaci di Borgo San Lorenzo, Leonardo Romagnoli, e Marradi, Tommaso Triberti.
Giani in Mugello dopo i danni del Maltempo
«Oggi Casaglia è la capitale della Toscana – ha detto il governatore -. Rappresenta quella parte di Toscana diffusa, bella e ricca di storia e di valori, che soffre però dei problemi dello spopolamento e che i danni provocati dall’ultima ondata di maltempo hanno messo ulteriormente a dura prova. Siamo consapevoli della bellezza della Toscana, ma anche della sua fragilità e quindi, dato che i danni dell’ultima alluvione sono stati ingentissimi, ribadiamo la richiesta al governo nazionale di riconoscere l’emergenza nazionale». Intanto, la riunione di ieri ha permesso di fare il punto sugli interventi dedicati a frane e ripristini, a partire da quelli sulla strada 302 (Faentina), che sono stati accelerati proprio per volere della Regione. «Ringrazio la Città Metropolitana e tutti i tecnici per il grande lavoro fatto – ha detto ancora Giani – e che ci permetterà di riaprire la strada entro il prossimo fine settimana, anche se ancora con alcuni tratti a senso unico alternato regolato da semafori. I collegamenti però saranno rispristinati».
Si lavora infine anche sul piano dei ristori a famiglie e imprese. L’obiettivo è emanare il bando entro maggio, tenerlo aperto per 30-40 giorni e quindi passare alle erogazioni fra giugno e luglio, dopo la necessaria fase di analisi delle richieste arrivate. Previsti fino a 3mila euro di ristori per le famiglie e fino a 10mila per le imprese colpite dalle ultime ondate di maltempo.
Il punto sulla discarica fantasma
Aumenta la preoccupazione per la frana che ha ferito la valle del Rovigo, in Toscana, tra i comuni di Palazzuolo sul Senio, Firenzuola e Borgo San Lorenzo. Il cedimento di un versante ha riportato alla luce tonnellate di rifiuti che il Comune di Firenze portò in Alto Mugello nel 1971, e una parte di essi sono finiti nel rio Rovigo, riempiendolo di materiali di ogni tipo.
Così gruppi, aziende agricole, ambientalisti, associazioni hanno depositato un esposto in Procura, sia a Firenze che a Bologna. E hanno presentato l’iniziativa a Casetta di Tiara, minuscola località di Palazzuolo sul Senio, attraversata dal Rovigo, e famosa per le bellezze ambientali dei luoghi, ora invasi dalle plastiche. L’avvocato che li assiste, Antonio Mancino di Imola, è consapevole che «l’attenzione non va concentrata tanto sugli sversamenti» dell’epoca, a prima vista legali, «ma – scrive – sulla successiva gestione di quel sito negli anni e della sua relativa pericolosità».
Perché dopo alcuni di giorni di colonne di camion che da Firenze gettavano, dal ciglio della strada, tonnellate di immondizia di ogni genere, nella profonda scarpata della valle del Rovigo, l’operazione fu interrotta. E la discarica fu presto dimenticata. Così ora negli esposti si chiede di accertare se vi siano fatti penalmente rilevanti, per i reati di inquinamento ambientale, disastro ambientale, omissione d’atti d’ufficio, frana. Una richiesta che ne sottintende un’altra, ancor più pressante, rivolta alle istituzioni. Di ripulire, di bonificare, di chiudere definitivamente questa ferita inferta a uno dei luoghi più belli dell’Appennino. Meta di escursionisti, luogo incontaminato, crocevia di percorsi Cai, usati anche per trail podistici ai quali da anni partecipano numerosi atleti che vengono da tutto il mondo. E su questo versante la preoccupazione cresce, e anche la rabbia. Perché con nuove piogge c’è il rischio che altre parti della discarica crollino, e che l’immondizia, già arrivata nel fiume Santerno, giunga fino all’Adriatico.
«Sono passate due settimane – denunciano gli abitanti – ed è stato fatto poco e niente». I lavori di sistemazione della frana vanno a rilento. E le operazioni di ripulitura sono ancora tutte da iniziare. I tanti frequentatori della zona già si erano messi a disposizione per dare una mano nelle pulizie. In pochi giorni, un gruppo Whatsapp per organizzare gli interventi ha già raccolto più di mille adesioni. Ma è arrivato lo stop delle istituzioni, che hanno chiesto ai sindaci di emettere ordinanze di divieto di accesso al fiume. Per il timore che volontari, motivati ma magari poco esperti, mettano a rischio la propria incolumità.
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