16 Aprile 2025
Corradini D’Arienzo (Simest): “Il futuro delle Pmi è oltre confine”


La tempesta delle due ultime settimane, dovuta all’avanzare delle tariffe contro la libera circolazione delle merci, ha spinto qualche osservatore a sentenziare che la globalizzazione è finita, almeno come l’abbiamo conosciuta fino a questo momento. Il che — per chi fa business — non significa che ci si debba chiudere nei confini nazionali per ridurre i rischi, soprattutto se il riferimento è a un Paese con limiti strutturali alla crescita come la denatalità e l’elevato debito pubblico che sottrae risorse allo sviluppo, come nel caso dell’Italia. Del resto, nel corso del 2024 — un anno non certo facile per le dinamiche geopolitiche, né brillante dal punto di vista del ciclo economico, l’export ha raggiunto quota 305 miliardi di euro, il livello più alto da quando (nel 2013) sono iniziate le rilevazioni di questo ambito.

“Le imprese della Penisola, a partire dalle Pmi che ancora oggi registrano una presenza soprattutto domestica, possono mitigare l’incertezza di breve termine sui mercati, impegnandosi in primo luogo a incrementare la propria quota di internazionalizzazione e di export”, riflette Regina Corradini D’Arienzo, amministratore delegato di Simest, la società del gruppo Cdp che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività.

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Un altro filone da perseguire, aggiunge, è la diversificazione geografica, focalizzando lo sviluppo all’estero in aree strategiche e ad alto potenziale di crescita: “In questo contesto, il Piano d’Azione per l’Export, presentato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, offre un supporto concreto, favorendo la presenza del made in Italy in mercati chiave, a partire dall’Africa e dall’America Latina, per poi approfondire le opportunità offerte dai paesi Asiatici e quelli dell’area del Golfo. In questo ambito Simest contribuisce con un investimento importante da oltre un miliardo di euro per sostenere l’internazionalizzazione delle realtà italiane”. Dunque è il momento di adottare un approccio diversificato per ridurre la dipendenza da singoli mercati e di affrontare con maggiore resilienza le oscillazioni economiche e politiche globali.

L’ad di Simest ricorda che la società si rivolge anche alle Pmi che ancora non esportano, oltre a quelle che hanno già strutture consolidate in tal senso, mettendo a disposizione due tipologie di interventi, finanza agevolata ed equity. “Inoltre agiamo in maniera sinergica con gli altri attori del Sistema Italia — come Cdp, Sace e Ice, guidati dalla Farnesina — per rafforzare la competitività estera delle imprese della Penisola, per agevolarne la crescita non solo con i tradizionali strumenti finanziari, ma anche affiancandole nelle attività di promozione nelle varie geografie e aiutandole a intercettare opportunità commerciali, grazie anche alla presenza dei Sistema Italia nelle aeree strategiche”.

Corradini D’Arienzo sottolinea l’importanza di fare meglio sul versante delle filiere produttive, considerando che spesso le realtà più piccole restano fuori dai circuiti dell’innovazione per mancata conoscenza delle opportunità, ma possono essere coinvolte se approcciate tramite i capifiliera, come fa Simest attraverso il progetto “Filiere d’impatto”.

Sta di fatto che i dazi stanno cambiando volto al commercio mondiale: “I rischi di frenata nel breve ci sono, ma l’export sarà sempre più un motore fondamentale per la crescita dell’economia italiana”. Del resto, nonostante un contesto molto complicato, ha dimostrato un forte spirito di resilienza, arrivando nel 2024 a toccare — a livello extra Ue — i 305 miliardi di euro, con una crescita di più del 2% rispetto al 2023 che era l’anno record.

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L’internazionalizzazione oggi non può più focalizzarsi prevalentemente in Europa, ma richiede un approccio più articolato, che includa anche investimenti diretti al di fuori dell’Unione europea in geografie strategiche per la crescita: “Le nuove misure di finanza agevolata ed equity che abbiamo introdotto facilitano questo processo. In tal senso cito ad esempio la nuova misura Simest di sostegno alle aziende energivore che, mai come in questo momento, necessitano di strumenti per alleggerire l’aggravio degli alti costi energetici”, sottolinea l’ad. A questo “si affianca il servizio di consulenza strategica finalizzato a far conoscere alle imprese le opportunità e le specificità dell’internazionalizzazione. Un servizio potenziato dalle aperture di nuove sedi estere nei mercati a più alto potenziale di crescita per essere vicini alle imprese li dove è più funzionale investire”. Ad oggi Simest è presente in Serbia, Egitto, Marocco, Vietnam, Brasile e da pochissimi giorni ha aperto la sua prima sede in India, a New Delhi.



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