
Automotive, Siderurgia, Difesa e Innovazione sono state al centro della Tavola rotonda sull’Industria in Evoluzione, appuntamento pubblico in occasione dell’Assemblea generale dell’Ugl Metalmeccanici che si è svolta a Marina di Città Sant’Angelo, in Abruzzo.
Una Tavola rotonda moderata dal giornalista Massimo Maria Amorosini, a cui hanno partecipato Paolo Capone, segretario generale Ugl; Antonio Spera, segretario nazionale Ugl Metalmeccanici; Giuseppe Manca, responsabile H.R. di Stellantis; Tiziana Magnacca, assessore regionale Abruzzo alle AA. PP.; Raffaele Trivilino, direttore IAM; i componenti della Segreteria nazionale Ugl Metalmeccanici Aurelio Melchionno, Angelo Mazzeo, Adelmo Barbarossa, Daniele Francescangeli, Ciro Marino, Vittoria Buccarini e Luigi Marino.
”In questi giorni – ha commentato il segretario Spera – l’Ugl Metalmeccanici ha fatto sintesi sul tema ‘l’Industria in Evoluzione’. Un evento che la nostra assemblea 2025 ritiene centrale anche in concomitanza della celebrazione dei 75 anni dell’organizzazione sindacale. Un dibattito di alto profilo su industria, lavoro e transizione, un talk dinamico, tra visione e proposte concrete: automotive, microelettronica, siderurgia, PMI, partecipazione, welfare, disabilità, formazione continua e innovazione tecnologica, temi che hanno dato linfa all’assemblea. Automotive e transizione tra Stellantis e il ruolo dell’Ugl Metalmeccanici – ha proseguito Spera – è stata l’apripista dei lavori dove si pone l’accento sulla importanza di difendere gli stabilimenti italiani e sul rischio occupazionale derivante dalla riconversione produttiva del settore auto: servono scelte industriali chiare, una regia nazionale e il coinvolgimento reale dei lavoratori nei processi decisionali. L’impegno della nostra federazione Ugl è salvaguardare tutti i siti, il dialogo con Stellantis è per noi fondamentale consapevoli che bisogna scommettere sulla formazione interna, sulla mobilità professionale e su investimenti che tengano insieme efficienza e occupazione”.
“Ponendo l’attenzione sulla fragilità tecnologica dell’Europa, – ha sottolineato Spera – ribadiamo la necessità di investire in ricerca e sviluppo per ridurre la dipendenza dai grandi player esteri nel campo dei semiconduttori che vanno a penalizzare il processo della microelettronica. Sul fronte siderurgico, come UglM lanciamo l’ennesimo allarme sull’impatto sociale della decarbonizzazione se non adeguatamente sostenuta da politiche industriali di lungo periodo. Per il comparto Difesa e Leonardo, evidenziamo la centralità strategica del settore anche in termini occupazionali dove Leonardo non è solo innovazione militare bensì, è un presidio tecnologico nazionale che deve restare in Italia e crescere insieme ai suoi lavoratori. Un tema molto caro all’UglM è la sfida dell’inclusione produttiva delle PMI dove le imprese più competitive sono quelle che coinvolgono i lavoratori nei processi decisionali, la partecipazione è un’opportunità per tutti. Su dazi, welfare e formazione continua, sottolineiamo come il welfare aziendale sta diventando una nuova frontiera di contrattazione, il ruolo strategico lo giocano i fondi interprofessionali che concorrono a garantire occupabilità e crescita professionale. Inclusione e diritti, il lavoro deve essere per tutti – afferma Spera –, leggenda è la netta posizione della nostra federazione che, nel mondo del lavoro non ci devono essere barriere, né per le donne né per le persone con disabilità. L’industria deve diventare inclusiva, accessibile e rispettosa delle differenze”.
“Abbiamo ritenuto espletare l’Assemblea generale adesso perché – ha concluso Spera – c’è stata l’esigenza di tracciare una visione ampia del ruolo della nostra UglM nella transizione industriale. Il lavoro deve tornare al centro delle politiche industriali. Serve un nuovo patto tra Stato, impresa e lavoratori per affrontare il futuro con responsabilità e coesione. Grazie all’intervento del Ministro al Made Italy, Adolfo Urso onorandoci per la sua presenza e partecipazione, come sindacato vogliamo che il nostro Paese diventi un laboratorio di politiche innovative. La politica attragga investimenti, ma anche formare competenze e sostenere il lavoro stabile e di qualità: ciò può avvenire se saremo competitivi, ci si diventa facendo rete tra sindacato, imprese, politica, università, enti di ricerca e mondo del lavoro, in una sfida che prospetti tutti in un futuro migliore”.
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