
Facendo una ricerca sul web in merito al bonus vista 2025, i motori restituiscono una serie di siti Internet, per lo più di aziende specializzate nel settore oculistico, che offrono la possibilità di fruire di un incentivo per acquistare o cambiare occhiali e lenti a contatto. Lo sconto deriva da un vecchio provvedimento governativo contenuto nella legge 30 dicembre 2020, n. 178, grazie al quale ai richiedenti era previsto un voucher dell’importo di 50 euro.
L’incentivo viene riproposto anche per il 2025 a chi presenti una domanda online. Ma si rilevano alcune differenze rispetto all’incentivo della legge di Bilancio 2021, tanto da metterne in dubbio la validità della misura tra gli incentivi statali. Ecco, dunque, cosa c’è di vero sulla possibilità di richiedere il bonus vista 2025.
Come posso richiedere il bonus occhiali nel 2025
Al momento, non c’è alcuna proroga del bonus occhiali per l’anno 2025. La misura, facente parte delle agevolazioni previste dalla legge di Bilancio 2021, aveva una validità di tre anni e consentiva, a favore e per una sola volta a ciascun membro di una famiglia, di poter ottenere un voucher di 50 euro per acquistare occhiali e lenti a contatto. Per questa misura, il governo aveva stanziato 5 milioni di euro all’anno per il triennio 2021-2023.
Tuttavia, facendo una semplice ricerca in Rete, si visualizzano pagine che forniscono informazioni circa il prolungamento del bonus vista fino al 2026. In base alla descrizione fornita da questi siti, la richiesta del bonus occhiali consente di ottenere uno sconto che viene applicato direttamente al momento dell’acquisto di strumenti da vista o di lenti a contatto correttive.
La richiesta deve essere effettuata direttamente sul portale dell’azienda che offre lo sconto e verso la quale si può effettuare l’acquisto proprio a partire dal mese di aprile 2025.
A quanto ammonta il bonus occhiali nel 2025
Da una più approfondita valutazione delle agevolazioni sugli occhiali promesse da queste pagine Internet anche per il 2025, è facile notare che non c’è un importo definito dello sconto da applicare all’acquisto. Chi voglia fare richiesta del bonus deve inviare una mail a uno degli indirizzi indicati nella pagine, inserendo il codice fiscale del capofamiglia e il nome e cognome del membro che necessiti degli occhiali da vista.
A ben vedere, rispetto al bonus vista in vigore negli anni scorsi, non c’è una piattaforma telematica sull’agevolazione per l’acquisto degli occhiali (gestita e raggiungibile mediante un link dalla pagina del ministero della Salute) grazie alla quale inviare la domanda di incentivo.
Né gli esercenti hanno la possibilità di accedervi per registrare l’emissione di una fattura elettronica legata all’acquisto. Ma non si tratta dell’unica incongruenza del bonus occhiali 2025.
Quanto deve essere l’ISEE per avere il bonus occhiali
Infatti, rispetto alle previsioni dei commi 437, 438 e 439 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, si rileva una differente soglia dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) richiesta per la domanda del bonus vista. Il provvedimento governativo prevedeva un tetto massimo di ISEE pari a 10.000 euro, proprio per consentire alle famiglie con le maggiori difficoltà economiche di poter acquistare nuovi e più idonei strumenti di correzione visiva.
Il bonus occhiali proposto nel 2025 prevede soglie più elevate di ISEE. Infatti, su alcuni siti si legge di un importo pari o inferiore a 19.500 euro; su altri, la soglia arriva, addirittura, a 28.500 euro. L’incremento della soglia dell’indicatore reddituale rappresenta una leva di marketing per consentire a quante più famiglie possibili di rientrare nei requisiti e di presentare richiesta.
Come funziona il bonus occhiali 2025
Le incongruenze circa la proroga dell’agevolazione per l’acquisto degli occhiali riguardano anche il provvedimento legislativo che è alla base di tutti i bonus statali con ISEE ridotti per il 2025. Negli annunci presenti su internet si parla genericamente di “iniziative per sostenere le fasce economicamente più deboli della popolazione”, di imprecisate “Associazioni Nazionali” e di scadenza, nella presentazione della richiesta, al “28 febbraio 2026 o fino a esaurimento dei fondi”.
Tuttavia, non esiste alcun collegamento a un provvedimento legislativo che abbia disciplinato lo stanziamento di risorse per questa misura a integrazione dei 5 milioni di euro annui fino al 2023 previsti dalla legge di Bilancio 2021.
Infine, sul come richiedere il bonus vista 2025, le pagine fanno riferimento a una “piattaforma online accreditata e appositamente creata” dalla società che promette lo sconto, accessibile mediante un link inviato al momento della richiesta tramite e-mail.
Come richiedere il bonus vista 2025
Il decreto del ministero della Salute n. 116 del 25 ottobre 2022 aveva dato il via alle domande per la richiesta del contributo di 50 euro del vero bonus occhiali. Fino a tutto il 2023 gli interessati, appartenenti a famiglie con ISEE entro i 10.000 euro, potevano richiedere l’erogazione dell’incentivo sulla piattaforma ufficiale del ministero della Salute. Il link che indirizza a questa piattaforma risulta attualmente non attivo.
Inoltre, l’accesso al bonus era consentito a chi avesse effettuato l’acquisto tra il 1° gennaio 2021 e il 4 maggio 2023 (giorno di apertura della piattaforma) per la richiesta di un rimborso; oppure, per acquisti dal 5 maggio al 31 dicembre 2023 mediante ottenimento di un voucher da utilizzare presso gli esercenti accreditati.
La legge di Bilancio 2024 non ha previsto una proroga del bonus vista che, pertanto, risulta non richiedibile per acquisti effettuati oltre il 31 dicembre 2023. Procedure differenti da quella descritta, non accompagnate da provvedimenti governativi e da risorse stanziate, scaturiscono in definitiva da trovate pubblicitarie per spingere i cittadini all’acquisto presso i punti vendita indicati su Internet.
Attenzione alla piattaforma dove richiedere il bonus occhiali
Il consiglio è, pertanto, quello di non affidarsi a comunicazioni di questo tipo, deficitarie dal punto di vista informativo e poco affidabili ai fini pratici. Infatti, si può constatare che:
- negli annunci si richiede di inviare dei dati personali a un indirizzo e-mail che non ha un dominio (la parte che si trova dopo il simbolo “@“) riferito a un ministero o a un ente accreditato dal ministero alla gestione delle domande;
- gli annunci non dispongono di informazioni ufficiali e quelle reperibili online sono confuse, difformi e fuorvianti;
- sono assenti i richiami alle pagine di ministeri, dell’Inps o di enti accreditati alla gestione dei bonus.
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