
La Regione Emilia-Romagna ha ufficialmente chiesto una proroga di 12 mesi dello stato di emergenza nazionale, attualmente in scadenza il 4 maggio, per garantire la continuità degli interventi post-alluvione e il supporto ai territori ancora in difficoltà. La richiesta è stata avanzata tramite due lettere firmate dal presidente regionale e indirizzate rispettivamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, e al Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, Fabio Ciciliano.
La proroga dello stato di emergenza è considerata fondamentale per evitare interruzioni nelle misure di assistenza, come il Contributo di autonoma sistemazione (CAS) e l’esenzione temporanea dei mutui per famiglie e imprese, incluse quelle agricole. A quasi due anni dagli eventi alluvionali del maggio 2023, molti nuclei familiari risultano ancora sfollati e sono in corso le opere di messa in sicurezza e ricostruzione.
Il presidente De Pascale e il commissario straordinario Curcio sono al centro della gestione dell’emergenza e della ricostruzione. La cessazione dello stato di emergenza, si legge nelle comunicazioni ufficiali, metterebbe a rischio l’intero impianto normativo che ha permesso il coordinamento degli interventi e l’attuazione delle misure urgenti attraverso un sistema di ordinanze integrato tra Dipartimento e Commissariato.
Oltre alla proroga dello stato di emergenza, la Regione chiede l’estensione dei termini per la presentazione delle domande di contributo di immediato sostegno (CIS):
- Termine per le domande di acconto: proroga fino al 30 settembre 2025
- Termine per le domande di saldo: proroga fino al 30 novembre 2025
Una misura pensata per consentire a cittadini e imprese di portare a termine interventi che richiedono condizioni climatiche favorevoli, come quelli che possono essere eseguiti solo nella bella stagione, e per semplificare le tempistiche burocratiche.
Infine, la Regione ha chiesto di autorizzare due domande di CIS distinte per i soggetti colpiti dagli eventi meteo estremi di settembre e ottobre 2024, qualora abbiano subito danni in entrambi i casi. Una richiesta motivata dalla volontà di garantire un sostegno equo e mirato anche a fronte di calamità successive e ravvicinate.
“Chiediamo di continuare a lavorare in un clima di collaborazione istituzionale a tutti i livelli”, affermano il presidente e la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile. Il messaggio è chiaro: la ricostruzione deve andare avanti senza ostacoli, per il bene di persone, imprese e territori.
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