
Per evitare la revoca, i 55 milioni di fondi europei che il Molise deve spendere entro il 31 dicembre 2025 dovranno essere, a quella data, anche rendicontati. Una corsa contro il tempo. A Palazzo Vitale servirebbe Ayrton Senna.
Ne sono tutti consapevoli, minoranze (che denunciano) e maggioranza (che assicura un cambio di passo, l’intenzione o l’imperativo di imprimerlo).
L’assessore al Bilancio Gianluca Cefaratti, a margine delle audizioni sul bilancio in cui il tema del rischio definanziamento per i fondi strutturali assegnati al Molise è “esploso”, per esempio ha ammesso: «Non nego che siamo in ritardo sia nella programmazione sia nella messa a terra di queste risorse. Abbiamo l’obiettivo di spendere 55 milioni per il Pr (Programma regionale, ndr) nel 2025. Se non avremo questa capacità ci potrebbe essere la revoca di parte di questi fondi. Abbiamo appostato in bilancio, per il Pr, nel 2025 una cifra complessiva di 110 milioni, doppia rispetto a quella che dovremo spendere. Spendere vuol dire anche rendicontare entro il 31 dicembre. Un obiettivo ambizioso, sicuramente difficile da raggiungere ma credo che con l’aiuto di tutti – della struttura e anche delle opposizioni che ci segnaleranno eventuali ritardi – lo coglieremo. Non abbiamo il diritto di mandare indietro un solo euro».
Il presidente della I Commissione Roberto Di Pardo è sulla stessa lunghezza d’onda. «È giusto ammettere che siamo in ritardo, deve servire da sprono per spendere le risorse e, io dico, anche per spenderle bene», ha aggiunto entrando nel merito della riprogrammazione proposta nei giorni scorsi. «Mi riferisco ai trasporti, c’erano somme ingenti, sovradimensionate alle esigenze, per l’acquisto del parco rotabile. È stato rinnovato due anni fa. Bene quei fondi sono stati riprogrammati e destinati alle attività produttive, alle imprese».
La segretaria della Uil Tecla Boccardo, che complessivamente ha parlato di un «bilancio con luci e ombre» e focalizzato l’attenzione su proposte operative, fra queste ha inserito proprio le proposte per «spendere presto e bene risorse messe a disposizione dall’Europa. Si devono spendere 55 milioni entro il 31 dicembre, ma spenderli in progetti di qualità utili a dare la svolta a questa regione».
In particolare, la riprogrammazione non convince la Cgil, che ha provato a bloccarla con alcune osservazioni, ma l’iter è andato avanti. «Una riprogrammazione repentina di Fesr e Fse+, sono cambiati alcuni assi strategici che erano stati definiti in precedenza. Non ci convince né il merito né alcune questioni di merito di questa nuova impostazione», ha detto con chiarezza il responsabile della Camera del lavoro del Molise Paolo De Socio.
Con la manovra 2025, «dopo quattro anni i soldi dell’Ue vengono messi in dirittura di partenza, non di arrivo». Tranchant il giudizio della capogruppo del Pd Micaela Fanelli. «Il 31 dicembre sta arrivando e noi potremmo perdere tutto. È quello il termine finale per la certificazione dei fondi europei, 55 milioni quest’anno, complessivamente sono circa 400. Si tratta dell’unico polmone finanziario su cui poter agire per creare sviluppo e siamo a spesa zero. Questo è gravissimo. I ritardi sono stati accumulati dalla struttura in questo periodo. C’è una riprogrammazione per imprese che in questa regione non esistono, parlo della farmaceutica, dell’intelligenza artificiale. Temi importantissimi ma noi dobbiamo ragionare su cosa serve al Molise. Per esempio, per me è centrale la questione delle risorse idriche, l’edilizia residenziale pubblica. Sono alcuni dei temi rimessi al centro anche da Fitto. L’assessore al Coordinamento dei fondi europei e di Coesione, Michele Iorio, ascolta sempre Fitto. Lo faccia anche questa volta», ha concluso Fanelli.
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