
Roma, 25 apr. (askanews) – Le revisioni al ribasso sulle previsioni di crescita dell’Italia da parte del Fmi “sono grosso modo in linea con quello che abbiamo visto in altri Paesi. Ci sono due fattori in gioco, uno è le tensioni sul commercio, ma c’è anche l’incertezza che ha lasciato le sue tracce sulle condizioni finanziarie, che si sono inasprite. Tutti questi fattori rallentano la crescita”. Lo ha affermato, Helge Berger, vice direttore del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, rispondendo ad una domanda sull’Italia durante una conferenza stampa in occasione delle assemblee primaverili a Washington.
“Nel 2026, la previsione è un po’ più bassa perché abbiamo anche alcuni fattori, come la fine del Pnrr. Valutiamo positivamente i progressi fatti dal governo sul Pnrr. E’ chiaro che anche dopo il 2026 ci sta un’opportunità per rafforzare le riforme e l’agenda deve continuare su educazione, formazione, quadro operativo per le imprese e partecipazione al mercato del lavoro. E’ un tema che vale in vari paesi, ma in Italia – ha concluso Berger – è più rilevante”. (fonte immagine: IMF).
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