23 Aprile 2025
Beko, l’accordo c’è. Ma i sindacati attaccano: “Confindustria assente ingiustificata”


I segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm hanno lasciato passare una settimana prima di rispondere a Confindustria Varese, che in una nota stampa del 16 aprile scorso aveva ammonito i sindacati a «non usare la formazione finanziata come strumento di protesta sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici». Interpellati dai giornalisti per una replica immediata, i tre segretari di categoria — Nino Cartosio (Fiom), Gennaro Aloisio (Fim) e Fabio Dell’Angelo (Uilm) — avevano rimandato l’appuntamento a una conferenza stampa unitaria.
Non è dato sapere se a livello di relazioni industriali, quando c’è un conflitto, le risposte vadano servite fredde. Sta di fatto che, nella Camera del Lavoro di via Nino Bixio a Varese, per la conferenza stampa erano presenti non solo i tre segretari provinciali dei metalmeccanici, ma anche la Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) dello stabilimento Beko di Cassinetta di Biandronno.

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CONFINDUSTRIA NON HA FATTO NULLA

Parlare dell’accordo raggiunto con la multinazionale turca — limitazione degli esuberi solo su base volontaria e con incentivi, blocco dei licenziamenti per i prossimi due anni e mezzo e investimenti per 136 milioni di euro — era un modo per rispondere agli industriali della provincia di Varese, in particolare a quelli iscritti a Federmeccanica.
Tutti i rappresentanti sindacali presenti hanno infatti ripetuto all’unisono che, nella trattativa e nell’accordo raggiunto con Beko, la grande assente è stata Confindustria, che — secondo i sindacati — «non avrebbe fatto nulla».

RELAZIONI INDUSTRIALI VIRTUOSE

Per chi segue le relazioni industriali di questo territorio, che vanta una tradizione manifatturiera di oltre due secoli, i rapporti virtuosi tra sindacati e associazioni datoriali sono una realtà consolidata. In questo botta e risposta, il piano nazionale — quello della contrattazione collettiva — si è sovrapposto a quello locale, anche se la trattativa con Beko ha avuto riflessi per l’intero Paese. «Qui non c’era in gioco solo Cassinetta — ha detto Gennaro Aloisio — ma 6.000 posti di lavoro in tutta la provincia di Varese. È stata una trattativa difficile e lunga, in cui le distanze tra noi e l’azienda erano notevoli, ma con il confronto e il dialogo abbiamo ottenuto un buon risultato, mantenendo gli impianti industriali, l’occupazione e gli investimenti. Questa trattativa l’abbiamo fatta da soli. È mancata Confindustria».
Nino Cartosio parla di «vasta condivisione del territorio» per tenere insieme lavoratori e tessuto industriale. «Abbiamo visto gli striscioni con la scritta “Cassinetta non si tocca” esposti sui balconi di molti comuni — ha ricordato il segretario della Fiom Cgil di Varese —. Si sono mobilitate Provincia e Regione. Una sola voce non si è sentita, né formalmente né informalmente: quella degli industriali».

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NON RADICALIZZARE LO SCONTRO

«Il silenzio di Confindustria è pesato molto, perché si inserisce in un contesto difficile — ha aggiunto Fabio dell’Angelo segretario Uilm Altomilanese —. Il fronte comune serviva anche ad affrontare il futuro, visto che con i dazi americani gli elettrodomestici prodotti dai player asiatici approderanno sul mercato europeo».
Il segretario della Uilm ha invitato Confindustria a non radicalizzare lo scontro, ricordando il recente passato. «L’ultimo contratto nazionale l’abbiamo sottoscritto nel 2021 – ha sottolineato Dell’Angelo – In quel momento era saltato il mondo e le aziende che volevano ripartire non riuscivano a farlo perché la catena di fornitura non esisteva più. E  non si riusciva nemmeno a capire come fare per poter continuare a lavorare in sicurezza. In quella fase abbiamo sottoscritto protocolli e accordi che sono un esempio virtuoso di come dovrebbero essere le relazioni industriali».

GLI INCENTIVI ALL’ESODO

Quello raggiunto con Beko al Mimit è un accordo difensivo. Ciò che fa intravedere una prospettiva è l’impegno dei turchi sul fronte degli investimenti. Per quanto riguarda Cassinetta, si tratta di 136 milioni di euro in prodotti, processo e struttura. Per le uscite volontarie è previsto un incentivo all’esodo che varia a seconda dell’età anagrafica delle persone: una cifra per gli under 40, un’altra tra i 40 e i 50 anni, e un’altra ancora per gli over 50. Per chi invece matura i requisiti alla pensione entro 24 mesi, è prevista l’integrazione alla Naspi. Per chi matura i requisiti pensionistici entro 48 mesi, sono previsti due anni di cassa integrazione con un incentivo all’esodo di 60.000 euro, seguiti da altri due anni di Naspi. Nei primi sei mesi — da giugno a novembre — gli incentivi saranno più alti; da dicembre inizieranno a diminuire progressivamente fino alla fine del 2027.

CONFLITTO AL POSTO DI COESIONE

«In questo scontro c’è una radicalizzazione un po’ anacronistica rispetto alla fase storica che stiamo attraversando — ha concluso Cartosio —. Forse si potrebbe lavorare mettendo gradualmente all’ordine del giorno una composizione o una mediazione che ci consenta di affrontare con più tranquillità, con più coesione, le difficoltà di contesto. Questo è il punto fondamentale».

Confindustria Varese ai sindacati: “Non usate la formazione finanziata come strumento di protesta sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici”

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