I contributi statali sono esauriti per le elettriche, le ibride mild e full, le endotermiche e le Gpl. Perché quelli della fascia 21-60 g/km sono ancora disponibili?
Gli incentivi Ecobonus 2024 sono esauriti da parecchio tempo per la fascia 0-20 g/km di emissioni di CO2, di fatto dedicata alle auto elettriche, e per quella 61-135 g/km, che comprende principalmente i modelli endotermici, mild hybrid, full hybrid e i Gpl. Sono ancora molti, invece, i fondi disponibili nella fascia 21-60 g/km di emissioni di CO2, di cui fanno parte soprattutto vetture ibride plug-in. Per la precisione, al primo dicembre 2024, sono ancora a disposizione oltre 76,8 dei 125,7 milioni di euro stanziati per questa fascia di emissioni (a questo link tutti i dettagli utili riguardanti l’incentivo statale). Un dato in apparenza anomalo, se si considera che gli oltre 200 milioni stanziati per le elettriche sono andati esauriti in poche ore e che i 276,7 milioni per full o mild hybrid, endotermiche e Gpl sono terminati in meno di 5 mesi. Eppure, guardando i dati di mercato si rimane meno sorpresi da questa situazione.
le plug-in faticano
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I dati Unrae (unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) relativi alle immatricolazioni di ottobre evidenziano come le vetture ibride plug-in facciano fatica a farsi strada nel mercato italiano. Già il paragone con le altre auto “alla spina”, le elettriche, è significativo, nonostante le Bev (battery electric vehicle) stesse non rappresentino una grande fetta del circolante. Da gennaio a ottobre, in Italia, sono state immatricolate 53.493 vetture elettriche, corrispondenti al 4,0% del mercato totale, dato in lieve crescita rispetto a quello del 2023, che per lo stesso periodo si attestava al 3,9%. Le plug-in immatricolate da inizio 2024 fino a ottobre, invece, sono state 45.070, corrispondenti a una fetta di mercato del 3,4%, dato in calo rispetto al 4,5% registrato lungo lo stesso periodo del 2023. Impietoso, infine, il paragone tra le plug-in e le mild o full hybrid: di quest’ultime, tra gennaio e ottobre 2024, ne sono state immatricolate 536.337, equivalenti al 39,9% del mercato.
perché faticano?
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Non c’è un’unica e semplice interpretazione che spieghi perché le ibride plug-in attirino così poco il pubblico italiano. Una prima risposta la si può trovare nel prezzo: uno stesso modello normalmente costa di più quando monta una motorizzazione ibrida plug-in, rispetto ad una mild o full hybrid. Oltre alla questione relativa al portafoglio, se ne presenta una legata alla praticità. Mentre una vettura mild o full hybrid assicura i benefici del motore ibrido senza che chi guida debba fare attivamente qualcosa, per poter usufruire dell’autonomia in elettrico garantita dalle plug-in è necessario mettere in carica il veicolo, con tutte le difficoltà del caso legate alla diffusione delle colonnine e alle tempistiche della ricarica stessa. Un’altra questione è quella relativa alla possibilità di stivaggio di queste vetture. Dovendo ospitare il motore endotermico, quello elettrico e anche una batteria tendenzialmente di medio-grandi dimensioni, a pagare dazio sulle plug-in è il bagagliaio, spesso non particolarmente capiente anche per quanto riguarda i Suv. Infine, c’è anche una tematica legata ai consumi: le ibride plug-in permettono di risparmiare carburante, soprattutto in città, utilizzando il motore elettrico. Questo richiede, però, una metodicità nella ricarica, che deve essere effettuata quotidianamente o quasi per far sì che la differenza in termini di consumi sia notevole. Essere particolarmente regolari con le operazioni di ricarica potrebbe quindi non risultare così scontato. Inoltre, bisogna sottolineare che la presenza del propulsore elettrico e della batteria comporta un incremento del peso di queste vetture, un fattore che comporta consumi maggiori nel momento in cui si circola con la batteria scarica. A questo problema hanno ovviato alcuni costruttori, come Toyota, integrando le possibilità del plug-in con quelle del full hybrid, ovvero far lavorare in parallelo le due alimentazioni. Una strada interessante per la diffusione del plug-in.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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