
È stata confermata alla guida di Terra Viva Valle d’Aosta Paola Flamini, al termine del secondo congresso regionale tenutosi ad Avise (Aosta). Una rielezione avvenuta in un contesto segnato da grandi cambiamenti globali e locali che hanno inciso profondamente sul comparto agricolo. “Dal 2022 a oggi il contesto è mutato radicalmente”, ha spiegato Flamini, elencando tra le cause le guerre, i cambiamenti climatici, l’introduzione di nuovi dazi e le criticità della riformata Pac europea.
La presidente ha tracciato un quadro preoccupante per la Valle d’Aosta, dove il 96% della Superficie agricola utilizzabile (Sau) è costituita da prati e pascoli permanenti, a supporto principalmente della produzione di Fontina Dop. Tuttavia, tra il 2000 e il 2020, le aziende agricole sono diminuite del 37% e la Sau del 6%, mentre solo recentemente si è osservato un calo anche del numero di bovini: un segnale d’allarme per la filiera lattiero-casearia.
La crisi della Fontina e l’urgenza di una nuova contrattazione
La riduzione della mandria bovina ha causato, in alcuni casi, una carenza di Fontina sul mercato, con il conseguente aumento del prezzo del latte e del formaggio, fermo da anni. Tuttavia, come sottolineato da Flamini, questo incremento non è ancora sufficiente a coprire i costi crescenti di produzione, tra cui mangimi ed energia. Il blocco dei prezzi è legato anche a uno scarso peso contrattuale con la grande distribuzione.
Flamini ha invocato un confronto strutturato tra istituzioni e parti sociali per ridefinire le condizioni economiche della filiera, al fine di garantire un reddito più equo a tutti gli attori coinvolti, dai piccoli produttori alle imprese più strutturate.
Il futuro dell’agricoltura passa dai giovani e dalla cooperazione
Durante il congresso, numerosi interventi hanno arricchito il dibattito. Onofrio Rota, segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Jean Dondeynaz, reggente della Fai-Cisl Valle d’Aosta, e Claudio Risso, presidente nazionale Terra Viva, hanno ribadito l’importanza di coinvolgere i giovani in agricoltura. Risso ha ricordato che solo il 13% degli agricoltori ha meno di 40 anni e che la fascia giovanile ha subito un calo del 23% tra il 2012 e il 2022.
Per invertire il trend, è stato avviato un Fondo per il primo insediamento dei giovani in agricoltura, dotato di 15 milioni di euro a partire dal 2024, grazie anche al contributo propositivo di Terra Viva. “Servono nuove politiche e un patto tra tutti gli attori per rilanciare l’agricoltura italiana ed europea, tornando ai principi della nostra Costituzione”, ha affermato Risso.
L’agricoltura come valore culturale e sociale
Risso ha infine annunciato la partecipazione di Terra Viva al Congresso nazionale del 3 giugno a Bologna, che includerà anche una mostra-mercato aperta al pubblico fino al 6 giugno, ospitata nello spazio DumBO, attraverso il progetto “Coltiva il gusto” per valorizzare i produttori associati.
Il congresso valdostano si è svolto parallelamente all’VIII Congresso della Fai-Cisl Valle d’Aosta, anch’esso centrato sulle sfide del settore primario e sull’urgenza di riforme strutturali. In entrambe le sedi è emersa una linea comune: servono soluzioni condivise e concertate, non solo per resistere alla crisi, ma per costruire un nuovo modello agricolo, sostenibile e partecipato.
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