29 Aprile 2025
Il Mezzogiorno sfrutta gli aiuti dello Stato per crescere




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Il Sud italiano coglie le opportunità offerte dai sostegni progettati dallo Stato centrale. Sfruttando il credito d’imposta per gli investimenti, le imprese meridionali beneficiarie hanno intrapreso investimenti aggiuntivi per circa 216 mila euro a testa. Nel complesso si tratta di quasi 1,3 miliardi di investimenti aggiuntivi sul territorio indotti dalla misura statale nel quinquennio 2016-2020, laddove il credito d’imposta fruito nello stesso periodo ammonta a quasi 1,2 miliardi di euro. In altre parole il volume degli investimenti addizionali generati dalla misura risulterebbe pari al 110% del costo pubblico della stessa. Ossia ogni euro di risorse pubbliche destinate alla misura genererebbe 1,1 euro di investimenti aggiuntivi.

Questa la stima contenuta nel report occasionale pubblicato da Bankitalia, curato da Monica Andini e Alessio D’Ignazio e intitolato proprio «Valutazione dell’impatto del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno nel periodo 2016-2020».

I benefici del credito d’imposta 

Nello specifico, dalle 66 pagine del documento di Via Nazionale emerge che il credito d’imposta per gli investimenti ha avuto effetti diretti e indiretti sul sistema produttivo meridionale che ne ha beneficiato. Da un lato, «la misura sembra essere stata efficace nello stimolare l’accumulazione di capitale fisso» e in particolare, il credito d’imposta avrebbe determinato «una maggior crescita delle immobilizzazioni materiali nelle imprese beneficiarie per circa il 15%».

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Dall’altro lato, si registra un aumento del credito bancario accordato, coerente con la dinamica positiva degli investimenti indotta dalla misura nonché «un aumento dei dipendenti e delle immobilizzazioni immateriali intese qui come miglior misura disponibile per approssimare l’attività di ricerca e sviluppo» delle imprese. Al contrario però, continuano gli esperti di Banca d’Italia, «non c’è evidenza di un aumento della produttività del lavoro».

Più impatto per le piccole imprese

Gli effetti positivi evidenziati sembrano concentrarsi maggiormente sulle imprese operative nel settore dei servizi, di minor dimensione (anche perché «l’intensità dell’aiuto concesso loro è maggiore rispetto a quella prevista per le imprese più grandi») e che non beneficiavano di altri incentivi – tra cui la Nuova Sabatini o l’iper ammortamento – prima di usufruire del credito d’imposta per gli investimenti.

La maggiorazione del credito di imposta introdotta nelle Zone Economiche Speciali non ha invece «prodotto alcuno stimolo aggiuntivo rispetto al credito di imposta nella sua versione di base», segnala infine il rapporto. (riproduzione riservata)



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