
L’universo delle flotte aziendali sta attraversando un momento di trasformazione, un po’ come tutto ciò che riguarda il settore dei veicoli a motore. A fronte di una ricerca sempre più imperante di soluzioni che valorizzino il rispetto dell’ambiente, con l’avanzata delle alimentazioni ibride ed elettriche, che vanno ad affiancarsi a quelle tradizionali benzina e diesel, anche il cliente tipo delle flotte aziendali ha ben chiaro quali sono i suoi capisaldi attuali. Fra questi ci sono: riduzione dei costi operativi, miglioramento dell’efficienza, maggiori investimenti nelle soluzioni digitali, quindi più sicurezza, e un incremento dell’impiego dell’intelligenza artificiale nella gestione della flotta. Negli ultimi anni, le piccole e medie imprese, in particolare, stanno cercando di sperimentare soluzioni più flessibili, come il noleggio a lungo termine e la sharing economy. Questo ha comportato una diminuzione del parco auto aziendale tradizionale, anche se il segmento delle flotte di grandi dimensioni (oltre i 100 veicoli) ha visto una crescita significativa, soprattutto nell’ambito del trasporto merci. Il settore, infatti, è reso vivace soprattutto grazie ai truck e, in seconda battuta, ai van e ai veicoli leggeri. In fondo alla graduatoria, se così si può dire, ci sono le autovetture. Questi i numeri dei primi tre mesi del 2025: 254.328 contratti stipulati, con un incremento del 6,5% rispetto all’anno precedente. Le auto stanno vivendo un rapido mutamento, infatti, analizzando ciò che accade nelle aziende si nota come queste stiano investendo in veicoli pensati per ridurre l’impatto ambientale (il 29,1% ha scelto le elettriche), per andare incontro a maggiori sgravi fiscali, per aderire alle normative più severe sulle emissioni di CO2 e per migliorare l’immagine aziendale, sposando un profilo etico più accattivante. Per fare un bilancio dello scenario odierno, a Roma circa il 43% delle flotte aziendali è composto da veicoli elettrici o ibridi, cosa che non accade a Torino dove la percentuale scende a un più basso 13%. Inoltre, le aziende italiane stanno anche esplorando la possibilità di includere ulteriori forme di mobilità sostenibile, come il car-sharing elettrico. La digitalizzazione è un altro tema rilevante. La gestione delle flotte aziendali sta diventando più automatizzata grazie all’uso di software avanzati per monitorare i veicoli, raccogliere dati in tempo reale e ottimizzare le operazioni. A suffragio di ciò, l’intelligenza artificiale e la connettività sono in rapida crescita: circa il 62% dei fleet manager italiani prevede di integrare soluzioni basate sull’IA entro i prossimi cinque anni. Tuttavia, la connettività nelle flotte aziendali risulta essere ancora limitata: solo il 7% di queste è odiernamente connesso, anche se l’11% prevede di implementare le sue potenzialità tecnologiche. Con la nuova Legge di Bilancio 2025, entrata in vigore il 1° gennaio scorso, si introducono importanti novità per incentivare l’acquisto di auto elettriche da parte delle aziende. Il calcolo dei fringe benefit, riconosciuti dal datore di lavoro sotto forma di beni o servizi, per le flotte di auto aziendali è cambiato, dando un vantaggio ai veicoli elettrici e ibridi plug-in. Inoltre, sono previsti incentivi o tassazioni agevolate per tutte le aziende che installano infrastrutture per la ricarica elettrica. Per quanto riguarda la tassazione, il nuovo sistema introduce invece tre aliquote di riferimento in base al tipo di alimentazione dell’auto e non più sulla quantità di anidride carbonica prodotta. Questi sono i nuovi coefficienti da applicare per il calcolo della tassazione sulle vetture aziendali: coefficiente del 10% del costo chilometrico per le auto elettriche (BEV); coefficiente del 20% del costo chilometrico per le auto ibride plug-in (PHEV); coefficiente del 50 % del costo chilometrico per le auto alimentate a benzina e diesel.
Intanto, il Governo ha concepito un emendamento dei relatori al decreto bollette che tutela chi ha ordinato un’auto aziendale come fringe benefit nel 2024 ma avrà la consegna della vettura entro i primi sei mesi del 2025. In questo modo si riammette nel regime fiscale agevolato chi oggi risulta escluso. Dunque, si evita una bordata fiscale a chi avrà a disposizione un’auto aziendale come benefit welfare.
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