Anm: ‘Sciopero a difesa della Costituzione, non di una casta’ – Notizie


 “Non è uno sciopero contro qualcuno ma a difesa di una serie di principi della Costituzione in cui fermamente crediamo e che sono fondamentali per i cittadini. E’ tutto fuorchè una difesa di casta. Noi non difendiamo nessun privilegio”. Lo ha detto il presidente dell’Anm Cesare Parodi intervistato da Radio 24 a proposito dello sciopero di oggi dei magistrati.

L’adesione allo sciopero è prossima all’80%. Lo annuncia il segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, nel corso dell’assemblea in corso al cinema Adriano nel giorno dell’astensione delle toghe. 

 “Che ci possa essere in prospettiva una mutazione genetica del pubblico ministero, che il pm possa essere condizionato dai poteri forti è un rischio concreto. E questo sarebbe l’aspetto più negativo per i cittadini comuni “.
Lo ha detto il presidente dell’Anm Cesare Parodi intervistato da Radio 24 parlando delle ragioni dello sciopero di oggi dei magistrati .
“Temiamo la rivisitazione del ruolo del pm che oggi è una grande garanzia per tutti i cittadini, libero di verificare i fatti a 360 gradi. Rinunciare a questa garanzia sarebbe molto grave” ha aggiunto il presidente dell’Anm.  Il presidente del sindacato dei magistrati ha aggiunto che l’obiettivo è difendere “i principi sanciti dalla Costituzione in cui fermamente crediamo. Mi ferisce quando sento parlare da alcuni di questa protesta come una difesa di casta e di privilegi. Se fosse così la maggior parte di noi non sarebbe qui”, ha aggiunto.

 Flash mob dei magistrati sulla scalinata della Cassazione, in piazza Cavour a Roma, nel giorno dello sciopero nazionale indetto contro la riforma della giustizia e in particolare il progetto di separazione delle carriere. Toga sulle spalle, coccarda tricolore e con in mano una copia della Costituzione i manifestati si sono schierati sulle scale del Palazzaccio. 

 L’adesione allo sciopero dei magistrati del Tribunale di Milano “è di circa il 90 per cento”.
Lo ha annunciato, in attesa dei dati esatti, il presidente del Tribunale milanese Fabio Roia all’inizio del suo intervento all’assemblea pubblica nell’aula magna, piena in ogni posto, del Palazzo di Giustizia. 

“Non riteniamo sia proporzionato dover toccare la Costituzione per quattro magistrati l’anno che da pm chiedono di diventare giudice, mi pare sia qualcosa di davvero sproporzionato e quindi per noi è normale, ed è ovvio, che questa riforma sottenda a qualcos’altro”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che ha risposto alla domande dei giornalisti nella biblioteca Tartaglione del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dove i magistrati, con una coccarda tricolore sulla toga, stanno manifestando il loro dissenso contro la riforma costituzione che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti.
Gratteri ha ricordato quello che accade negli Stati dove c’è stata la separazione dei carriere: “poco dopo il pm passa sotto l’Esecutivo. E di questo non si sente assolutamente l’urgenza né la necessità, né il bisogno. I problemi della giustizia sono altri, le emergenze sono altre, non certo la separazione delle carriere”.   Con questa riforma, ha spiegato il procuratore di Napoli “il pm diventa più forte ma proprio perché esce dalla giurisdizione nel momento in cui passa sotto l’Esecutivo: quindi non è che a noi ce ne viene in più o in meno da punto di vista economico, né da quello della carriera.
Il problema è ciò che accade sul campo, qual è il risultato, il risvolto nei confronti della collettività”. 

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 “So che non piacerà a molti magistrati, ma dico che sono favorevole invece al sorteggio dei componenti del Csm e anche al sorteggio dei componenti del Csm da parte del Parlamento”.
Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che ha risposto alla domande dei giornalisti nella biblioteca Tartaglione del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dove i magistrati, con una coccarda tricolore sulla toga, stanno manifestando il loro dissenso contro la riforma costituzione che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti.  “Cioè – ha spiegato Gratteri – si divide l’Italia in macro aree, come ad esempio per l’elezione del Parlamento europeo, si rispettano le proporzioni tra pm e giudice, e non si sorteggiano i magistrati che hanno procedimenti disciplinari, penali, ritardo nel deposito delle sentenze o nelle indagini. Stessa cosa vale per i laici nominati dal Parlamento e cioé si escludono dalle iscrizioni all’albo degli avvocati o professori universitari in materia giuridica che hanno precedenti penali o disciplinari e, chi è in grado di scrivere sentenze o di fare una lezione universitaria, sarà sicuramente in grado di valutare se tizio può diventare presidente del tribunale o meno” .
E ancora rispondendo alle domande dei giornalisti, Gratteri ha detto che “c’è l’esigenza di una riforma del Csm, cioè di un’elezione dei componenti: in questo modo si eliminano quasi totalmente certe anomalie delle correnti che, in certi momenti storici, abbiamo visto non funzionare. Mi riferisco al caso Palamara dove io penso che subito dopo i componenti del Csm si sarebbero dovuti dimettere. Per dare l’idea, a prescindere se siano responsabili o meno, – ha aggiunto – ma in quel caso l’opinione pubblica doveva capire e avere l’idea che si voltava pagina e si faceva sul serio.
Invece il messaggio è stato quello dell’autoconservazione”. 

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