26 Aprile 2025
vergogna d’Italia – Fallimento della politica, degrado urbano e corruzione sistemica


ABRUZZO: VERGOGNA D’ITALIA

“Il sonno della ragione genera mostri.”
– Francisco Goya

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“Quando un popolo elegge corrotti, impostori, ladri e traditori, non è vittima: è complice.”
– George Orwell

In un’Italia che si sbriciola pezzo dopo pezzo sotto il peso della sua corruzione e della sua vigliaccheria, l’Abruzzo è la ferita più aperta, il simbolo più crudo di un Paese allo sfascio.

Una Regione e dei Comuni incapaci di costruire futuro, concentrati solo sulla propria sopravvivenza politica, capaci di trasformare tragedie in banchetti elettorali, emergenze in mangiatoie.
La vergogna di L’Aquila, la rovina di Pescara, il collasso di Teramo e Chieti non sono eccezioni: sono la norma di un sistema criminale che si autoalimenta.

L’Aquila: 16 anni di menzogne e macerie

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Sedici anni dopo il terremoto del 6 aprile 2009, L’Aquila è ancora una città fantasma.

  • 27 miliardi di euro: soldi pubblici stanziati per la ricostruzione.
  • Solo il 60% realmente impiegato in opere concluse.
  • Interi quartieri ricostruiti male, con materiali scadenti, ora già soggetti a nuovi cedimenti strutturali.
  • Migliaia di aquilani mai rientrati, costretti a vivere nei Progetti C.A.S.E. che cadono a pezzi.

La “ricostruzione modello” sbandierata da sindaci e governatori non è mai esistita: era solo fumo negli occhi, utile a coprire spartizioni di appalti e clientele.
Oggi, L’Aquila è un cantiere infinito e sterile: monumento vivente all’ipocrisia nazionale.

Regione Abruzzo: laboratorio del fallimento italiano

Mentre la popolazione invecchia e fugge (-10% in dieci anni), la Regione affoga nei propri scandali.

  • 58% dei fondi europei utilizzati: il resto perso per incapacità o rapinato da progettazioni farlocche.
  • Sanità al collasso: reparti chiusi, liste d’attesa interminabili (400 giorni per una risonanza), medici allo stremo.
  • Mobilità passiva sanitaria: record nazionale, 1 abruzzese su 6 costretto a curarsi altrove.

E intanto?
Si spendono 5 milioni di euro in “piani neve” per spazzaneve mai visti, 3,5 milioni in consulenze esterne assegnate senza gare.

Sanità, trasporti, infrastrutture: ogni settore è avvelenato da sprechi, nomine clientelari, favoritismi vergognosi.

Capoluoghi morenti: il declino di Pescara, Teramo e Chieti

Pescara

Una volta vanto dell’Abruzzo, oggi città soffocata da traffico caotico, palazzoni vuoti, mare impraticabile, smog sopra i limiti europei per oltre 90 giorni l’anno.
Infrastrutture obsolete, centro storico desertificato, quartieri popolari abbandonati.

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Teramo

Centro storico spettrale, negozi chiusi a raffica, università in declino.
Dal terremoto 2016, la ricostruzione è rimasta solo sulla carta. La fuga dei giovani ha raggiunto livelli da esodo:
-12% di iscrizioni universitarie in 5 anni.

Chieti

Città che crolla fisicamente e moralmente.

  • Disoccupazione giovanile al 36%.
  • Quartieri fantasma.
  • Strade che sembrano bombardate.
    Il tutto sotto amministrazioni paralizzate da incompetenza e micro-scandali locali.

Uno specchio d’Italia: complicità e vigliaccheria

Non basta puntare il dito contro politici e amministratori.
L’Abruzzo è la fotografia di un’Italia intera che applaude il furbo, che vende il voto per una promessa da nulla, che tace per paura o convenienza.

Siamo complici.

Ogni casa ancora distrutta è anche nostra responsabilità.
Ogni ospedale chiuso, ogni giovane emigrato, ogni strada sfondata sono macchie indelebili sulla nostra coscienza.

Come diceva Thomas Jefferson:
“Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza.”

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Ma noi abbiamo dormito.
E nel nostro sonno sono nati mostri. 

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