15 Aprile 2025
Italia in prima linea negli investimenti in cybersecurity, ma la sfida resta trovare talenti


In un contesto globale sempre più segnato dalle minacce informatiche, la sicurezza digitale è diventata una delle principali sfide per i leader tecnologici. L’Italia si distingue in questo scenario, posizionandosi in prima linea tra i paesi più attivi negli investimenti in cybersecurity. È quanto emerge dal CIO 2025 Outlook, il report di Experis – brand di ManpowerGroup e provider IT di soluzioni applicative – che ha coinvolto oltre 1.390 leader nel settore tech a livello globale, di cui 480 CIO e CTO e 913 decision maker IT, con l’obiettivo di offrire uno sguardo dettagliato sul ruolo dei CIO evidenziandone sfide, priorità e responsabilità.

Nel 2024, le spese globali legate ai reati informatici hanno raggiunto i 9.500 miliardi di dollari – un valore pari al PIL di un’ipotetica terza economia mondiale, dopo Stati Uniti e Cina. Di fronte a questa crescente minaccia, l’86% degli intervistati in Italia prevede un incremento degli investimenti in sicurezza digitale, superando la media del 77%. Se la cybersecurity rappresenta la principale preoccupazione per il 41% dei CIO che hanno preso parte al sondaggio, tuttavia, solo il 37% dichiara di aver definito strategie di rischio specifiche e in meno del 30% dei casi il personale utilizza correttamente i sistemi di sicurezza implementati.

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Tra le sfide emergenti, al secondo posto si colloca la necessità di integrare l’Intelligenza Artificiale (19%). L’AI, su cui il 67% delle aziende prevede di aumentare gli investimenti nel 2025, è accolta con favore sebbene i suoi limiti restino un tema di dibattito. Il 36% degli intervistati la ritiene in grado di cambiare tutto in futuro ma deve ancora essere perfezionata, mentre il 33% ne percepisce ancora un impatto incerto sul business. In questo campo l’Italia si distingue per un approccio più proattivo e aperto al cambiamento: il 47% dei CIO è convinto che l’AI rivoluzionerà tutto, mentre solo l’11% esprime scetticismo sulla sua sostenibilità nel lungo termine (contro una media del 20%). Tuttavia, il 35% degli intervistati italiani – rispetto al 25% della media – ritiene possa essere un problema trovare i fondi necessari per l’implementazione di questa tecnologia.

“Il report mette in luce come, in un panorama in rapida trasformazione, la figura professionale del CIO stia diventando sempre più centrale nel tradurre l’innovazione in risultati concreti per le aziende” ha dichiarato Salvatore Basile, Direttore di Experis Italia. “Allo stesso tempo, l’aumento della complessità tecnologica rende essenziale investire nella formazione continua affinché le organizzazioni possano contare su risorse con le competenze adatte a integrare correttamente le nuove tecnologie nei processi.

I dati sulla cybersecurity, d’altra parte, mostrano come disporre di strumenti avanzati non ne garantisca automaticamente un utilizzo efficace: l’impiego di risorse specializzate diventa fondamentale, così come trovare un equilibrio tra investimenti in competenze e accelerazione tecnologica delle piattaforme, una delle sfide più rilevanti.

La formazione si conferma, quindi, una leva importante insieme alla collaborazione con realtà specializzate che possono fornire un supporto flessibile e su misura rispetto alla dinamica delle necessità legate all’adozione di soluzioni sempre più innovative.”

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La formazione rappresenta un elemento strategico per lo sviluppo del settore IT, ma resta ancora un nodo irrisolto. La carenza di talenti e il gap di competenze si fanno sempre più evidenti, con il 76% delle aziende a livello globale che segnala questo problema, una percentuale che in Italia arriva a toccare il 78%. Le università faticano a tenere il passo con i rapidi sviluppi tecnologici, lasciando molti studenti privi delle competenze richieste dal mercato del lavoro. Anche le aziende, tuttavia, non investono abbastanza nella formazione continua: solo il 28% degli intervistati che hanno partecipato al sondaggio afferma che la propria azienda offre regolarmente programmi di aggiornamento per il personale IT. Eppure, il 42% dei lavoratori considera la formazione aziendale uno dei metodi più efficaci per acquisire nuove competenze, subito dopo l’esperienza diretta sul campo (47%).

Per far fronte a questa carenza, nella maggior parte dei casi (52%) le organizzazioni cercano di integrare nuove competenze AI in ruoli già esistenti, di associare competenze tecniche e capacità di pensiero strategico (42%) o di aumentare la versatilità dei ruoli (37%).



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