16 Aprile 2025
Transizione digitale può accelerare il 70% dei target di agenda 2030. Dai ceo italiani l’impegno a guidare trasformazione sostenibile


La transizione digitale può rappresentare una leva strategica nel raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030, con un potenziale di avanzamento di almeno il 70% dei 169 target dei Global Goals. In questo scenario, il settore privato è pronto a giocare un ruolo di leadership etica e sistemica, contribuendo alla creazione di valore condiviso per la comunità. È questo l’impegno assunto da 30 CEO, Presidenti e Top Manager italiani, che hanno preso parte al Business & SDGs High Level Meeting promosso da UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia) e ospitato da Cassa Depositi e Prestiti.

Giunto alla decima edizione, il Business & SDGs High Level Meeting è l’evento annuale di UNGCN Italia dedicato agli Amministratori Delegati e ai Presidenti delle aziende italiane impegnate sull’Agenda 2030. Fin dal 2016, il Meeting si caratterizza come hub per un confronto e dialogo di altissimo livello sui temi dello sviluppo sostenibile.

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Lo scenario e il ruolo delle imprese

Nell’ambito delle priorità strategiche dell’Unione Europea per il mandato 2024-2029, la transizione digitale è riconosciuta come un fattore abilitante per la competitività. Secondo la strategia comunitaria, la capacità dell’Europa di attrarre investimenti, generare occupazione e sviluppare ricchezza dipenderà sempre più dalla digitalizzazione dei settori industriali e dal rafforzamento delle tecnologie avanzate. Come emerso dagli interventi dei massimi leader delle imprese italiane intervenuti al CEO Meeting, il settore privato deve essere protagonista nella diffusione di questa trasformazione, traducendo l’innovazione in applicazioni concrete per sviluppare nuovi modelli di business sostenibili, capaci di generare non solo valore economico, ma anche benefici sociali e ambientali.

L’Intelligenza Artificiale a supporto della sostenibilità

Tra le tecnologie digitali, l’Intelligenza Artificiale è oggi al centro del dibattito sul bilanciamento tra rischi e opportunità per il settore privato. I dati ISTAT 2024 evidenziano che un terzo delle grandi imprese italiane ha già adottato tecnologie di IA e l’8,2% delle aziende ha almeno 10 addetti che le utilizza. Secondo i partecipanti al Business & SDGs High Level Meeting, per contribuire alla competitività del business in modo sostenibile, l’IA deve essere sviluppata e implementata nel rispetto di principi quali la protezione dei diritti umani, la trasparenza, la non discriminazione, la sicurezza, l’accessibilità e l’efficienza energetica. Tra le varie applicazioni, la Gen-AI rappresenta uno degli sviluppi più promettenti: secondo il report “Gen-AI for the Global Goals” promosso da UN Global Compact e Accenture nel 2024 e basato su una ricerca condotta su Top Manager di aziende aderenti allo UN Global Compact al livello globale, questo strumento può supportare processi chiave in ambito supply chain, innovazione, reporting e comunicazione. Tuttavia, il suo utilizzo deve essere accompagnato da una governance responsabile, affinché l’adozione di questo strumento non aggravi le disuguaglianze esistenti, né comprometta la protezione dei diritti fondamentali. Inoltre, gli intervistati evidenziano la consapevolezza di dover investire ancora sulla formazione in termini di competenze e di approccio da adottare, a partire da un quadro di riferimento internazionale sui casi d’uso più virtuosi.

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Secondo Marco Frey, Presidente di UNGCN Italia, “la transizione digitale è un fenomeno complesso che impone l’adozione di una prospettiva sistemica, capace di bilanciare le contraddizioni e di coinvolgere attivamente tutti gli attori in gioco. L’obiettivo condiviso deve essere la costruzione di un ecosistema virtuoso, in grado di sostenere una trasformazione realmente sostenibile. In questo contesto, il ruolo delle istituzioni è cruciale: spetta a loro intercettare i bisogni emergenti della società e supportare il mondo imprenditoriale attraverso l’istituzione di framework di riferimento chiari e abilitanti, capaci di guidare efficacemente questo delicato processo”.

“Le imprese devono assumere un ruolo guida all’interno della transizione digitale, facendosi garanti di un utilizzo etico e trasparente delle tecnologie a disposizione” ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia. “La digitalizzazione ha un impatto positivo potenziale enorme sul business, che riguarda tutti i settori merceologici. Dall’ energetico, alla mobilità, dal settore bancario, all’ agroalimentare, fino a coinvolgere salute e aerospazio, la digital transition genera diversi benefici per le imprese quali l’accrescimento dell’efficienza operativa, il supporto all’analisi dei rischi, il miglioramento dell’accesso e dell’analisi dei dati e la definizione di strategie commerciali maggiormente efficaci e innovative. Sarà, però, importante che le aziende riescano a leggere e a tradurre in operatività la complessità del fenomeno della transizione digitale, cercando di trovare un equilibrio tra i potenziali impatti positivi e negativi, che ad esempio riguardano gli elevati consumi di energia per alimentare i data center, la necessità di colmare il gap di competenze digitali, considerando anche gli aspetti di inclusione generazionali (up-skilling e re-skilling), l’attenzione alle comunità esterne e ai target fragili, per evitare di esacerbare le disuguaglianze, non lasciando nessuno indietro” ha aggiunto Bernacchi.

 

“La comunità imprenditoriale internazionale è passata da un grande hype sulla sostenibilità, ad un backlash della stessa nelle ultime settimane. Il pendolo, però, sta rallentando gradualmente la sua oscillazione, per andare a fissarsi di nuovo sul centro. Che l’arretramento sullo sviluppo sostenibile non sia stato infatti così violento, lo dimostrano l’allocazione degli asset finanziari – rimasta complessivamente ancora ai criteri ESG, ed il posizionamento assunto da diverse grandi multinazionali. Sul piano governativo, Cina ed EAU – Emirati Arabi Uniti hanno fatto uscire di recente le loro direttive sulla sostenibilità. In questo quadro, l’innovazione tecnologica è l’elemento che lega e coniuga il profitto e il purpose, nuovo paradigma per le imprese che possono così rendere la sostenibilità davvero trasformativa all’interno del proprio business model.” – questa la lettura degli scenari attuali proposta da Mario Calderini, Full Professor, School of Management – Politecnico di Milano.

 

Giovanni Gorno Tempini, Presidente di Cassa Depositi e Prestiti, ha aggiunto: “In un momento caratterizzato da profondi cambiamenti geopolitici, la domanda a cui dobbiamo rispondere è come rendere la sostenibilità “sostenibile” per il sistema economico, coniugando transizione ecologica con competitività e crescita soprattutto in Europa. In questo contesto CDP ha mantenuto un approccio pragmatico che è alla base del nuovo Piano Strategico e del Piano ESG 2025-2027: abbiamo scelto di darci obiettivi molto concreti per essere al fianco di aziende e pubbliche amministrazioni con una pluralità di strumenti finanziari e una forte attenzione all’impatto sociale anche attraverso l’azione della Fondazione CDP”.

Informazioni sull’UN Global Compact

Il Global Compact delle Nazioni Unite è un’iniziativa speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite che ha il mandato di guidare e sostenere la comunità imprenditoriale globale nel promuovere gli obiettivi e i valori delle Nazioni Unite attraverso pratiche aziendali responsabili. Con più di 20.000 aziende e oltre 3.500 firmatari non profit con sede in 167 paesi e 62 reti locali, l’UN Global Compact è la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo.

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Il Global Compact delle Nazioni Unite opera in Italia attraverso l’UN Global Compact Network Italia (UNGCN Italia), organizzazione costituitasi in Fondazione nel 2013 dopo dieci anni di attività come gruppo informale. Il Network italiano opera anzitutto per promuovere l’UN Global Compact ed i suoi Dieci Principi attraverso il dialogo istituzionale, la produzione di conoscenza e la diffusione di buone pratiche di sostenibilità. È, altresì, impegnato nell’avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dalle Nazioni Unite per il 2030. Oltre 650 imprese e organizzazioni non profit italiane partecipano all’UN Global Compact.



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