
Roma, con le sue università storiche e un’offerta formativa tra le più ricche d’Italia, continua ad attrarre migliaia di studenti ogni anno. Tra questi, una quota crescente è rappresentata da studenti stranieri, spesso provenienti da Paesi extra-UE, che vedono nella Capitale un punto di accesso privilegiato alla formazione europea. Tuttavia, a fronte di un sistema universitario generalmente inclusivo, l’accesso alla casa si rivela uno degli ostacoli più difficili da superare.
Negli ultimi anni, il mercato degli affitti a Roma ha subito una pressione crescente. Secondo i dati di vari osservatori immobiliari, una stanza singola può arrivare a costare fino a 600-700 euro al mese in zone semicentrali, mentre i mini-appartamenti per studenti superano facilmente i mille euro. Questi numeri sono spesso insostenibili per gli studenti, che non sempre hanno accesso immediato a borse di studio o sostegno economico. Inoltre, il requisito di garanzie solide, richiesto da molti proprietari – come redditi stabili o contratti italiani – mette in difficoltà i giovani stranieri, spesso appena arrivati e senza una rete familiare nel Paese.
Roma: il caso degli studentati
Roma dispone di alcuni studentati pubblici, come quelli gestiti da DiscoLazio, ma il numero di posti è drasticamente inferiore rispetto alla domanda reale. I bandi sono competitivi e i tempi lunghi. Inoltre, la maggior parte di queste strutture si rivolge principalmente a studenti italiani residenti fuori regione, lasciando agli studenti stranieri meno opportunità. Secondo recenti stime, Roma ha meno di 10mila posti letto disponibili per studenti universitari, a fronte di una popolazione studentesca che supera le 200mila unità.
Negli ultimi anni si è parlato molto della possibilità di utilizzare il partenariato pubblico-privato (PPP) per costruire nuovi studentati, soprattutto su aree dismesse o pubbliche. Tuttavia, molti progetti sono ancora in fase di pianificazione o rallentati dalla burocrazia. Un esempio emblematico è la lentezza nell’attuazione dei fondi previsti dal PNRR per l’edilizia universitaria, che prevedeva un potenziamento dell’housing studentesco proprio tramite investimenti misti. Roma, pur essendo tra le città target, è ancora in attesa di vedere i risultati concreti.
La mancanza di alloggi a prezzi accessibili ha un impatto diretto sull’inclusione. Molti studenti stranieri rinunciano a vivere a Roma, optano per soluzioni in periferia estrema, o peggio ancora si ritrovano in condizioni abitative precarie, spesso in nero e senza tutele. Questo fenomeno non solo alimenta le disuguaglianze, ma rischia anche di limitare la mobilità sociale e l’attrattività internazionale del sistema universitario romano.
Roma: le soluzioni all’emergenza
Per affrontare questo problema, servono interventi strutturali e urgenti. È fondamentale accelerare la creazione di studentati pubblici e a canone calmierato, incentivare i progetti in PPP con tempi certi e trasparenza, offrire sgravi fiscali ai proprietari che affittano agli studenti internazionali con contratti regolari e rafforzare i servizi di mediazione abitativa universitaria per studenti stranieri.
Roma rischia di diventare una città accessibile solo a chi ha già risorse economiche. Per una capitale europea, culturale e universitaria come la nostra, è una contraddizione insostenibile. Affrontare il nodo degli alloggi per studenti – italiani e stranieri – non è solo una questione sociale, ma un investimento sul futuro.
Giulia Fuselli
(16 aprile 2025)
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