
La crescita della bicicletta elettrica è stata repentina negli ultimi anni. Attualmente copre il 25% del mercato italiano complessivo delle biciclette (erano l’11% nel 2019). Negli ultimi tempi c’è stata una flessione nelle vendite forse per la riduzione degli incentivi. Attualmente in Trentino (non abbiamo dati specifici per le valli di Fassa e Fiemme) il 12,2% delle famiglie intervistate possiede almeno una e-bike. Una netta vittoria su moto o scooter elettrici che non raggiungono nemmeno l’1%.
Nei piani provinciali l’uso della bicicletta elettrica dovrebbe aumentare passando dalle attuali 2.200 biciclette alle 5.700 previste per il 2030. L’uso delle bicicletta elettrica è indirizzata al tempo libero, ma non solo. Alcune aziende di Fiemme hanno promosso incentivi per favorire l’uso delle due ruote per andare al lavoro. Le imprese comprano le e-bike, allestite con la linea grafica aziendale, che concedono poi in comodato ai lavoratori. Questi hanno l’obbligo di usarle per il tragitto casa – lavoro quando il meteo lo permette e pagano un «canone» pari al 50% del valore di ogni bici in 24 rate a tasso zero, trattenute direttamente dalla busta paga.
In Trentino i dati statistici affermano che si utilizza la bicicletta per raggiungere il luogo di lavoro o di studio perché consente spostamenti rapidi (76,6%), perché è un mezzo molto salutare (75,5%) e per non avere difficoltà a trovare parcheggio (73,4%). Le motivazioni per non usare abitualmente la bicicletta fanno invece riferimento a percorsi casa-lavoro troppo impegnativi (49,9%) o troppo dispendiosi in termini di tempo (45,2%), a condizioni meteorologiche spesso non favorevoli (43,6%) o alla necessità di trasportare altri familiari o la spesa (43,2%).
Il successo della bicicletta elettrica è accompagnato da infrastrutture e attività economiche di supporto. Le due valli offrono una vasta rete di percorsi dedicati alle e-bike, dai tracciati pianeggianti lungo il torrente Avisio ai sentieri più avventurosi in alta quota. Numerosi sono i centri di noleggio e i servizi di ricarica, che rendono l’esperienza ancora più agevole. Inoltre si è formato un gruppo di accompagnatori esperti che organizza tour guidati per far scoprire gli angoli più suggestivi delle valli. La prossima estate sarà praticabile l’intera ciclabile di Fassa, da Moena a Penia. Un traguardo atteso da decenni.
Fiemme invece vola. Il primo tracciato da Predazzo a Molina si è arricchito di altre tratte sulla destra orografica della valle e fra non molto sarà possibile girare ad anello la Valle di Fiemme. Per chi ama i lunghi percorsi potrà dalla Marmolada arrivare con la bicicletta al lago di Caldaro in quattro ore. Il successo della bicicletta porta anche qualche problema. Sulle ciclabili l’affollamento a volte raggiunge livelli critici. Oltre ai pedoni, (spesso con cani a seguito) ci sono i ciclisti tradizionali con mezzo muscolare ed escursionisti con bici elettriche. Una varietà di utenti che richiede più attenzione e osservanza delle regole. Si cammina e si pedala in fila indiana tenendo decisamente la destra.
Sui sentieri di montagna la convivenza si complica. Esiste una normativa, ormai del 2015, che individua la rete dei percorsi di mountain bike e prevede divieti di circolazione delle biciclette su particolari itinerari. Norma che non ha mai avuto una concreta attuazione. I cartelli segnaletici di interdizione non sono mai stati sistemati e non è specificato chi ha il compito di sanzionare i ciclisti inadempienti. Ci si affida quindi al buon senso. La presenza di tante biciclette obbliga tutti a una maggiore responsabilità. Gli autisti devono moderare la velocità e superare i ciclisti a debita distanza. Chi pedala invece deve rendersi sempre visibile (specialmente all’alba e tramonto) e attenersi al codice stradale. Essere in sella a una bici non giustifica assolutamente infrangere le regole.
Gilberto Bonani
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