
C’è forte preoccupazione per le sorti di STMicroelectronics ad Agrate Brianza (Monza). A spiegarlo sono i sindacalisti della Fiom Cgil Brianza dopo che il ministro Adolfo Urso ha parlato di “3.000 nuovi posti di lavoro e un investimento di 5,1 miliardi di euro” per lo stabilimento di Catania del colosso italo-francese dei semi-conduttori mentre “nulla si è detto” per la sede lombarda.
Il futuro di STMicroelectronics ad Agrate Brianza
Il sindacato precisa che è “giusto il sostegno” al sito siciliano ma che “altrettanto lo è il futuro di Agrate Brianza, dove lavorano migliaia di lavoratori e che rappresenta un pilastro fondamentale per l’industria microelettronica italiana. Il rischio concreto – si sottolinea – è che la crisi dell’azienda venga scaricata in maniera squilibrata su una sola realtà produttiva”.
In particolare la Fiom-Cgil Brianza prende posizione dopo “le recenti dichiarazioni rilasciate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del question time tenutosi al Senato lo scorso 3 aprile. Durante il suo intervento, il ministro ha affermato che ‘il 10 aprile si svolgerà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo nazionale STMicroelectronics. In quella sede emergerà chiaramente come il piano per Catania sarà il più importante progetto presentato a livello mondiale dall’azienda, con una prospettiva di 3.000 nuovi posti di lavoro: un investimento di 5,1 miliardi di euro”.
Le richieste della Fiom Cgil Brianza
“In un momento di discussione su un nuovo piano industriale che potrebbe avere impatti rilevanti sull’occupazione e sull’assetto produttivo nazionale, ignorare pubblicamente il destino del sito di Agrate Brianza è un segnale allarmante, che non può passare inosservato – viene denunciato -. La Fiom Cgil Brianza chiede con forza che sia il governo che l’azienda assumano una posizione chiara e trasparente sul futuro di Agrate, garantendo il pieno coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e dei territori. Servono impegni concreti per la tutela occupazionale, per il rilancio produttivo e per un equilibrio degli investimenti su scala nazionale”.
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