24 Aprile 2025
“Il Decreto Sicurezza cancella la filiera legale della canapa”


Il Decreto Sicurezza del Governo mette in ginocchio l’intero comparto della canapa legale in Puglia. A denunciarlo è Antonio Macchia, presidente di Alpaa Puglia, che in una nota ufficiale lancia un duro atto d’accusa contro l’effetto immediato e devastante delle nuove disposizioni normative: Il provvedimento rade al suolo un settore strategico dell’agroindustria pugliese, trasformando imprenditori legali in potenziali criminali”.

Il blocco alla lavorazione della canapa colpisce duramente il Sud

In Puglia, la filiera della canapa si è affermata negli ultimi anni come uno dei segmenti più dinamici dell’agricoltura multifunzionale, grazie agli investimenti di oltre 200 piccole imprese, spesso a conduzione giovanile e attive nella produzione agroalimentare, industriale e tessile. Secondo i dati forniti da Alpaa, il settore in regione genera un fatturato annuo di circa 200 milioni di euro e dà lavoro a circa 2.000 persone, tra occupati stabili e stagionali.

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Con l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza, che vieta la lavorazione e commercializzazione della canapa industriale a basso contenuto di THC, centinaia di aziende si trovano impossibilitate a operare, con i magazzini pieni di merce invendibile e le scadenze fiscali già in arrivo.

Da imprenditori legali a “fuorilegge”

Dal giorno alla notte, chi ha lavorato con trasparenza e legalità è stato equiparato a un criminale, senza alcun fondamento scientifico, ma solo per ideologia”, accusa Macchia. “Molte aziende hanno già ricevuto avvisi di accertamento o rischiano procedimenti penali, pur operando in piena conformità alla legge 242/2016, che regola la produzione di canapa a uso industriale in Italia”.

La posizione dell’Unione Europea

La rigidità del provvedimento ha attirato l’attenzione della Commissione Europea, che ha avviato un’indagine per valutare la compatibilità delle nuove norme italiane con il diritto europeo, in particolare rispetto alla parificazione della cannabis light alle sostanze stupefacenti, una misura contestata anche da molte associazioni di categoria e giuristi.

Secondo Macchia, la filiera della canapa italiana rappresenta un’eccellenza nella sostenibilità agricola e nella riconversione produttiva: “Stiamo parlando di un settore che ha saputo creare occupazione giovanile, valorizzare territori marginali e generare valore aggiunto, in linea con gli obiettivi europei di economia circolare e transizione ecologica”.

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Un appello per salvare il settore

Il presidente di Alpaa chiede un immediato intervento istituzionale per sospendere l’applicazione delle nuove norme e avviare un confronto tra Governo, Regioni, filiera produttiva e Commissione europea. “Non possiamo permettere che anni di lavoro e sviluppo vengano cancellati con un tratto di penna. Serve una soluzione equilibrata, che tuteli la sicurezza pubblica ma anche la dignità e il futuro di migliaia di lavoratori”.





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